Gaeta / Elezioni2022, il candidato Silvio D’Amante punta su recupero e valorizzazione dei beni demaniali

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GAETA – “È fondamentale per un corretto e funzionale recupero dell’intero centro storico rientrare in possesso dei beni demaniali e avviare il loro pieno recupero e valorizzazione. Tanto è un atto dovuto nei confronti della nostra Gaeta e della sua storia. Con il vostro sostegno continueremo sulla strada intrapresa sempre in un’ottica di continuo miglioramento e reale progresso per Gaeta”.  E’ un punto di riflessione importante per il candidato sindaco di Gaeta, Silvio D’Amante, che sul recupero dei beni demaniali in città ha già puntato nei suoi passati anni amministrativi.
Tant’è che in un nota, intende proprio ricordare come si è occupato già della materia. “Nel 1993 la giunta Di Maggio – si legge –  affidò al COPIT (Comitato Parlamentare Innovazione Tecnologica) lo studio e la catalogazione dei beni demaniali presenti nella città di Gaeta. Successivamente la giunta D’Amante sottoscrisse il contratto e il lavoro svolto dagli architetti Di Mille, Colozzo e Sperduto, fu presentato alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati presieduta dall’Onorevole Giorgio Benvenuto, nato a Gaeta. Furono realizzati progetti che portarono al restauro della batteria Real Ferdinando, la batteria comando e della strada che dal Santuario della Montagna Spaccata conduce alla Carolina. Successivamente, solo con l’amministrazione Raimondi e l’assessore Antonio Ciano si riprese a parlare di beni demaniali e del loro ritorno al patrimonio della città  e destinazione d’uso (Villa Reale e Orto Botanico, Casa Tosti, Caserma Cialdini, Torrione Francese, Chiesa di S .Michele Arcangelo, Caserma Vittorio Emanuele, San Domenico)”.
“Oggi – conclude – aggiungiamo il Tempio di San Francesco e l’ex caserma Menabrea (Oratorio don Bosco ). Nello specifico, per l’Oratorio la nostra idea terrà in conto la funzione avuta dalla struttura durante quasi un secolo di attività formativa sociale e spirituale.  Per il Tempio di S. Francesco l’impegno per un definitivo restauro e per la piena disponibilità del bene da parte della Diocesi”.