Coronavirus e lavoro, dati allarmanti in provincia di Latina: lo studio di Uil Lazio

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LATINA – Quanto ha inciso la pandemia sullo stato di salute, già carente, del lavoro in provincia di Latina? La segreteria pontina della Uil offre subito un dato raccapricciante: sono state concesse 17,3 milioni di ore di cassa integrazione da gennaio a novembre 2020, tredici volte in più nello stesso periodo del 2019. La traduzione della forza di lavoro è davvero inquietante: in provincia di Latina durante le prime due fasi dell’emergenza sanitaria hanno beneficiato di questo ammortizzatore sociale circa 54mila lavoratori pontini. Questi ed altri dati emergono da un focus realizzato dalla Uil Lazio insieme all’Istituto di ricerca “Eures” sui primi effetti della pandemia nella provincia pontina.

Si partiva dal 54,4% di lavoratori occupati al termine del 2019, contro il 61 della media regionale, da 33mila residenti in provincia di Latina impegnati – con un indice di disoccupazione di quasi quattro punti percentuale superiore alla media – alla ricerca disperata di un lavoro. L’emergenza Covid, il seguente lockdown, le chiusure delle attività considerate non essenziali, le attuali indispensabili limitazioni per scongiurare una terza ondata stanno provocando un’irrimediabile lacerazione del tessuto economico e sociale in provincia di Latina e ad essere i più colpiti sono il manifatturiero, il turismo e le attività culturali. Sul territorio le esportazioni rappresentano oltre il 54% della ricchezza prodotta. I dati relativi al commercio con l’estero destano forte preoccupazione. In soli nove mesi – da gennaio a settembre 2020 – le esportazioni hanno presentato una flessione del 10,5%. Circa 800 milioni di euro in meno, un calo in gran parte determinato dalla riduzione delle vendite all’estero di prodotti farmaceutici e chimico medicali (-12,3%) nonostante la dinamica di crescita del mercato globale di questo settore. L’altra faccia della medaglia parla di un contestuale incremento delle importazioni (+10,1%), determinato dalla specificità della produzione farmaceutica locale orientata prevalentemente alla trasformazione e al confezionamento di prodotti finiti, da cui dovrebbe derivare un nuovo aumento delle vendite all’estero nel prossimo futuro.

Altri dati, preoccupanti, riguardano, poi, le richieste formalizzate per beneficiare delle misure straordinarie per affrontare l’emergenza Coronavirus: 11mila le domande per usufruire del reddito di emergenza, altrettante quelle per l’indennità per i professionisti con partita Iva e lavoratori co.co.co. Oltre 16mila le richieste di indennità una tantum per i lavoratori agricoli a tempo determinato. Cosa fare ora? Occorre porre il lavoro e la persona al centro di tutto. Quindi diritti sociali e politiche socio industriali. A ribadirlo è il segretario provinciale di Latina della Uil, Luigi Garullo, illustrando il documento ‘Ricostruire il futuro’, che Cgil Cisl e Uil hanno inviato alla Regione Lazio per costruire “un nuovo modello di sviluppo”.

“Il 2020 è stato un anno orribile – ha osservato Garullo – Quello attuale si è aperto con l’imperativo dichiarato di scongiurare la terza ondata, sotto questo aspetto la riapertura delle scuole sarà una prova di maturità per tutti, una sfida che viaggerà sul fragile equilibrio della responsabilità personale e della massima circospezione. Accanto alle preoccupazioni quotidiane e alla speranza di mettersi l’emergenza sanitaria alle spalle il prima possibile, il sindacato è impegnato a dare il proprio contributo per ricostruire il Paese”.