Gaeta / Progetto porto turistico a Calegna: grande attesa per l’opera, osservazioni e opposizioni

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GAETA – E’ già clima di campagna elettorale a Gaeta e riaffiora un vecchio ed irrisolto tema che sicuramente sarà oggetto di dibattito politico ma anche di legittime aspettative elettorali. Scadrà domani, giovedì, 11 novembre, il termine di un mese che, previsto dalla Legge (il Dpr 509 del 2 dicembre 1007), è stato concesso per presentare eventuali opposizioni e osservazioni nei confronti di un’importante e attesa opera pubblica privata: il porto turistico di Gaeta che, presentato dalla società Marina di Gaeta srl, sarà realizzato nel tratto di mare antistante il quartiere di Calegna.

Questo progetto, in considerazione delle parti in cause coinvolte, ricorda molto la variante per la cantieristica nello stesso tratto di costa che nel 2006 provocò la conclusione anticipata della prima consiliatura di centro destra e dunque, la sfiducia nei confronti dell’allora sindaco di Forza Italia Massimo Magliozzi. Il comune l’11 ottobre ha pubblicato un bando per poter presentare le osservazioni o le opposizioni nei confronti della delibera consiliare numero 49 del 29 luglio 2019 con cui veniva approvato il progetto definitivo del nuovo porto turistico. Votarono tutti i presenti 13. Se fossero stati in aula avrebbero fatto altrettanto i consiglieri di maggioranza Leccese, Magliozzi, Marzullo e Pellegrino. Non ci fu alcuna voto contrario mentre gli astenuti furono due: a sorpresa la presidente d’aula Pina Rosato ed il capogruppo della lista di minoranza “Una nuova stagione” Emiliano Scinicariello.

Questo avviso pubblico è coincidente allo svolgimento di una chilometrica conferenza di servizio al termine della quale, si ipotizza entro tre mesi e dunque alla vigilia del prossimo voto amministrativo di Gaeta, i pareri acquisiti serviranno all’ex Autorità portuale del Lazio per rilasciare alla società “Marina di Gaeta” la concessione demaniale marittima.

Si tratta comunque di un iter mastodontico iniziato con la delibera consiliare 72 del 29 novembre 2011 – a guidare il comune di Gaeta c’era ancora il sindaco Antonio Raimondi – con la quale, al termine di una valutazione comparata di proposte progettuali presentate, si scelse il progetto preliminare denominato “Marina di Gaeta” presentato dalla Società Marina di Gaeta S.r.l. Con la stessa delibera venne adottata la Variante Puntuale al PRG e dato atto dell’avvio della procedura di VAS con Istanza indirizzata al competente Dipartimento Regionale che la rilaasciò il 4 giugno 2012. Il marzo 2016 con il voto del consiglio comunale le norme tecniche di attuazione vennero integrate con l’introduzione della zona omogenea definita “Aree Pubbliche” finalizzata a disciplinare l’area del Porto Turistico in maniera omogenea e coerente con gli obbiettivi di recupero urbanistico dell’Amministrazione Comunale

Da questo momento divenne parte attiva dell’iter la Regione Lazio a cui venne inviato il progetto mentre il 30 giugno 2017,ai sensi della Legge Burlando (ll Dpr 509/1997) venne convocata la Conferenza dei Servizi propedeutica, tuttora in corso di svolgimento, alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma. Nella sua prima seduta affrontato il problema della viabilità inerente l’ingresso ai due bracci del porto e si è pertanto chiesto di integrare con nuove tavole migliorative il progetto

Che le carte non fossero a posto lo evidenziò il consigliere Scinicariello che in occasione dell’approvazione del “bellissimo” progetto definitivo deve fare i conti con la “sciatteria dell’Amministrazione” quando invece è importante per lo sviluppo occupazionale ed economico del territorio. Purtroppo nessun Consigliere ha contezza sul suo computo metrico. Qualcuno non ci ha detto il suo costo? A distanza di anni e, nonostante siano passate quattro amministrazioni, attendiamo risposta a questi interrogativi

Le osservazioni e le opposizioni presentabili entro l’11 novembre nei riguardi di questo progetto del “Marina di Gaeta” riguardano anche la finalità dell’iniziativa imprenditoriale. Questa soluzione – si legge nella relazione economico finanziaria – “vuole dare al luogo in oggetto una propria forte identità, prediligendo una destinazione a portualità turistica rispetto a quella di porto commerciale attualmente vigente in base allo strumento urbanistico”. L’idea guida, insomma, è quella di concepire una “marina integrato” che, pur ruotando intorno all’attività di diporto nautico, sia in grado di offrire all’utente un servizio ampio e articolato, creando un rapporto diretto con il centro abitato nel quale è inserito.

