Formia / Gestione del personale, settori e dirigenti: approvata e bloccata la riorganizzazione

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FORMIA – Scusateci tanto ma, forse, ci siamo proprio sbagliati. Le ultime sono state ore davvero febbrili, per alcuni cariche di tensione, al comune di Formia. La Giunta Taddeo ha smentito se stessa nell’arco di poche ore confermando come la gestione del personale costituisca sempre un terreno minato che non può essere affrontato senza la necessaria copertura e confronto politico tipici di una stagione che sfortunatamente non c’è più.

La delibera numero 67 del 25 marzo scorso, ma pubblicata soltanto martedì 5 aprile, aveva per oggetto un tema apparentemente noioso ed ostico: la ridefinizione dell’assetto organizzativo dell’Ente. E invece ha rappresentato per qualche giorno l’atto deliberativo più importante adottato dalla Giunta Forza Italia-Fratelli, quello dell’approvazione della struttura organizzativa del comune con la previsione di sei settori in sostituzione di quella approvata dalla Giunta Villa con la deliberazione numeroi 193/2019. La delibera numero 67 apparentemente diceva poco o nulla. In sostanza riportava un auspicio tipico di una qualsiasi campagna elettorale: la riorganizzazione dell’apparato dell’ente è necessaria “per perseguire un maggior grado di raggiungimento degli obiettivi e delle priorità di questa amministrazione con gli obiettivi del bilancio di previsione e del documento unico di programmazione 2022-24 in corso di approvazione”. Una delibera, apparentemente importante, che avrebbe dovuto apportare ad una “rifondazione dell’ente comune, sia attraverso un riequilibrio dell’organico dell’ente – dalla dirigenza a tutti gli altri livelli – che attuando un vero e proprio riassetto dei servizi e dei reparti, inserendo nuove competenze e soprattutto perseguendo l’obiettivo della completa digitalizzazione della macchina amministrativa”.

Concetti nobili e significativi che la stakanovista dirigente del settore Sviluppo economico del comune di Formia, Tiziana Livornese, sintetizzava con un grafico allegato alla delibera numero 67. Tutto nella norma, tranne per un particolare: la Polizia locale di fatto veniva cancellata come ripartizione autonoma. In sostanza veniva associata con questa nuova previsione al settore Servizi alla persona e all’avvocatura interna.Con una facile previsione da attuare con uno specifico decreto di nomina da parte del sindaco Gianluca Taddeo: il dirigente della Polizia Locale non sarebbe stato più la comandante Rosanna Picano (sulla scorta di uno specifico concorso vinto a suo tempo) ma l’avvocato Domenico Di Russo che al momento guida l’avvocatura ma anche la Cuc, la centrale unica di committenza.

La delbera numero 67 cos’altro prevedeva? L’istituzione di cinque altre ripartizioni: sviluppo economico, Economico-finanziario, Tecnico-Lavori pubblici , tecnico-Edilizia Privata e quella che sarebbe dovuta essere il nuovo posto di lavoro della dottoressa Picano, vale a dire Infrastrutture e trasporti( con annessi settori la Protezione civile, la sicurezza, trasporti e mobilità sostenibile, Dati e Open data, transizione digitale e Ced).

La Giunta Taddeo ha avuto paura – a quanto pare – di portare avanti questa auspicata “rifondazione”. Quando ha temuto che la delibera sarebbe stata impugnata con un indecifrabile ricorso al Tar (e fors’anche al Giudice del Lavoro) da parte della dottoressa Picano ha deciso di bloccare tutto. La decisione è stata assunta lunedì quando è stata approvata la delibera numero 84, poi pubblicata 24 ore più tardi. Il titolo è stato un omaggio alla sagacia cabarettistica: “Ridefinizoione dell’assetto organizzativo dell’ente-Determinazioni”.

La proposta di deliberazione è stata sempre della dirigente del settore sviluppo economico Tiziana Livornese ma questa volta è stata, a differenza di quanto non aveva fatto il 25 marzo scorso, la neo segretaria comunale Marina Saccoccia. Ha chiesto ed ottenuto di sospendere l’efficacia della delibera numero 67 “per addivenire ad una dettagliata enucleazione e specificazione dei servizi e degli uffici all’interno dei settori anche in considerazione dell’imminente ed ineludibibile approvazione del piano esecutivo di gestione”.

Ma cosa è cambiato – se è cambiato – in poco più di dieci giorni al comune di Formia con la consapevolezza che il piano esecutivo di gestione (come il bilancio di previsione 2022) è ancora un embrione che merita tanta cura e pazienza prima che diventi operativo? Che la fretta faccia partorire i gattini ciechi l’ha capito lo stesso sindaco Taddeo firmando martedì il decreto numero 12/2022. Tutti restano al loro posto, almeno sino al prossimo 15 maggio: la dottoressa Rosanna Picano al settore “Polizia locale e servizi ai cittadini”; Domenico Di Russo a quello “Affari legali ed amministrativi”; Tiziana Livornese al settore “Sviluppo economico, Affari generali, personale e transizione digitale”: Giuseppe Caramanica ai Lavori Pubblici e Daniele Rossi al settore “Economico-finanziario ed entrate”.

Manca un solo settore, il sesto, da attribuire, quello all’urbanistica. Ma una ragione c’è: il sindaco Taddeo deve scegliere il dirigente alla luce dell’ennesima selezione che, prevista dall’articolo 110 del decreto legislativo 267/2000, avrà una valenza triennale. In attesa il sindaco Taddeo ha conferito l’interim dell’urbanistica e Gestione del territorio all’architetto Giuseppe Caramanica.

L’architetto di Penitro, però, è in convalescenza per un serio problema di salute e l’interim dei Lavori pubblici e dell’Urbanistica è stato attribuito alla dottoressa Livornese “sino al rientro dell’architetto Caramanica”. Altro che “rifondazione dell’ente comune”.