Formia / Grande attesa per la commemorazione di Michele Forte (video)

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FORMIA – Stanno crescendo le adesioni – e sono davvero trasversali – alla cerimonia con cui domenica 27 gennaio, alle ore 10.30, presso l’aula consiliare del comune di Formia , sarà commemorato nel giorno in cui avrebbe compiuto 81 anni il senatore e sindaco della città Michele Forte. L’evento, intanto, ha ottenuto prestigiosi patrocinii e, tra questi, quelli dell’amministrazione comunale, del Senato della Repubblica, della Regione Lazio, del Consiglio regionale del Lazio e della Provincia di Latina per sottolineare dell’esponente politico e dell’uomo “la passione per la politica, l’amore per la sua terra, il legame con la sua gente”.

Il Senatore Forte domenica avrebbe compiuto 81 anni e non poteva esserci “modo diverso per commemorarlo, nella sua Formia, attraverso il suo impegno inteso come servizio per la comunità, il radicamento alla sua terra e l’amore per la sua gente”. A dichiararlo in un messaggio video per il nostro portale il figlio del più volte sindaco di Formia, l’ex assessore regionale alle politiche sociali Aldo. La cerimonia sarà l’occasione per presentare l’associazione intitolata al Senatore scomparso il 29 settembre 2016 e le attività che intende intraprendere sul territorio, con particolare attenzione ai temi della Scuola e della Formazione partendo proprio dalla città di Formia. “La crisi economica ed il conseguente disagio materiale e morale hanno prodotto una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di agire, di pensare, di relazionarci con gli altri, la Politica ne è solo un esempio – ha dichiarato Aldo Forte che dell’associazione è il presidente – La rottura con il passato ed il rifiuto di quanto ci ha preceduto non può però essere la via d’uscita. In un’epoca caratterizzata dal rancore, dagli egoismi è necessario trasmettere alle nuove generazioni un patrimonio di idee, esperienze e valori che rischiano di andare perduti, indispensabili proprio adesso che ci troviamo a navigare nel mare aperto della globalizzazione”.

VIDEO L’invito di Aldo Forte

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La manifestazione sarà inaugurata dal saluto del neo sindaco di Formia, Paola Villa, e del presidente della Provincia di Latina Carlo Medici e vedrà la partecipazione di parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di tutte le forze politiche, oltre a rappresentanti del mondo del sindacato, dell’Impresa e dell’associazionismo. Una partecipazione trasversale che testimonia come Michele Forte sia stato prima che un leader di partito, un uomo delle Istituzioni che ha speso la sua vita a difesa della sua Terra secondo i principi in cui credeva.

Osteggiato ma anche rispettato durante la sua ultraquarantennale carriera politica – effettuata in due sole forze politiche, la Democrazia Cristiana prima e l’Unione di Centro poi – dai suoi avversati politici, il Senatore Forte ha permesso a Formia di essere un pimto do riferimento per il panorama politico provinciale, regionale e finanche italiano. Solo dopo la sua improvvisa e dolorosa scomparsa molti di quegli avversari – e mai nemici – gli hanno dovuto rendere le armi. Il rapporto del Senatore Forte con la sinistra formiana è stata sempre conflittuale, aspro ma, per certi versi, ha contribuito a maturare la Formia politica. Nel momento clou dell’attività amministrativa del sindaco democristiano-andreottiano Michele Forte nella seconda parte degli anni ottanta la Dc poteva fare affidamento su 28 consiglieri su 40.

