Cronaca

Frosinone / Delitto Monteiro Duarte, un teste rivela l’autore dell’aggressione a Willy ormai a terra

FROSINONE – “A dare due calci e tre pugni a Willy quando era già terra è stata una persona con la camicia bianca. Mi ricordo che utilizzò solo il braccio destro perchè a quello sinistra aveva una doccia, una protesi”. Questa importante dichiarazioni l’ha rilasciata davanti la Corte d’assise del Tribunale di Frosinone Davide Viglianti, uno dei testi citati dalla difesa di Marco e Gabriele Bianchi, nella prima udienza del 2022 del processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne cuoco capoverdiano di Paliano massacrato di botte la notte tra il 4 ed il 5 settembre 2020 in Largo Oberdan a Colleferro.

Viglianti ha confermato, per certi versi, quanto aveva dichiarato ai Carabinieri in un Sit del 11 settembre di due anni fa, una settimana dopo il delitto di Willy. Ha ribadito come il primo a picchiare il cuoco di Paliano sia stato uno dei quattro imputati, Marco Bianchi, che arrivò a tutta velocità insieme al fratello Gabriele a bordo di un’Audi scura. Quando la vittima era caduta di spalle contro un’auto partecipò al massacro – secondo la versione resa da Viglianti – un altro giovane vestito di bianco. Tirò contro Willy ormai a almeno cinque tra calci e pugni. “Ricordo poi di aver visto un’altra persona provare a calmare gli animi e i fratelli Bianchi tornare verso la macchina e richiudersi tutti e quattro gli sportelli”.

Saltata la deposizione del professor Luigi Cipollini – uno dei medici legali nominati dalla difesa di Mario Pincarelli, – è stato interrogato dai sostituti Giovanni Taglialatela e Francesco Brando un altro consulente medico scientifico citato dalla digfesa dei fratelli Bianchi. Si tratta del dottor Diego Cirilli, lo specialista che partecipò all’autopsia di Willy insieme al consulente nominato all’epoca della procura di Velletri, il professor Saverio Potenza:”Quella di Willy è stata – ha detto – una morte rapida provocata da un colpo diretto. Ce lo dicono l’emorragia cardiaca e le infiltrazioni di sangue nei polmoni.

La causa della morte – ha spiegato alla Corte d’assise presieduta dal giudice Francesco Mancini – è stata una lesione emorragica a livello cardiaco e al collo, la conseguente infiltrazione ai polmoni. Letali i colpi al collo e al torace, che hanno provocato una morte rapida”. Si torna in aula il prossimo 24 marzo quando, a differenza di quanto avvenuto giovedì, dovrebbero intervenire in presenza, affiancando Francesco Belleggia, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli. Successivamente i sostituti procuratori Taglialatela e Brando formalizzeranno le loro richieste di condanna alla vigilia della sentenza conclusiva.

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