Attualità

Ventotene / Ucem sull’isola pontina per sottoscrivere un documento sul federalismo

VENTOTENE –  “Attualità e prospettive del Manifesto di Ventotene”. Sarà il tema del documento che lunedì 11 aprile sarà sottoscritto sulla seconda isola pontina dai rappresentanti di alcune comunità montane che, pur non avendo nulla a che fare con Ventotene, vogliono avere l’opera e la figura di uno degli autori del Manifesto come una bussola privilegiata della loro attività istituzionale. Ad aderire a questo documento saranno, tra gli altri, il commissario della XIII Comunità Montana Lepini – Ausoni Onorato Nardacci, il commissario della Comunità di Arcipelago Isole Ponziane Gennaro Di Fazio, il presidente nazionale dell’Uncem (Unione nazionale delle comunità montane) Marco Bussone, il presidente di Uncem Lazio Achille Bellucci e il sub-commissario prefettizio del comune di Ventotene Ada Nasti.

Il programma prevede, dalle ore 11, presso il Centro Polivalente del comune di Ventotene, gli interventi di approfondimento di Di Fazio, Bussone e Nasti, a seguire seguiranno la firma del documento “Attualità e prospettive del Manifesto di Ventotene” e l’omaggio, nel vicino cimitero di Ventotene, alla tomba in cui riposa il padre fondatore dell’Unione Europea subito dopo la sua scomparsa avvenuta a Roma il 23 maggio 1986. Di fronte a quella che era stata la catastrofe del secondo conflitto mondiale, Spinelli durante il suo esilio a Ventotene aveva maturato la convinzione che solo un’organizzazione federale avrebbe potuto farla rientrare da protagonista nel quadro internazionale. Per servire questa convinzione, Spinelli non fondò un partito, bensì un movimento trasversale ai partiti politici. Non è la prima volta che l’Uncem, quella nazionale e laziale, sceglie  Ventotene per operare i suoi approfondimenti istituzionali. Lo scorso settembre diede vita ad un “trainer camp” con l’Anci Lazio e al centro dei lavori ci fu la figura dell’amministratore pubblico, le cui responsabilità e competenza sono fondamentali per il rilancio dopo il disastro causato dalla pandemia e la possibilità senza precedenti di utilizzare al meglio i fondi che provengono dal piano nazionale di ripresa e resilienza.

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