Santi Cosma e Damiano / Immigrazione clandestina, domiciliari anche per Daniela Buinciuc

Attualità Cronaca Santi Cosma e Damiano

Arrestata dalla Guardia di Finanza di Mondragone con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di caporalato, è tornata presso la sua abitazione di Santi Cosma e Damiano Daniela Buinciuc, la donna romena di 51 anni accusata di aver gestito illegalmente ed in maniera stabile ed incessante una sorta di ufficio collocamento a favore di immigrati di nazionalità moldava.

Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Napoli che ha così concesso i domiciliari alla 51enne difesa dagli avvocati Antonio Urciuolo e Gianluca De Meo la Buinciuc nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva soltanto ribadito di aver offerto sporadicamente aiuto e assistenza agli immigrati che, giunti dall’est europeo, le chiedevano di lavorare in considerazione della sua datata presenza in Italia o addirittura di essere accolti presso la sua abitazione quando non avevano un luogo in cui vivere appena giunti nel nostro paese.

La tesi della Procura è stata un’altra sulla scorta di numerosissime intercettazioni, servizi di osservazione della pg nonché testimonianze delle persone sfruttate e fatte entrare illegalmente: in violazione del divieto di impiegare cittadini extracomunitari privi del permesso di soggiorno per motivi lavorativi, la 51enne invece li avrebbe reclutati e impiegati presso terzi. I legali Urciuolo e De Meo hanno impugnato al Riesame il provvedimento del Gip relativamente alla mancanza delle esigenze cautelari per la reiterazione delle prove e dell’inquinamento probatorio

Il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi invece aveva concesso autonomamente i domiciliari alla seconda persona arrestata dalle Fiamme Gialle sul territorio del Golfo. Si è trattato di Andrei Ciorba, un moldavo di 39 anni residente a Gaeta. L’uomo, difeso dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, aveva ridimensionato personalmente al Gip Rossi la portata dell’impianto accusatorio del sostituto procuratore Mariangela Condella. Aveva soltanto confermato di essere il conducente del furgone con cui ha trasportato nel sud-pontino e nei centri dell’alto casertano decine e decine di connazionali. Aveva respinto invece l’accusa di aver procurato ai suoi clienti il pass per arrivare in Italia e, dunque, nell’area Schengen passando per l’Ungheria che – secondo la convinzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere – sarebbe dovuto essere motivato solo dallo svolgimento di attività lavorative.