Gaeta / Racket degli stabilimenti balneari, chiude le indagini per quattro indagati

Cronaca Gaeta

GAETA – Gli atti vandalici subiti, alla fine, hanno centrato l’obiettivo sperato: le due imprenditrici di Scauri, madre e figlia di 69 e 36 anni, Maria P. e Fabiola D.M.M, titolari di una regolare concessione comunale marittima, la numero 4 del 2015, sono state costrette a non esercitare l’attività di noleggio di attrezzatura da spiaggia su un tratto di spiaggia libera in località Ariana a Gaeta. Della loro triste vicenda imprenditoriale, iniziata nel giugno 2019 e conclusasi lo scorso febbraio, si occuparono subito gli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta,il cui intervento fu richiesto quando ignoti nottetempo agli inizi della stagione balneare 2019 cosparsero di benzina i lettini e le sdraio di proprietà delle titolari dell’attività di noleggio. Le indagini sono durate otto mesi e ora si sono concluse. A coordinarle è stato il sostituto procuratore Marina Marra contro quattro presunti concorrenti delle donne scauresi, Damiano V. di 51, anni di Formia, Antonio B., di 48 anni di Gaeta, Filippo N., di 47 anni di Formia ed una donna di 45 anni, Annunziata S, anche lei di Formia.

Con la conclusione delle proprie indagini preliminari la Procura di Cassino ha anche definito ruoli e compiti questo quartetto: se Antonio B. è stato considerato l’istigatore, gli altri tre sarebbe stato gli autori materiali dei diversi episodi intimidatori commessi. Sono tutto indagati con le ipotesi accusatorie di estorsione, atti persecutori e furto aggravato, reati che avevano lo scopo di accaparrarsi la clientela delle due noleggiatrici di Scauri. Tra questi la Polizia ha accertato l’imbrattamento, compiuto con la vernice, dell’auto del bagnino che prestava servizio presso lo stabilimento balneare dell’Ariana, la sottrazione delle chiavi dei servizi igienici del lido per provocare, a causa della loro chiusura, la revoca della concessione demaniale, il ricorso ad una colla speciale per danneggiare un lucchetto attraverso il quale l’attrezzatura da spiaggia non poteva essere utilizzata. E ancora tra gli atti intimidatori figurano il danneggiamento e la sottrazione di parti del chiosco-bar, dei kit di salvataggio dei bagnini contenenti le bombole di ossigeno ed una palla ambu abitualmente utilizzate nelle operazioni di soccorso, la realizzazione di lavori straordinari a carico di costi superflui ai danni dell’attività di noleggio, la promozione fraudolenta di una vertenza sindacale del valore di 30mila euro nei confronti delle due concessionarie, l’inoltro di richieste arbitrarie di controlli infondati sull’area di spiaggia in concessione, la presentazione di false querele, il reclutamento di falsi testimoni e la manipolazione del proprio fatturato per costringere le due donne – cosa poi avvenuta – ad abbandonare la propria attività lavorativa.

Il secondo capo d’imputazione è altrettanto grave. Questo stato di cose avrebbe provocato alle due noleggiatrici di Scauri un “perdurante e grave stato di disagio, turbamento e timore per la propria incolumità. Erano sempre preoccupate – scrive il Pm Marra – di essere sempre aggredite dai quattro indagati alpunto da essere costrette ad alterare le proprie abitudini di vita,svolgimento del proprio lavoro e condizionare la vita relazionale e sociale.

I legali dei quattro noleggiatori di Formia, gli avvocati Vincenzo Macari, Renato Ciamarra e Felice Belluomo, hanno annunciato che presenteranno mirate memorie difensive prima che lo stesso Pm Marra chieda – com’è probabile – il loro rinvio a giudizio. Dovranno difendersi il 1 ottobre davanti il Tribunale del Riesame al quale si rivolto la Procura di Cassino contro il provvedimento del Gip Salvatore Scalera che ha respinto la richiesta di divieto di recarsi a… Gaeta.