Cronaca

Formia / Cinghiali tra i rifiuti in via Solaro: timore tra i residenti, la necessità di contromisure [VIDEO]

FORMIA – Un esemplare di cinghiale qualche sera fa si aggirava in via Solaro, precisamente in traversa Murelle, a Formia (Lt)  intento – come risulta evidente dal video in allegato girato da un residente – a cercare tracce di cibo tra la spazzatura. Ovviamente il timore dei cittadini che abitano o frequentano la zona di essere sorpresi dalla presenza, o addirittura dall’attacco, di uno di questi suidi è alto e forte è la volontà che siano prese delle contromisure. D’altra parte – va detto – che la questione non riguarda solo questa zona della città e non solo gli ultimi giorni.

In vero sono ormai diversi anni che si manifesta il problema e tra le zone più “frequentate” dagli animali in questione via Cassio sicuramente detiene un certo record di presenze denunciate pubblicamente, tramite social, ma anche piazza Risorgimento a cui conduce direttamente uno dei viatici più utilizzati dai cinghiali per scendere dai Monti Aurunci – il Rio Fresco – ha fatto registrare altre perlustrazioni in cerca di cibo. Nel 2020, i residenti di via Ferrucci, informarono i giornali di una petizione alla quale avrebbero dato luogo per mettere al corrente le Forze dell’Ordine, l’allora sindaco Paola Villa e l’Ente Parco Monti Aurunci della presenza dei cinghiali nella  zona e della paura che questa generava in loro. Indimenticato resta poi l’episodio, risalente al gennaio dello scorso anno, in cui addirittura un’intera famiglia passeggiava lungo la via Appia, all’altezza del quartiere di Gianola.

Questi per citarne alcuni degli ultimi due anni.  Già nel 2018, però, ad onor di cronaca, l’ex-sindaco di Formia Paola Villa  – protagonista anche di diversi tavoli in Prefettura a Latina – per fronteggiare la situazione, per l’ “incolumità delle persone, la sicurezza della viabilità e l’inviolabilità delle proprietà e dei beni”, mise su, in collaborazione con l’associazione “Formiana Caccia”, un’azione di respingimento dei cinghiali grazie al supporto dei cani addestrati, suscitando polemiche e contrarietà nel mondo animalista.

Oggi, sulla base delle varie segnalazioni, il problema prosegue. Certo non solo a Formia.

Ciò che sembrerebbe ormai possibile dare per scontato è che gli esemplari di questi mammiferi – onnivori –  prendono a frequentare il centro urbano  per recuperare sostentamento alimentare tanto più in primavera e alla fine dell’estate quando si concentrano le nascite dei cuccioli – dai tre ai dodici a scrofa, le quali tendono ad allevare cuccioli insieme massimizzando le probabilità di sopravvivenza della prole. Ed è sempre questo il presumbile motivo per cui finiscono anche con l’introdursi all’interno delle aziende agricole o comunque di campi coltivati devastando recinzioni e raccolti. Nel 2020, a tal proposito, la Copagri Frosinone-Latina, con riferimento ai territori della due province, sottolineò la necessità di “stipulare un patto tra agricoltori e cacciatori”.

Insomma sembrerebbe essere il più impellente degli istinti, la fame, a spingere i cinghiali in città, ma essi possono effittavemente tradursi in un problema che va assolutamente arginato.

Ciò che è noto è che per limitare i rischi derivanti dalla frequentazione dei cinghiali degli ambiti urbani e iperurbani alcune disposizioni regionali suggeriscono soluzioni preventive che gli Enti locali possono mettere in campo:  la messa in sicurezza e pulizia dei cassonetti e dei punti di raccolta dell’immondizia di origine domestica e delle attività ristorative pubbliche in ambito urbano e lungo le strade; la pulizia dei margini stradali dalla vegetazione spontanea erbacea e arbustiva; l’obbligo di mantenere puliti e sgomberi terreni e aree private da vegetazione infestante; l’eliminazione delle micro discariche e rimozione della carcasse di animali ai margine delle aree abitate e lungo scarpate, margini stradali e piazzole di sosta; l’installazione di un’apposita cartellonistica indicante la presenza di “di animali selvatici vaganti”; l’installazione di sistemi di illuminazione stradale in tratti particolarmente critici; l’apposizione di limiti di velocità lungo i rettilinei e nei tratti con limitata visibilità (curve e tornanti); il ricorso all’utilizzo di autovelox e infine l’installazione di recinzione e dossi. 

Insomma il ricorso a metodi ecologici è auspicabile – come ad esempio le catture selettive con il posizionamento di gabbie – ma laddove non siano efficaci in extrema ratio è possibile arrivare a redarre un piano di abbattimento, soprattuto legato anche a motivi sanitari, che deve essere sottoposto all’approvazione dell’ISPRA ( Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ); una soluzione questa percorsa, nel 2021, in realtà come Campodimele e presa in considerazione anche a Itri. “Operazioni di prelievo in selezione” furono annunciate, lo scorso anno, anche a Castelforte, dove l’ex-sindaco Giancarlo Cardillo diede disposizione sulla modulistica per accedere ad eventuali ristori dei danni provocati dagli ungulati.

Ancora lo scorso anno, il Parco regionale Riviera di Ulisse si fece carico dell’acquisto di “recinzioni elettrificate” per proteggere le coltivazioni dai danni causati dai cinghiali e le consegnò a quattro possessori di terreni agricoli, proprio a Formia, nella’area tra Gianola e Monte di Scauri. 

Quest’anno le segnalazioni sono ripartire, molte persone si dicono spaventate. Bisognerà prendere la situazione in mano e mettere in campo tutte le contromisure necessarie a tutelare la popolazione: quella dei cinghiali e quella cittadina.

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