A questo proposito è stato individuato il punto focale della progettazione nella “piazza del porto”: cerniera tra la città ed il mare, essa diviene luogo di incontro e di svago, da utilizzare per mostre, manifestazioni e concerti all’aperto. Dalla piazza si può raggiungere, attraverso un sistema di rampe, l’altro elemento d’ordine della progettazione: la passeggiata pedonale. Questo percorso pubblico, attrezzato con opportuni oggetti di arredo urbano e costeggiato da un sistema del verde e da una serie di alberature, è concepito per essere utilizzabile e fruibile non solo da parte di utenti specificatamente interessati alle funzioni portuali, ma anche dalla cittadinanza. La passeggiata termina nella testata del molo di sopraflutto.

I punti di forza dell’idea progettuale sono la riqualificazione ambientale dell’area denominata Gaeta-Calegna, compresa tra Porto Salvo ed il Porto Commerciale; l’attento inserimento dell’intervento nel tessuto urbano di Gaeta, dal punto di vista infrastrutturale, morfologico, funzionale e architettonico; la permeabilità pubblica dell’intero insediamento mediante la sistemazione delle aree secondo un progetto coordinato di verde e arredo urbano, con creazione di una rete diffusa di spazi pedonali di pubblica fruizione e con la sistemazione di aree attrezzate; il ripristino della continuità pedonale del lungomare attraverso la realizzazione di una passeggiata a quote variabili (quota banchina e quota +4,00) lungo il molo di sopraflutto; la riqualificazione dell’area alla radice del pontile petrolifero; la possibilità di utilizzazione degli spazi pavimentati ad uso pubblico per manifestazioni ed attività dello svago e del tempo libero, la realizzazione di funzioni che non contrastano con le attività urbane limitrofe e la dotazione di aree pubbliche destinate a parcheggi, verde e viabilità; la dotazione di standard urbanistici in misura ampiamente sufficiente ad assolvere il fabbisogno generato dalle funzioni insediate, ivi comprese quelle legate all’infrastruttura portuale;la realizzazione dell’intera dotazione di parcheggi pertinenziali all’interno dei comparti di progetto; la realizzazione di un intervento integrato con un mix di funzioni tra loro compatibil e la realizzazione di attività commerciali e di servizio con caratteri di complementarietà rispetto all’infrastruttura portuale turistica.

I progettisti fanno parte della nota società d’ingegneria Rogedil srl di Rome e sono capitanati dal direttore tecnico, l’ingegner Franco Portoghesi. Tra i criteri guida dell’intervento hanno inserito quello della flessibilità; l’opera, infatti, potrebbe essere realizzata in una unica fase oppure in due fasi distinte anticipando la costruzione di un molo rispetto all’altro. E’ ambizione dell’intervento proposto creare un nuovo polo urbano assumendo valenze urbanistiche e sociali autonome ma anche integrate.

Il porto oggetto dell’avviso pubblico in scadenza si estende in uno specchio acqueo di circa 130 metri quadrati con la creazione di due moliquali opere esterne di protezione e delimitazione del bacino portuale. La scelta è condizionata dall’esigenza di limitare la riflessione del moto ondoso nelle aree marine prospicienti e da motivi di carattere estetico ed ambientale. Vengono di seguito riportate le caratteristiche tecniche dei moli. La diga di sopraflutto è lunga circa 540 metri, ha origine dalle sporgenze sul quale si radica il pontile petroli e, dopo un tratto iniziale rettilineo quasi ortogonale all’esistente linea di costa (sviluppo circa 221 metri), descrive un’ampia curva (raggio circa 293 metri) e termina dopo aver percorso ulteriori 319 m circa all’altezza della darsena di S. Carlo. Le quote dei fondali lungo lo sviluppo della diga variano tra i meno 6 e i meno sette metri e mezzo sotto il livello del mare .

