Formia / Ospedale Dono Svizzerro, Simeone: “caos sanitario, Casati si dimetta e chiesa scusa ai cittadini”

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FORMIA – “L’ospedale Dono Svizzero versa in una condizione vergognosa per colpa delle scelte irresponsabili del direttore Casati”. Tuona così – in una nota – Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare.  Le sue parole giungono a margine della lettera aperta che il Sindaco di Formia, Paola Villa, ha firmato qualche giorno fa, facendo appello all’esigenza di potenziare e tenere in attenzione il presidio sanitario che sta affrontando l’emergenza sanitaria come riferimento di un’importante fetta di utenza.
“Ciò che sta avvenendo nel secondo nosocomio della provincia è indegno di un Paese civile – afferma Giuseppe Simeone –  ed è irrispettoso della dignità delle persone e dei diritti dei malati.  In questi ultimi giorni sono stati chiusi due reparti e vi sono oltre una decina di operatori sanitari contagiati. Abbiamo una Medicina d’urgenza completamente dedicata ai casi Covid e al momento con zero posti letto riservati all’attività ordinaria, cosa inaccettabile per un Dea di I livello.  Come se non bastasse andiamo incontro a ricadute negative sull’attività ordinaria, dal blocco degli interventi alle sale operatorie sospese.  Comprendo e condivido quindi la posizione del sindaco Villa che in una nota al vertice dell’Asl ha sottolineato le tante, troppe criticità presenti nell’ospedale”.
A questo proposito il Consigliere regionale Simeone ripercorre una serie di contraddizioni che sarebbero emerse nelle valutazioni della connotazione come ospedale Covid del “Dono Svizzero” le cui conclusioni “portavano a definire il nosocomio di Formia non idoneo – ricorda Simeone –  per essere inserito nella rete degli ospedali Covid. Appena sei medi dopo, senza che venissero apportati gli opportuni adeguamenti sulla struttura, necessari a poter ospitare i malati affetti dal virus, il Dono Svizzero è stato classificato come Covid Hospital con sei posti letto. Ci siamo chiesti, come è stato possibile un cambio di linea in assenza di percorsi differenziati, all’interno del Dono Svizzero, volti a scongiurare il rischio contagio tra i pazienti affetti da Covid-19 e gli altri”.
“Avevamo riscontrato – spiega ancora Simeone –  l’evidente assenza di percorsi protetti e dedicati, distinti e separati dai percorsi puliti. Gli stessi utenti segnalavano e denunciavano la promiscuità tra pazienti Covid e no Covid, che si ritrovano negli ‘stessi identici passaggi’ e negli ‘stessi identici corridoi’. Eppure l’Asl non è stata capace di separare i pazienti Covid dai malati per altre patologie. Peraltro su questa situazione di estrema emergenza sono state presentate due interrogazioni all’assessore D’Amato e non abbiamo ricevuto risposte soddisfacenti. Purtroppo siamo stati facili profeti, il quadro che si sta delineando sulle condizioni dell’ospedale è terrificante”.
E conclude nella sua nota cone delle domande ed altre considerazioni. Leggiamo, infatti: “Ci chiediamo, ne è valsa la pena?  Non era prevedibile uno scenario simile con operatori sanitari contagiati e reparti chiusi? L’Asl non avrebbe dovuto immaginare le ripercussioni negative sull’attività ordinaria con interventi chirurgici bloccati e sale operatorie sospese?  Casati ha sulla sua coscienza il caos sanitario esistente sul golfo di Gaeta. E’ lui l’unico responsabile dello scempio avvenuto nell’ospedale di Formia. Se avesse un minimo di dignità dovrebbe dimettersi dall’incarico e chiedere scusa ai cittadini di un comprensorio penalizzati da un’inefficienza sanitaria senza precedenti”.