Formia / Genitori morosi, il Comune chiude il servizio mensa

Formia Politica Scuola

FORMIA – I genitori sono morosi ed il Comune chiude anticipatamente il servizio mensa nelle scuole materne, elementari e medie di Formia. La notizia, shock, l’ha comunicata l’assessore alla scuola Alessandro Lardo nel corso di un incontro con i presidenti dei consigli dei tre istituti comprensivi della città, “Vitruvio Pollione”, “Pasquale Mattej” e “Dante Alighieri”. Il servizio, affidato alla “Dussmann service” di Milano, chiuderà i battenti il 24 maggio, anziché il 31, e i rappresentanti dei genitori dei bambini che frequentano i tre istituti comprensivi cittadini, Giovanni Enriquez, Rita Saba e Francesco Zanda, pensavano che si trattasse di una chiusura anticipata per il concomitante svolgimento delle operazioni di voto in diversi plessi scolastici in occasioni delle elezioni europee.

E invece no. La decisione del comune di chiedere la mensa scolastica è scaturita da un’altra motivazione: molti genitori sono morosi ed il comune è creditore di oltre 50mila euro. In pratica il 50% dei bambini che pranzano a scuola lo fa da tempo gratuitamente e sono morosi i rispettivi genitori, nel frattempo destinatari di un precise richieste di risarcimento promosse dall’avvocatura comunale. L’assessore Lardo è stata chiara: il servizio deve essere interrotto, anzi lo doveva essere prima ma – ha fatto sapere ai rappresentanti dei genitori – ma nel rispetto delle famiglie oneste e corrette non lo abbiamo fatto”. I rappresentanti dei tre consigli d’istituti hanno sottoscritto una lettera aperta: “Davanti a questa vicenda non possiamo più insistere” – hanno detto – mentre i dirigenti Annunziata Marciano, Teresa Assaiante e Vito Costanzo hanno espresso il loro rammarico per l’iniziativa – comune e rappresentanti dei genitori – che hanno considerato “assurda ed inverosimile”.

Naturalmente questa vicenda è scoppiata come una bomba sui principali social media e hanno preannunciato durissime prese di posizioni i gruppi consiliari della Lega e del Partito Democratico attraverso specifiche inter-rogazioni consiliari. Se qualche genitore, impegnato con il lavoro, ipotizza il ricorso alle carte bollate – il reato penale invocato è l’interruzione di pubblico servizio – nel mirino dei genitori che ha formalizzato correttamente il pagamento della retta della mensa è finita l’amministrazione comunale, accusata di non aver esperito nel corso del tempo i controlli opportuni per accertare ed individuare i genitori non in regola. Si chiude il recinto dopo che i buoi sono scappati? Sembrerebbe proprio di sì e questa scelta è stata, nello specifico, criticata dalla dirigente scolastica dell’istituto “Vitruvio Pollione”, la stessa scuola di cui è dipendente, nonostante l’aspettativa, il sindaco Paola Villa.

La professoressa Annunziata Marciano ha fatto alcune rilevazioni: “Ho ricevuto una comunicazione di interruzione del servizio mensa e di quello ai trasporti la scorsa settimana e ho provveduto a pubblicare immediatamente sul sito per la dovuta comunicazione e trasparenza alle famiglie. Ho acquisito telefonicamente dal signor Erriquez domenica informazioni circa una situazione di disagio delle famiglie a causa della notizia relativa alla situazione della interruzione anticipata del servizio. Ciò è avvenuto – ha scritto la preside Marciano – senza alcun seguito, né mi sono pervenute richieste o lamentele di genitori. Ripeto, non ho ricevuto alcuna altra comunicazione né motivazione di questa chiusura anticipata dall’amministrazione comunale né dalla commissione mensa preposta. Solo nel tardo pomeriggio di mercoledì sono ve-nuta a conoscenza di un incontro tra i presidenti dei consigli di istituto e l’amministrazione comunale, con messaggio whatsapp, al quale i dirigenti scolastici non sono stati invitati e di cui neanche gli altri componenti del consiglio di istituto erano a conoscenza. Ad un confronto con un collega dirigente (il professor Costanzo) ho potuto constatare la stessa situazione”. Non è la prima volta che la gestione del servizio mensa appaltato dal comune di Formia è finito nell’occhio del ciclone. Soprattutto su quella del centro cottura di via Olivastro Spaventola. Il 1 ottobre i Carabinieri della Compagnia di Formia rilevarono alcune (presunte) violazioni igienico-.sanitarie a causa delle quali si aggiunse il provvedimento di sospensione dal servizio di un’aiuto cuoca, accusata di aver contattato il 112 piuttosto che il responsabile della struttura per rilevare quelle che – a suo dire – sarebbero state le violazioni di legge e dello stesso capitolato di gara. La donna da mesi è impegnata ad impugnare il grave provvedimento disciplinare – preludio addirittura al licenziamento – e, su richiesta della società appaltatrice, la multinazionale “Dussman service”,è stata trasferita presso un altro cantiere fuori provincia (il bando di gara non lo prevederebbe) e al mo-mento è in congedo per malattia perché colpita da una forma di mobbing.

Dopo questo clamoroso caso – è quotidiana la richiesta di accessi agli atti all’avvocatura e alla segreteria generale – alla presenza del sindaco Paola Villa entrò improvvisamente in azione una speciale “commissione mensa” che, prevista dall’articolo 70 del capitolato speciale di gara, era stata istituzionalizzata dal comune ottenendo l’adesione (pare) di alcuni genitori con l’intento – chiaro e legittimo – di controllare la qualità e la bontà del servizio. Questa commissione aveva effettuato il sopralluogo presso il centro cottura di via Spaventola per controllare lo stato dei luoghi e gli alimenti che utilizzano per i bimbi. Il resoconto pubblicizzato da uno dei componenti sembrerebbe sconfessare la coraggiosa telefonata effettuata il 1 ottobre dall’aiuto cuoca. Insomma la coraggiosa aiuto cuoca, contattando i Carabinieri nel primo giorno di attività del centro cottura, sarebbe stata protagonista di un grave gesto di sabotaggio dopo essere stato destinataria di tre richiami disciplinari. Se così fosse, questa donna nottetempo sarebbe entrata nel centro cottura, avrebbe sporcato le pentole ed il piano cottura portando all’interno della struttura qualche scarafaggio. Ma i Carabinieri del Maggiore David Pirrera non l’hanno mai pensata così.

Saverio Forte