Omicidio Campanale, dopo la perizia cinematica disposta anche la perizia sui cellulari

Cronaca Minturno

MINTURNO – Il movente di quell’investimento mortale potrebbe scaturire dal telefono e, soprattutto, dagli sms e dai messaggi inviati attraverso whattsapp. In quest’ottica il sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo ha inserito un altro tassello nel puzzle finalizzato ad accertare la causa che ha provocato il 25 gennaio scorso l’investimento volontario di Cristiano Campanale, il ristoratore di 28 anni di Minturno ucciso in via Antonio Sebastiani da Eduardo Di Caprio, l’imprenditore di 35 anni di Scauri che da giorni attendeva dalla vittima il pagamento di vecchie forniture per due attività di famiglia.

Il magistrato titolare delle indagini, dopo aver disposto la perizia cinematica affidando l’incarico all’ingegner Lucio Pinchera, ha disposto una perizia per stabilire il traffico telefonico intercorso nei giorni antecedenti la tragedia tra l’indagato, la vittima ed il fratello di quest’ultimo, Andrea di 22 anni. La Procura vuole stabilire il movente che ha causato l’investimento soprattutto attraverso il contenuto ed il tenore degli sms e i messaggi che i tre inviarono attraverso whattsapp. L’iniziativa del sostituto procuratore Siravo scaturisce dalla nuova linea di difesa di Di Caprio. All’avvocato Domenico Iaderosa in questi giorni, infatti si è aggiunto un secondo legale, l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo che vuole conoscere le motivazioni del Riesame prima di ricorrere in Cassazione per chiedere l’annullamento dell’ordinanza di convalida dell’arresto operato dal Gip del Tribunale di Cassino Fabio Montefusco. I giudici del Tribunale della Libertà avevano respinto la richiesta della derubricazione del reato di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale. A loro dire Di Caprio deve rimanere in carcere perché l’eventuale attenuazione della misura restrittiva potrebbe provocare la reiterazione del reato confermando, di fatto, la convalida dell’arresto disposto dalla Procura con le accuse di omicidio volontario di Campanale e di tentato omicidio del fratello della stessa vittima.

L’avvocato Iaderosa nel ricorso al Riesame aveva sottolineato, inoltre, il contenuto delle dichiarazioni rese da Di Caprio all’indomani del grave fatto di cronaca verificatosi in via Sebastiani quando si era assunto la responsabilità di quanto avvenuto pur precisando che il suo intendimento non era quello di uccidere. La difesa nel ricorso al Riesame ha precisato che la carrozzeria del vano motore della Ford Fiesta aveva colpito la vittima soltanto agli inferiori. Il decesso era avvenuto per una tragica coincidenza, nel momento in cui l’utilitaria, ancora in corsa, abbatteva un palo in ferro della segnaletica stradale che, cadendo, colpiva in testa il povero Cristiano.

E’ una tesi ribadita dallo svolgimento di un secondo incidente probatorio disposto dalla Procura della Repubblica di Cassino in ordine alle modalità che avrebbe causato l’investimento mortale di Campanale. Il medico legale nominato dalla Procura, il dottor Gabriele Margiotta, affiancato dal perito della difesa (il dottor Luca Lepore), aveva, infatti, rinvenuto tracce ematiche e biologiche della vittima sul palo abbattuto dalla Fiesta. Dopo la perizia fonica, c’è attesa ora per lo svolgimento di una perizia cinematica sul luogo della tragedia. Gli avvocati Cardillo Cupo e Iaderosa continuano a ribadire come siano mancate nel gesto del loro assistiti la premeditazione e la volontarietà.

Saverio Forte