Minturnae, dopo il lockdown riprendono gli scavi all’area archeologica

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MINTURNO – Ha aperto ieri il primo cantiere degli scavi archeologici presso il Castrum della Antica Minturnae. I primi giorni di attività saranno dedicati alla pulizia della vegetazione cresciuta durante il periodo di inattività dovuta al lockdown per l’emergenza Covid-19, che ha anche determinato l’interruzione dei lavori di scavo.

Per questo intervento il Ministero dei beni e delle attività culturali ha stanziano la cifra di un milione di euro. L’appalto è stato aggiudicato dalla ditta Celsi che circa due mesi fa aveva iniziato la cantierizzazione dell’area. La parte interessata ricade su un’area di pertinenza del Comune di Minturno, adiacente a quella del comprensorio archeologico che fu acquistata nel 2000, con un atto di giunta comunale, e messa a disposizione della Soprintendenza nell’ambito di un accordo di programma del 2001.

L’intervento mira ad aumentare la fruizione pubblica e la valorizzazione del patrimonio culturale e servirà anche per riqualificare una parte dell’Acquedotto Romano, con un investimento di circa 80mila euro. Dagli scavi potrebbero emergere opere di pregio, come già accaduto in passato con reperti molti dei quali sono finiti nel museo di Napoli. Sul Castrum, infatti, venne edificato, in età cesariana, un grande santuario contraddistinto da ninfei e fondate, scavato negli anni ’30 e in seguito identificato come Tempio di Cesare. Vi furono costruiti altri piccoli templi nei secoli a venire. Il Castrum è il sito dei primi scavi borbonici. Nel 2003 la Soprintendenza aveva già condotto un’indagine archeologica volta alla verifica di alcune ipotesi stratigrafiche.

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