Frosinone / Delitto Gabriel Feroleto: ricorre in Cassazione il padre Nicola Feroleto

Cronaca Frosinone

Sarà fissato a giorni l’inizio del processo in Corte di Cassazione del processo a carico di Nicola Feroleto, il 54 enne muratore di Villa Santa Lucia che lo scorso ottobre si era visto annullare dalla Corte d’assise d’appello di Roma la condanna all’ergastolo per non aver impedito la morte del piccolo Gabriel, il bambino di 18 mesi avuto dalla relazione extraconiugale con la 28enne di Piedimonte San Germano Donatella Di Bona. I giudici di secondo grado lo scorso ottobre avevano condannato Feroleto a 24 anni di carcere grazie al concordato proposto dal suo nuovo legale, l’avvocato Pasquale Cardillo Cuppo (subentrato al collega Luigi D’Anna dopo la condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Cassino) che aveva ottenuto il consenso alla riduzione della pena da parte del Procuratore generale e della stessa Procura di Cassino.

Nel ricorso per Cassazione la difesa Feroleto ripropone quanto aveva sempre sostenuto l’avvocato D’Anna e, cioè, di non trovarsi nelle campagne in località Volla a Piedimonte San Germano mentre la compagna Donatella strangolava a soffocava il piccolo di 28 mesi. Secondo la ricostruzione della Procura Feroleto era lì al momento dell’infanticidio semplicemente perché Donatella non avrebbe tollerato una crisi di pianto del bambino in un momento d’intimità con l’uomo di Villa Santa Lucia. Il ricorso presentato davanti la Suprema Corte “congela”, di fatto, il dissequestro dell’abitazione della modesta abitazione in cui vivevano Gabriel, la madre, la nonna Rocca e lo zio materno Luciano. I familiari del bambino morto sono rimasti senza tetto. Il comune di Piedimonte ha fatto quanto ha potuto senza quando nonna Rocca e Luciano, abbandonando volontariamente l’alloggio loro assegnato, avrebbero dormito per alcune notti presso la stazione di Cassino

Da un processo ad un altro. Inizierà lunedì 10 gennaio il dibattimento di secondo grado,davanti la Corte d’Assise d’appello di Roma, nei confronti di Donatella Di Bona, la giovane di 28 anni di Piedimonte San Germano che nel primo pomeriggio del 17 aprile 2009 avrebbe soffocato mortalmente il primogenito Gabriel. Il 2 dicembre il pm aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado , la condanna all’ergastolo, emessa il 12 novembre scorso dal Gup del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce al termine del rito abbreviato. I legali della donna, gli avvocati Lorenzo Prospero e Chiara Cucchi, hanno chiesto che venga riformulata la sentenza a 30 anni di carcere chiedendo, in sintesi, una nuova perizia psichiatrica per la donna ed un ‘altra, di natura medico legale, per accertare le cause del decesso di Gabriel.

Lunedì i giudici d’appello riferiranno se hanno ritenuto opportuno accogliere o meno le richieste della difesa di Donatella.