Il molo di sottoflutto ha origine a fianco della darsena S. Carlo, in corrispondenza dell’omonimo campo sportivo, è lungo circa 260 metri con direzione pressappoco ortogonale alla linea di riva. Il corpo centrale delle opere foranee è costituito da un “tout-venant” di cava, un materiale definito povero in grado di garantire un carattere di impermeabilità. I pontili destinati all’attracco delle imbarcazioni sono radicati ai due moli principali e consentono rispettivamente le ricezione di 239 barche per il molo di sopraflutto e di 147 barche per quello di sottoflutto (oltre a 13 imbarcazioni ormeggiate direttamente in radice del molo di sopraflutto) per un totale di 399 posti barca dei quali il 10% (40 posti barca) destinati alle imbarcazioni in transito

Per quanto riguarda le modalità di ormeggio delle imbarcazioni i tecnici progettisti hanno optato per il classico sistema con le catenarie; in pratica le barche vengono ormeggiate di punta (di poppa o di prua a seconda delle preferenze individuali) e fissate in banchina con due cime fissate ad anelloni od a bitte opportunamente distanziate Il nuovo porto è dotato di tutti i servizi necessari per adeguarlo ai più moderni standard nautici. L’approdo è fornito della rete di distribuzione dell’acqua potabile che, a partire da due punti di presa principale (acquedotto comunale dal molo di sopraflutto e sottoflutto), raggiungerà le banchine e i pontili destinati ad ormeggio dei natanti, nonché tutti gli edifici di servizio, il centro polifunzionale gli uffici , la torre di controllo oltre che di un’area polifunzionale dedicata alla vendita, alla ristorazione ed ai servizi del marina (yacht club) localizzata in corrispondenza della radice del sopraflutto per una superficie totale di 2.260,00 metri quadrati, un’altezza di 8 metri ed una cubatura di 9.040 metri cubi

Se nel porto (che farà ricorso alle fonti energetiche rinnovabili) non è stata prevista un’area adibita alla cantieristica in quanto la presenza di diversi cantieri nautici lungo il tratto di costa prospiciente “è di per se più che sufficiente per soddisfare le esigenze dei frequentatori del marina”, una criticità riguarda la mobilità . Gli accessi al porto sono due, uno per il molo di sottoflutto ed uno per il molo di sopraflutto e, per quanto riguarda l’impostazione generale della viabilità pubblica, è stato osservato un criterio base: “modificare il meno possibile gli assetti presenti”. Nel tratto che collega il Lungomare Caboto con Porto Salvo viene rispettata la viabilità presente razionalizzando i sensi di percorrenza, mentre nella zona limitrofa al Porto Commerciale viene adeguata e prolungata verso mare la viabilità esistente che fiancheggia il campo di calcio.

Il porto turistico costituisce un’”estensione della città”, pertanto è garantito l’accesso pubblico ai moli. In particolare il molo di sopraflutto è concepito come passeggiata cittadina dotata di un percorso interno alla marina, pedonale e ciclabile, sopraelevato rispetto alla quota della banchina, in modo da costituire punto di godimento del paesaggio senza interferire con le attività dei diportisti. I posti auto ipotizzati sono superiori al 60% della quantità di imbarcazioni previste. Insomma il numero totale degli stalli a servizio dello specchio acqueo è di 257 (pari al 66% del numero dei posti barca). Nel molo di sottoflutto sono presenti 93 posti auto a cielo aperto; nel molo di sopraflutto, al fine di “minimizzare l’impatto visivo”, sotto la passeggiata pedonale a quota banchina, saranno ricavati 164 posti auto.

Tanti numeri, più o meno accattivanti per il futuro della diportica turistica di Gaeta, ma non risultano all’appello i più importanti, quelli economico-finanziari. Quanto costa il porto turistico “Marina di Gaeta” nessuno lo sa e soprattutto, con quali fondi privati sarà realizzato?