Cronaca

Terracina / “Free Beach”, l’ex-sindaco Tintari ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari

TERRACINA – Determinata a tornare una donna libera senza alcun tipo di vincolo. L’ex sindaco di Terracina Roberta Tintari non vuole fermarsi più dopo la decisione dell’11 sezione del Tribunale del Riesame di Roma che, accogliendo una precisa istanza dei suoi difensori, gli avvocati Dino Lucchetti e Massimo D’Ambrosio, ha quasi completamente annullato l’ordinanza del 19 luglio scorso con cui il Gip del Tribunale di Latina aveva disposto i suoi arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach” sul rilascio e gestione, a più riprese delle concessioni balneari da parte della sua amministrazione. I giudici del Tribunale della Libertà hanno annullato l’ordinanza del Gip Castriota relativamente a quattro capi d’imputazione, i numeri 16, 34, 39 e 40, confermandola soltanto per il capo di imputazione numero 27.

In sintesi il 25 ottobre 2017 l’allora vice sindaco di Terracina Tintari e gli assessori al demanio e ai Lavori Pubblici del Comune, Gianni Percorco e Luca Caringi, avrebbero falsificato con effetto reatroattivo il verbale della delibera di Giunta numero 94 del 27 dicembre 2016. La Giunta approvava il progetto per la realizzazione di un ponte e di una pista ciclo pedonale quando la soluzione, contrariamente al voto, riguardava al generale miglioramento delle aree di sbarco dei pescherecci attraverso il potenziamento della locale viabilità.

L’ex sindaco di Terracina in una nota ricorda che, all’indomani del suo arresto, aveva deciso di dimettersi irrevocabilmente dall’incarico di primo cittadino cui sono seguite le dimissioni in blocco di gran parte del consiglio comunale ed il suo automatico scioglimento. Conferma, inoltre, il suo “grandissimo rammarico” per le ‘le contestazioni rivolte nei suoi riguardi, oltre che infondate, risultano palesemente errate. “Avevo sentito il dovere di dimettermi per tutelare i miei familiari da tutto il fango che si è riversato anche su di loro, per l’inaudito ma comprensibile clamore di un arresto tanto eclatante quanto ingiusto”- le sue parole.

L’ex sindaco definisce “illegittimo il suo arresto”, il danno alla “mia persona e alla mia dignità è incalcolabile, ma saprò risollevarmi con la fede e nella piena coscienza di aver operato nell’interesse generale, mai personale. Più gravi sono i danni alla Città di Terracina, ingiustamente dipinta come un’Amministrazione dedita al malaffare, e ai tanti cittadini che con la libera espressione del voto hanno ritenuto di darmi fiducia. Quel voto, espressione essenziale e insopprimibile del nostro sistema democratico, è stato – ha aggiunto l’ex sindaco – mortificato e offeso con un colpo solo, ora annullato ma i cui effetti si sono irrimediabilmente prodotti oltre che sulla mia persona, sulla cittadinanza”.

E’ un fiume in piena la Tintari quando annuncia che, appena saranno rese note le motivazioni dell’ordinanza dell’annullamento del suo arresto, chiederà ai suoi legali Dino Lucchetti e Massimo D’Ambrosio di superare anche l’obbligo di firma due volte la settimana davanti i Carabinieri della Compagnia di Terracina. E un affondo l’ex primo cittadino l’ha rivolto anche a taluni organi d’informazione: “Mi auguro che, dopo aver condiviso senza critiche il provvedimento che ha disposto il mio arresto, sappiano operare in piena coscienza delle riflessioni più equilibrate e valutare in modo obiettivo la triste vicenda che mi ha colpito. Nell’interesse della democrazia, soprattutto: perché di questo passo, nessuno – conclude Roberta Tintari – assumerà più l’onere di amministrare una città”.

Che Roberta Tintari non dovesse essere arrestata lo tiene a sottolineare il deputato europeo di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, anch’egli indagato (senza alcun vincolo) nell’ambito dell’operazione di “Free Beach” con l’ipotesi accusatoria di turbata libertà degli incanti.

“Gioia e amarezza dopo la sentenza del Tribunale del Riesame che ha liberato l’ormai ex sindaco Roberta Tintari e tutti coloro che sono stati arrestati venti giorni fa a Terracina. Naturalmente ho gioito per l’amica onesta e pulita, per la collega attenta e disponibile in tanti anni di buona amministrazione insieme. Ma ho provato anche tanta amarezza perché, secondo i giudici del Riesame, il sindaco di Terracina non doveva essere arrestata e come lei tutti gli altri” .

“Purtroppo – continua Procaccini – Roberta non solo è stata arrestata, ma anche insultata, vilipesa, messa alla pubblica gogna da giornali nazionali e locali, blog e social network. Insieme a Roberta, l’intera città di Terracina è stata gravemente oltraggiata, nel pieno della stagione turistica. Al posto del sindaco, indotto a dimettersi per tutelare la propria famiglia, c’è adesso un commissario prefettizio che certamente svolgerà un ottimo lavoro al servizio della collettività, ma che la collettività non conosce e non ha mai votato. Continuo ad avere il massimo rispetto per la magistratura, anche per quella inquirente che ha il diritto e il dovere di indagare senza fare sconti nei confronti di chiunque. Ma credo anche che talvolta non vi sia la giusta considerazione da parte di alcuni magistrati nei confronti di chi si impegna in politica, sacrificando tempo, serenità, energie e affetti. La mia paura è che con questo andazzo soltanto i delinquenti saranno disponibili a candidarsi, non avendo nulla da perdere. Questo è un problema che ci riguarda tutti, indipendentemente dai ruoli sociali e dai colori politici. In questa campagna elettorale la vicenda giudiziaria di Terracina è stata usata come una clava dalle sinistre per colpire Fratelli d’Italia. Non me ne stupisco e non mi scandalizzo più di tanto. Mi dispiace molto invece che non si tragga il giusto insegnamento civile dalla drammatica vicenda terracinese!”.

Intanto un altro dirigente del comune, l’ex responsabile dell’ufficio demanio del comune Corrado Costantino, difeso dagli avvocato Luca Giudetti e Stefano Iucci, è tornato un uomo libero. Il Riesame ha annullato anche qui 8 dei 13 capi di imputazione formulati dalla Procura e ha trasformato l’ex detenzione domiciliare in un’interdizione dai pubblici uffici per un anno che non riguarda il comune terracinese ma un’altra amministrazione pubblica per la quale Costantino è diventato da tempo consulente.

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