Frosinone / Delitto Santopadre, accertamenti estesi in Trentino e nella provincia di Caserta

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FROSINONE – Sono stati estesi in Trentino e nella vicina provincia di Caserta gli accertamenti dei Carabinieri per ricostruire la reale provenienza in Italia dell’albanese di 38 anni ucciso l’altra sera con un solo colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata da Sandro Fiorelli. In provincia di Trento risiedono una cugina ed un zio paterno dell’uomo nei confronti del quale il tabaccaio di Santopadre ha fatto fuoco dopo essere stato sorpreso in un tentativo di furto all’interno della villetta del commerciante 59enne.

Dalla provincia di Caserta arriva poi il legale di parte civile dell’albanese ed in Campania potrebbero essersi dileguati i presunti complici del 38enne subito dopo il ferimento mortale dell’uomo. La vittima sarebbe stata colpita da un colpo ravvicinato sparato da una distanza variabile dai cinque ai dieci metri, che non gli ha lasciato scampo. Il 38enne albanese è stato colpito sul fianco destro, probabilmente da una posizione laterale, nella zona sottostante l’ascella. L’aveva accertato l’esame autoptico che, durato diverse ore, era stato eseguito giovedì mattina presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dal dottor Vincenzo Caruso, il medico legale incaricato dal sostituto procuratore Marina Marra che in precedenza aveva iscritto il nome di Fiorelli sul registro degli indagati con l’ipotesi accusatoria di eccesso colposo di legittima difesa.

Che il tabaccaio abbia agito con il solo obiettivo di far fronte ad un precedente tentativo di aggressione da parte dell’albanese di 38 anni dopo essere stato sorpreso dal proprietario di casa né è convinto il legale dell’uomo, l’avvocato Sandro De Gasperis, che aveva nominato il medico legale Augusto Canali per partecipare all’esame tecnico irripetibile disposto dalla Procura di Cassino. Di fatto l’albanese è morto sul colpo riportando anche delle bruciature – si attende i risultati della Tac – provocate dai pallini multipli del colpo di fucile, all’altezza dell’avambraccio destro dell’albanese che lo aveva alzato nel probabile tentativo di colpire il tabaccaio di Santopadre.