Sud Pontino / Immigrazione clandestina, interrogatori del Gip di Santa Maria Capua Vetere

Attualità Cronaca Gaeta Santi Cosma e Damiano

SUD PONTINO – Hanno deciso di rispondere a tutte le domande del Gip di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi nel corso dell’interrogatorio di garanzia il moldavo di 39 anni e la rumena di 51 anni, residenti a Gaeta e a Santi Cosma e Damiano, arrestati nei giorni scorsi dagli agenti della Compagnia di Mondragone della Guardia di Finanza con le accuse di essere alla testa di un’organizzazione criminale dedita a favorire da anni l‘ingresso illegale in Italia di decine e decine di cittadini moldavi.

L’uomo, difeso dall’avvocato Pasquale Di Gabriele, ha ridimensionato al Gip Rossi la portata dell’impianto accusatorio del sostituto procuratore Mariangela Condella. Ha soltanto confermato di essere il conducente del furgone con cui ha trasportato nel sud-pontino e nei centri dell’alto casertano decine e decine di connazionali. Ha respinto invece l’accusa di aver procurato ai suoi clienti il pass per arrivare in Italia e, dunque, nell’area Schengen passando per l’Ungheria che – secondo la convinzione della Procura di Santa Maria Capua Vetere – sarebbe dovuto essere motivato solo dallo svolgimento di attività lavorative.

La donna, che da anni vive e risiede stabilmente a San Cosma con la figlia, è finita nel carcere femminile di Pozzuoli con l’accusa di aver gestito l’attività di intermediazione illecita nel reclutamento e nell’impiego di manodopera di cittadini moldavi. La 51enne, assistita dall’avvocato Antonio Urciuolo, ha soltanto ribadito di aver offerto sporadicamente aiuto e assistenza agli immigrati che, giunti dall’est europeo, le chiedevano di lavorare in considerazione della sua datata presenza in Italia o addirittura di essere accolti presso la sua abitazione quando non avevano un luogo in cui vivere appena giunti in Italia.

La tesi della Procura è un’altra; in violazione del divieto di impiegare cittadini extracomunitari privi del permesso di soggiorno per motivi lavorativi, la 51enne invece li avrebbe reclutati e impiegati presso terzi, svolgendo questa attività come se fosse una vera e propria agenzia di collocamento – illecita ovviamente – in maniera stabile ed incessante. I legali dei due indagati hanno chiesto l’attenuazione della misura cautelare con la concessione degli arresti domiciliari. Il Gip Rossi si è riservato la decisione.