Gaeta / Al Cinema Ariston arriva il docufilm “The Passengers” di Tommaso Valente e Christian Poli

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GAETA – Martedì 29 Marzo doppio appuntamento e doppia proiezione al Cinema Teatro Ariston a Gaeta per The Passengers il docufilm, dei registi Tommaso Valente e Christian Poli: alle 10.30 con gli allievi del Liceo Scientifico Enrico Fermi e dell’Istituto Nautico Giovanni Caboto. Alle 20.00 alla presenza, oltre che del pubblico, dell’Assessora al Distretto Sociosanitario e alla Pubblica Istruzione Gianna Conte. In entrambi gli incontri sarà presente il regista Tommaso Valente.

The Passengers è un intenso documentario che racconta la vita dei partecipanti ad Housing First – Prima la casa, progetto di contrasto alla marginalità sociale, un vero e proprio metodo che ha come obiettivo quello di offrire alle persone senza dimora l’opportunità di ‘abitare’ una casa, con il supporto di un’equipe transdisciplinare. Il film dà quindi voce al peso sociale delle fragilità umane senza dimenticare le grandi storie dietro al dramma. Quelle degli operatori e assistenti sociali che, con il loro impegno, rendono possibile questo viaggio verso un luogo chiamato “casa”.

The Passengers è stato prodotto da Kamera Film, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna ed il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, in collaborazione con il Consorzio di cooperative sociali Solco Ravenna, che gestisce il progetto Housing First su quel territorio, e Instant Documentary.

Sinossi
Il territorio di Ravenna, sospeso tra la sua storia secolare e il recente sviluppo industriale, è una terra di conflitti e paesaggi rarefatti. È qui che si sviluppa l’azione di “Housing First” e The Passengers racconta le vicende di questi “viandanti senza meta” che trovano nelle abitazioni in cui convivono un punto di ripartenza per i propri cammini. Ogni casa vive quindi di molteplici piani di narrazione e di molteplici storie, da quella dell’appartamento stesso, in cui esplodono e si risolvono i conflitti quotidiani della convivenza, a quelle singole di ogni partecipante al progetto. Storie spesso dolorose, di sconfitte, perdite, cadute negli abissi di alcol e droga; ma anche storie di riscatto, nei percorsi che ognuno dei protagonisti della serie intraprende per trovare la propria via nel lavoro e nelle relazioni. I toni del racconto sono, di conseguenza, a volte accesi, nel racconto di situazioni di coabitazione che rischiano una deriva drammatica, altre volte concilianti, quando il conflitto si stempera e la possibilità di una vita in comune, e di un parallelo reinserimento sociale, diventa possibile. A fare da contrappunto a questa “narrazione al presente” dei vari personaggi, tutta raccontata con un asciutto sguardo documentaristico, ci sono le backstory di ognuno di loro, i punti di partenza traumatici che li hanno portati fin qui.

Illustrate da animazioni evocative, le voci dei protagonisti riportano a matrimoni falliti, a crisi aziendali in cui si è perso tutto, a maltrattamenti subiti in famiglia e a migrazioni da paesi del terzo mondo.

Queste storie sono le travi narrative che reggono la struttura drammaturgica della serie: l’ineluttabilità del peso di quei vissuti è infatti, da un lato, un macigno difficile da portare, ma, dall’altro è il generatore delle passioni, dei sogni e delle speranze che si scontrano con la quotidianità e con la difficile convivenza con gli altri ospiti di “Housing First”. È così che negli appartamenti di Housing First si ama, si muore, si cresce, si vive, si impara, si litiga; i protagonisti delle nostre storie vincono e perdono, si aiutano e si ostacolano, si cercano e si allontanano proprio come accade in ogni contesto della società, solo che la loro particolare condizione rende ogni sentimento, ogni momento, ogni passaggio più evidente e l’intrecciarsi delle loro vicissitudini, la loro immediata concretezza in quanto immersi perennemente in una condizione di difficoltà, vuole toccare un nervo scoperto dello spettatore, fino a farci interrogare se questa via, che supera il mero assistenzialismo in un’ottica di responsabilizzazione degli ospiti, sia o meno quella giusta.

