Cronaca

Sezze / Corruzione e “distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere”, tra i reati dell’operazione “Omnia 2019” [VIDEO]

SEZZE – Alle prime luci dell’alba è scattata l’operazione “Omnia 2019”, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Latina, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina, su richiesta del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore della Repubblica Valerio De Luca nei confronti di undici persone, delle quali due sono finite in carcere e gli altri nove sono stati messi agli arresti domiciliari.

Le persone interessante dovranno rispondere, a vario titolo, di: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato ed esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria. Reati dei quali, a vario titolo, son ritenuti responsabili anche altre quindici persone alle quali sono stati notificati gli avvisi di garanzia.

L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019 e sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video, nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, ha permesso agli inquirenti di appurare che: e cui complesse risultanze consentivano di dimostrare che il custode del cimitero di Sezze riceveva somme di denaro per indurre i privati a versare somme di denaro e assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi  a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata.

I Carabinieri hanno anche appurato il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune; la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze; la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio; le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di ristrutturare la propria tomba di famiglia attraverso ditte edili esterne, nonchè le responsabilità di tre degli indagati che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta nei confronti del custode del cimitero.

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