Cronaca

Coronavirus, aumento dei casi nel sud pontino: istituito il drive in per effettuare tamponi a oltre 100 persone

FORMIA – Le persone invitate dall’Asl, circa 110, ad effettuare i tamponi presso il drive in allestito nell’area mercato di via Olivastro Spaventola di Formia erano contingentate e appartenenti al link epidemiologico della cluster della pescheria “Purificato”. E, invece, nonostante il chiaro e preciso invito del sindaco Paola Villa a rispettare le indicazioni dell’Asl, lunghe ed estenuanti code di automobilisti si sono create nel piazzale sfidando la canicola ed un caldo africano dove era stata allestita l’Uscar, l’Unità speciale di continuità assistenziale della Regione. A chiedere di sottoporsi ai tamponi, realizzati in stretta collaborazione con l’ospedale Spallanzani di Roma,sono stati invece centinaia di cittadini comuni, tantissimi dei quali non hanno mai a che fare con il cluster individuato dall’Asl presso la struttura commerciale ed imprenditoriale di piazza Risorgimento. L’esito dei tamponi si conoscerà nelle prossime ore così come si attendono i risultati di quelli cui sono stati sottoposti altri dipendenti e familiari del 50enne Gianni Purificato,attualmente ricoverato allo Spallanzani.

Nel bollettino dell’Asl di ieri sono state censite le cinque positività anticipate dal sindaco Villa nel corso della conferenza stampa tenuta martedì pomeriggio: si tratta di componenti del nucleo familiare dell’imprenditore cui si è aggiunto un giovane di 20 anni di Minturno che ha frequentato negli ultimi giorni il figlio di Purificato, anch’egli alle prese con il Coranavirus. Nella vicina Gaeta c’è attesa per conoscere l’esito dei tamponi dei dipendenti di un’altra pescheria e take away, “Come il mare”, strettamente legate ovvie ragioni commerciali all’attività formiana. Tre di loro hanno contratto il Covid e la proprietà, rappresentata da un altro stimato imprenditore del settore come Damiano Magliozzi,ha deciso in via precauzionale e cautelativa, ha deciso di chiudere l’attività per essere sottoposte a sanificazione. Lo stesso provvedimento è stato assunto per un altro locale del gruppo, il ristorante “Paitté”, in località Fontania a Gaeta. A Formia, invece, continuano ad essere chiusi, con un’ordinanza del sindaco Villa, l’azienda principale, la “Purificato srl”, di piazza Risorgimento il ristorante “Bella Blù” prospiciente la pineta di Vindicio e la pescheria di via De Gasperi attigua alla Coop (quest’ultimo supermdercato, che ha una gestione diversa, resta aperto).

Questa preoccupante situazione di Formia e Gaeta era stata illustrata martedì,in due distinte conferenze stampa, da sindaci Paola Villa e Cosmo Mitrano. Soprattutto il primo cittadino di Formia aveva preannunciato che al drive in di via Spaventola i tamponi sarebbero stati eseguiti esclusivamente sui dipendenti delle aziende gestite da Purficato, le persone individuate dall’Asl nell’ambito della propria indagine epidemiologica. L’appello di evitare assembramenti e difficoltà agli operatori sanitari dell’Uscar è caduto purtroppo nel vuoto e lo stesso sindaco aveva detto chiaramente che le persone che non figurano nell’elenco dell’Asl avrebbero potuto contattare il loro medico di base per realizzare successivamente i test. I sindaci dei due principali centri del Golfo avevano invece censurato le fake news e le altre notizie allarmistiche diffuse il giorno prima su alcuni social, che riferivano addirittura dell’istituzione a Formia di una “zona rossa”. Il sindaco Paola Villa si è già attivata, in collaborazione con la polizia municipale e le altre forze dell’ordine, “per identificare gli autori di notizie infondate e allarmistiche che creano soltanto timori e disagi in un momento in cui ci sarebbe piuttosto bisogno di calma, tranquillità e solidarietà”.

Che ci sia “molta preoccupazione” per la crescita dei contagi da Covid-19 a Formia e dintorni lo ribadisce il capogruppo del Pd Claudio Marciano che ha avanzato una proposta: il drive in allestito in via Spaventolai “deve restare permanente. Non solo, ma si deve attrezzare al Dono Svizzero o in collaborazione con uno dei tanti laboratori d’analisi privati del territorio la possibilità di testare in loco i tamponi. Bisogna farli subito, e farne tanti. Andare a Latina, aspettare due giorni prima del responso, è inaccettabile. Il sudpontino ha oltre 100mila abitanti, e Formia, ospita quasi tutti i plessi di scuole superiori del comprensorio”. Da qui l’appello a “non aver paura”,a seguire le “indicazioni delle autorità sanitarie e politiche, senza che vi sia la necessità di restrizioni esemplari, fake news e pagliacciate varie” ed il monito rivolto al sindaco Villa, “se non lo ha già fatto, di chiedere ufficialmente e immediatamente alla As di provvedere. Se occorre, siamo a disposizione per queste e altre iniziative a tutela della nostra popolazione.” La proposta di Marciano è stata condivisa subito dal sindaco Villa che, alla luce del crescente numero di soggetti a cui è richiesta l’ottemperanza della quarantena preventiva ed in vista dell’imminente riapertura delle scuole e l’assoluta necessità di potenziare la risposta diagnostica per prevenire potenziali contagi a catena, ritiene “indispensabile l’installazione di un Drive in diagnostico presso il presidio Ospedaliero di Liegro a Gaeta o in altra sede decisa dall’Asl sul territorio Sud Pontino”.

Per il sindaco di Formia “insediare un punto Drive in dotato di tutta la strumentazione utile dove effettuare i tamponi necessari e richiesti per la diagnosi differenziati in ordine alla patologia presso l’Ospedale di Gaeta è una soluzione ottimale vista anche la presenza degli spazi necessari ed al fine di evitare che i soggetti interessati da una possibile infezione devono recarsi, se non inseriti sulla piattaforma aziendale, a 100 km di distanza per effettuare una diagnosi o devono attendere l’arrivo degli operatori della Asl. Attualmente l’assenza di una struttura fissa e perfettamente allestita, costringe gli operatori del distretto di Gaeta deputati ad effettuare i tamponi a recarsi a domicilio dei pazienti con una dispersione territoriale di decine e decine di km senza poter fornire a volte un servizio ottimale – conclude l’esponente Dem – La presenza di una struttura fissa garantirebbe una migliore organizzazione del servizio, una migliore e più celere risposta e soprattutto tutelerebbe sia i cittadini, sia gli stessi operatori sanitari.”

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