Note di Regia
L’intenzione di The Passengers è quella di restituire l’umanità insita in storie che spesso vengono narrate con il registro della pietà. L’idea si sviluppa tramite un doppio binario: quello diretto tipico del cinema del reale, legato in primis alle relazioni tra i protagonisti, e quello più costruito del loro racconto intimo. La camera a spalla e un montaggio nervoso, che mescola interviste e sguardi in macchina con momenti di osservazione, sono dettati dalla priorità di catturare l’immediatezza delle vite negli appartamenti, ma parallelamente la narrazione si apre ad inserti realizzati in studio con varie tecniche di animazione. Questi momenti accompagnano i monologhi scritti con i protagonisti del film, che hanno scelto come raccontare la propria intimità. Questo crea un contrappunto anche lirico con cui avvicinarsi ad un livello diverso dei personaggi. Il risultato che ci prefiggiamo è quello di restituire in maniera originale uno spaccato della società per nulla marginale.

“Provate a chiudere gli occhi e pensare alle vostre vite. I ricordi da bambini, l’adolescenza, il primo lavoro, le serate, il matrimonio…Ora apriteli e pensate a come siete finiti qui, dove siete ora nelle vostre vite, alle vostre case, a ciò che avete, a chi siete e al percorso che avete tracciato. In fondo questo è quello che abbiamo fatto con i protagonisti e il film è diventato la casa delle loro storie. The Passengers – spiega Tommaso Valente – è un film molto semplice, che nasce per ribadire il diritto che hanno tutti, anche i più fragili, a decidere come raccontarsi. Io e Christian attraverso la macchina da presa, abbiamo semplicemente cercato di ribaltare il concetto che, persone che hanno avuto difficoltà talmente grandi da fargli perdere la casa, siano necessariamente dei ‘bisognosi’. Con grande spontaneità hanno dimostrato quanto hanno da dare e quanto, la comunità, sia ‘bisognosa’ nei loro confronti. Alla fine di questo film mi sento più sporco, più contaminato, come se avessi drenato molte scorie lungo il tragitto, ma non è una cosa negativa. Queste scorie non provengono dai protagonisti, fanno parte di me. Fare questo film le ha smosse e mi ha permesso di conoscermi meglio”.

“Lavorare a questo film è stata un’esperienza toccante ed immersiva. A tratti difficile, perché incrociata ai momenti più duri della pandemia, ma molto arricchente sul piano personale. Le storie dei nostri protagonisti, dei passengers – prosegue Christian Poli – sono dense di un vissuto doloroso e questo non fa che avvicinarti a loro, lasciando a casa ogni intento di giudizio e portandoti dietro una forte necessità di comprensione. D’altronde è il senso intimo del film: raccontare storie di persone che hanno avuto vite complesse ma che ci sono vicine, potrebbero essere ognuno di noi alle prese con un inciampo della vita. La casa è l’àncora che ti può aiutare ed è il cardine del progetto Housing first che raccontiamo, ma il film parla in realtà di problemi genitoriali, di rapporti complessi con il lavoro, di dipendenze, di relazioni sociali compromesse. Tutti temi con cui ciascuno di noi ha avuto a che fare nel suo percorso. In questo, e nel fatto che ogni protagonista ha avuto un ruolo attivo nella scelta del modo in cui raccontarsi, credo risieda la forza del film”.

“Avere una casa non è scontato, probabilmente per la maggior parte della gente lo è – spiega Marino, uno dei protagonisti del film -. La vita può cambiare in un istante, decidere di intraprendere questo percorso con Housing First non è stato facile. Dovevi essere pronto a condividere la tua storia, le tue sofferenze e allo stesso tempo avere la forza di metterti in gioco, di ricominciare. Grazie agli operatori sociali, a Solco e con The Passengers, ai registi e alla produzione, ho potuto raccontare la mia esperienza che purtroppo è quella di tantissime altre persone. Alla fine del percorso, avere le chiavi in mano e aprire la porta di casa, è stata un’emozione fortissima. E vorrei che proprio questa emozione arrivasse al pubblico in sala“.

“Kamera film, con la produzione del docufilm The Passengers – dichiara Maria Martinelli, Producer di Kamera Film – vuole ancora una volta confermare le sue priorità e i suoi obiettivi : l’attenzione alle tematiche e agli autori del territorio con uno sguardo internazionale”.

Il film diventa quindi uno strumento di sinergia tra pubblico, privato e terzo settore che ha raccolto attenzioni e finanziamenti in tutti e tre gli ambiti, grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna e il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, BCC ravennate forlivese e imolese, Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora e Confcooperative Romagna.

Distribuito nelle sale da Emera Film in collaborazione con la FioPSD, The Passengers ha permesso ai suoi protagonisti di accedere anche un finanziamento attraverso un crowdfunding che ha raccolto il sostegno di ben 100 contributori.

Trailer The Passengers: https://vimeo.com/idocumentary/thepassengerstrailer