Gaeta / Ex Avir illuminata per le vittime del Coronavirus con una spesa di 10mila euro, è polemica

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GAETA – La rete, a fronte della preoccupante e perdurante silenziosità della classe politica di Gaeta, sia della maggioranza che soprattutto delle minoranze, si sta rivelando essere la migliore cassa di risonanza per l’ultima e discutibile iniziativa dell’amministrazione comunale che, mentre si adopera per raccogliere fondi da destinare ad una migliore operatività e fruibilità dell’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro”, destina ben 10.606 euro per realizzare un servizio di cui la città, alle prese con l’inizio della delicata “Fase 2” sociale dell’emergenza Coronavirus, avrebbe fatto senz’altro a meno: l’illuminazione architetturale dell’ex vetreria Avir.

L’amministrazione comunale ha un feeling con le luci – le Luminarie Natalizie hanno costituito una fortunata e positiva svolta nella gestione turistica della città inaugurando un’apprezzata destagionalizzazione del suo brand, della sua immagine e della sua stessa vocazione all’accoglienza – ma davanti ad un’emergenza sociale in corso il denaro pubblico andrebbe utilizzato con una sufficiente dose di buonsenso e, secondo la rispolverata concezione Morotea della politica, necessaria responsabilità. E invece la potentissima dirigente della Polizia locale Annamaria De Filippis, nella veste di responsabile del dipartimento “Cultura e benessere sociale”, il 1 aprile scorso ha firmato e ha adottato la determina numero 289 della cui esistenza si è avuta traccia nelle ore in cui la sezione Tributaria della Corte di Cassazione ha annullato un tardivo e illegittimo avviso di accertamento notificato dalla stessa Giunta Mitrano nel dicembre 2015 alla Soes per il mancato (e non dovuto) versamento al comune della Tarsu, il tributo per la gestione delle strisce blu.

In una città, Gaeta, alla stessa stregua di Formia e Minturno, in cui molte famiglie cominciano ad avere fame, vengono investiti 10.606 euro (fortunatamente comprensivi di Iva) per illuminare “l’intera area” del nuovo gioiello di famiglia, l’ex vetreria Avir, “con fasci di luce con i colori della bandiera italiana”. Sino a quando? Lo aggiunge subito dopo la dottoressa De Filippis “sino alla fine del periodo di emergenza dal Coronavirus” (quelli dotati di buonsenso e di responsabilità sperano che termini “prima possibile”). E perché? Il corso amministrativo al Comune di Gaeta da tempo geneticamente ha appreso di avere qualità “alla Nostradamus” – come ammesso con il suo sornione sorriso a 32 denti dallo stesso sindaco Mitrano – nel senso di anticipare i provvedimenti legislativi e normativi che nella gestione dell’emergenza del Covid 19 hanno assunto i presidenti del consiglio dei Ministri Conte e della Regione Lazio Zingaretti. E così ha motivato la scelta di conferire l’incarico alla ditta “Centro Musica Service srl” (a conclusione di una regolarissima trattativa diretta avviata sul Mepa) – che opera a pochi metri dall’abitazione della famiglia Mitrano – per ricordare “il valore dell’unità nazionale e per dare un segnale di speranza e di unità in questa lotta al Covid 19”.

Insomma, Cosimino Mitrano uber alles e Gaeta l’ombelico del mondo per stanare la planetaria pandemia. La determina della fedelissima dirigente De Filippis (caratterizzazione che forse non era più parte integrante del dna del suo predecessore Mauro Renzi) ha un’altra peculiarità tecnico-contabile dietro la quale ci sarebbe – secondo le solite malelingue gaetane – lo “zampino” del sindaco-dirigente Mitrano: i 10.606 sono la somma algebrica, in termini di importo, di altrettanti capitoli nel bilancio 2020 che la Giunta,sempre con le sin troppe reclamizzate doti del buonsenso e della responsabilità, avrebbe potuto (e non dovuto) autorizzare dopo un parere (consultivo e non obbligatorio) della commissione consiliare bilancio. Ma – si sa – a Gaeta si possono illuminare con il bianco, rosso ed il verde le mura cadenti dell’ex vetreria di Serapo – finita nel patrimonio immobiliare del comune dopo due sentenze del Consiglio di Stato e grazie al via libera del Tribunale di Latina nell’ambito di un contenzioso aperto con gli ex proprietari – ma riunire il consiglio comunale e tanto meno le commissioni è considerata una possibile causa di contrarre il Covid 19. E’ meglio dopo…

Insomma l’orchestrina deve continuare a suonare mentre il Titanic, ormai inclinato, ha iniziato la fase drammatica dell’affondamento. Il contenuto della determina dirigenziale naturalmente non è passato inosservato a nessuno, tantomeno alle attente minoranze che, considerate a ragione da molti biblisti “le sentinelle del mattino”, hanno condiviso oralmente le tante perplessità dei cittadini inferociti sui principali canali social ma ad veicolare un commento ufficiale nessuno aveva tempo per accendere un computer.

Naturalmente anche a Gaeta ci sono le dovute eccezioni. Due di numero su una popolazione superiore alle ventimila persone. Il primo commento è stato dell’associazione “Insieme per Gaeta”: Siamo così attenti da due mesi a questa parte, a non lasciarci sopraffare da un virus pericoloso e, ora sempre più, dalle conseguenze economiche e sociali di una pandemia, che non ci sembra reale e possibile che un Ente Pubblico, il più prossimo ai cittadini, il più vicino ai bisogni di ciascuno, pensi come se quanto ci sta accadendo, nulla sia. Ma “non ci si può credere” che con i soldi di una città in ginocchio, si spenda ancora senza cambio di strategia… Ogni famiglia, ogni impresa, ogni attivita commerciale invece è costretta a farlo, a chiedersi per sopravvivere: “Lo posso fare? è necessaria questa spesa? “Il commento che ha raccolto una valanga di “like” anti-Mitraniani è stato quello postato dal più importante penalista di Gaeta, l’avvocato Lino Magliuzzi, il nipote del compianto Senatore di An Erasmo Magliozzi che anni fa, sulla sponda opposta, era stato in lizza di contendere la poltrona di primo cittadino al Capitano Massimo Magliozzi. L’avvocato Magliuzzi in maniera molto kantiana ha utilizzato la prima persona singolare: “Penso che si continuano a chiedere ai cittadini sacrifici, il Sindaco chiede ai cittadini di offrire denaro per l’ospedale (!?) le attività commerciali sono in evidente crisi economica e la loro ripresa sarà comunque difficile, giovani che non possono più contare neanche su un lavoro precario stagionale e la nostra illuminata Amministrazione cosa fa? Pensa di illuminare con i colori nazionali le rovine della ex Avir per usarla come amuleto contro la sventura Covid così che tutte le disgrazie si dissolvano! E per fare questo si sottraggono alle già minate casse comunali ben 10.600,00 Euro! Naturalmente saranno in molti ad applaudire tale iniziativa ma personalmente e, per quel poco che conta, la trovo assolutamente fuori luogo, medievale ed offensiva per tutti quei cittadini che stanno vivendo immani disagi, per quei commercianti che vogliono restituire al Sindaco le chiavi delle loro attività e di chi vive nell’angoscia di un domani senza futuro. È una iniziativa contro il buon senso civico”. Almeno sino a prova contraria.