Latina / Entra in ospedale per la rottura del femore, muore per un’infezione

Cronaca Formia Latina Terracina

FORMIA – Entra in ospedale per la rottura del femore, muore due mesi e mezzo dopo per la “Klebsiella pneumonia”, la più classica delle infezioni batteriche. Ne sono convinti i familiari – la moglie, l’unico figlio ed il nipotino – di un uomo di 75 anni che, originario di un centro dei Lepini, hanno chiesto all’Asl di Latina, attraverso l’avvocato Renato Mattarelli, un risarcimento per la morte dell’anziano. Per quel decesso avvenuto lo scorso dicembre presso l’ospedale di Latina, una precisa richiesta di risarcimento danni  all’Asl pontina ritenendo che le cause del decesso siano riconducibili all’odissea ospedaliera e sanitaria vissuta dall’anziano.

Dal 4 ottobre a dicembre 2021 l’uomo ha subito 5 interventi e gira diversi ospedali della provincia. Quando l’intervento richiesto fu quello per il posizionamento di una protesi d’anca a seguito della frattura del femore destro. Sono stati coinvolti il “Santa Maria Goretti”, il “Dono Svizzero” di Formia ma anche il pronto soccorso di Terracina e poi di nuovo gli ospedali di Formia e Latina dove a dicembre dello scorso anno muore a causa di una infezione, sopraggiunta  – secondo i familiari – nei tre mesi di odissea.

Cinque gli interventi subito dall’uomo – ha reso noto la sua famiglia assistita dall’avvocato Mattarelli – che di fatto si era rivolto al pronto soccorso la prima volta – come detto – per la rottura del femore, gli altri per la lussazione dello stesso arto protesizzato e per la correzione dei precedenti interventi nel tentativo, da ultimo, di arginare (inutilmente) una sopraggiunta ed indotta sepsi letale.

Un fatto è certo. L’anziano 75enne non aveva alcun infezione al momento del primo accesso al “Santa Maria Goretti” di Latina. Nella lunga Pec inviata dall’avvocato Mattarelli all’Asl di Latina vengono ripercorsi i vari step patiti dall’uomo e si annuncia l’avvio di un risarcimento danni ma non si esclude neppure una composizione bonaria e pacifica della vicenda “per evitare procedure giudiziarie e stragiudiziarie”. Ora la parola spetterà all’ufficio legale dell’Asl che, dopo questa messa in ora, sarà chiamato a partecipare entro un paio di mesi ad un tentativo di conciliazione.

(In copertina immgine di repertorio)