Neanche il partito Comunista Bulgaro era arrivato a tempo. Quello italiano si avviava verso la Bolognina e a Formia la sinistra tradizionale era rappresentata da una lista civica, “Alternativa per Formia”, il cui capogruppo era un giovane studente universitario in fisica, Enrico D’Angelis. Era considerato il più democristiano dei comunisti di allora e non è un caso che poi fa fatto parte a più riprese della Giunta di centro sinistra del primo sindaco post-comunista di Formia, lo psichiatra infantile Sandro Bartolomeo, di cui è stato anche fidato capo di gabinetto. D’Angelis da alcuni mesi è tornato ad esercitare un ruolo di primo piano nel panorama cittadino. Ha sostenuto in primavera la sfida elettorale del neo sindaco Paola Villa per diventare il coordinatore di una delle quattro liste civiche, “Formia città in comune”, presenti in maggioranza. “ Michele Forte è stato un sindaco ed un capo politico al quale è mancata – esordisce subito D’Angelis – una sinistra adulta e matura, una sinistra in grado di comprendere il livello reale della propria forza e la capacità e il coraggio di metterla in campo non per fare guerre di principio e di posizione, ma per metterla disposizione attraverso un concordato esplicito, reso noto ai cittadini e offerto alla parte che Forte guidava per tentare insieme di portare più avanti questa città. Ci fu una occasione d’oro a tal riguardo e fu quando, che piaccia o meno ricordarlo ad una sinistra immemore e purtroppo disabituata da anni a riflettere, Sandro Bartolomeo sconfisse Pino Simeone (alle amministrative della primavera 2003, ndr) grazie alla rottura a destra che Michele Forte compi’ in quelle elezioni.

Si trattava, per il centro sinistra, di prendere atto e leggere collettivamente quell’esito senza chiusura e senza averne timore e cogliere l’occasione per avviare davvero un grande accordo programmatico di legislatura e di prospettiva. Ma la sinistra nel suo complesso si mostrò meno matura di quanto quel processo richiedesse e prevalsero logiche minoritarie che poi hanno finito per togliere ossigeno e forza di convincimento e prospettiva alle esperienze di governo cittadino di centrosinistra ad esse successive. E paradossalmente quella mancata occasione ha finito con il lasciare anche dentro il centro destra scorie i cui effetti di divisione e diffidenza reciproca continuano a dare frutti aspri ancora oggi su quel versante. Purtroppo di tutto ciò paga le conseguenze la città soprattutto in presenza di una politica che non ne vuol sapere di cambiare nella sostanza i propri paradigmi. In quella fase d’oro Michele e Sandro fecero l’errore di limitare molto a se stessi il confronto che pure ci fu. E fu un errore grave, assai grave per la città. Neanche io, che allora ero un collaboratore stretto di Sandro Bartolomeo, seppi mai perché poi quella occassione fu lasciata cadere e perché due personalità così forti temettero che, estendendo la conoscenza dei termini del confronto, avrebbero potuto smarrirne la direzione e il governo. Invece questo accadde proprio perché loro chiusero a se stessi quel confronto è quindi solo loro sanno perché quella sfida non la accettarono.

Per altro io posso solo dire di aver avuto, come capogruppo della opposizione di sinistra, con Forte sindaco del pentapartito un rapporto di grande rispetto che credo fosse reciproco. Io ho sempre avvertito una certa sua attenzione alle cose che dicevamo come partito. A dividere allora lui da noi opposizione fu una diversa idea dello sviluppo urbanistico della città e una diversa idea di gestione del territorio. Oltre a certe prassi in materia di assunzioni nel pubblico impiego che allora chiamavamo clientelismo. Ma se in esito a questo scontro lui poi si fece paladino di una estensione dell’edilizia privata che non tenne minimamente conto delle necessità collettive della città tanto è vero che oggi abbiamo problemi seri a trovare gli spazi per servizi pubblici e per luoghi pubblici aggregativi e infrastrutture, è anche vero che certi nostri rigidi no di allora, che non prevedevano neanche confronto, non si dimostrarono lungimiranti per le sorti della città. Forse non pensavano di poter essere mai chiamati al governo di questa città tanto è vero che quando questo avvenne è noi ci trovammo ad affrontare dal governo gli stessi pro lemi strategici (pedemontana, porto turistico, parcheggio multipiano, destinazione delle aree dismesse) non solo dovemmo prendere atto di quanto commessa fosse la loro soluzione, ma scoprimmo quanto fosse deleteria alla città una opposizione che ci ripagava con la stessa moneta che noi avevamo utilizzato prima.

E fu questo ping pong, alla fine, la vera maledizione di questa città. Michele Forte dunque, secondo me, non va idolatrato o rinnegato. Va letto comunque come un uomo politico che – conclude D’Angelis – ha segnato un tempo in cui per un attimo si sfioro’ davvero l’occasione giusta che non si seppe afferrare. Io poi ho tanti episodi di nostre battaglie anche comuni che ci videro spesso viaggiare per Roma. E devo dire che se c’era da far pomeriggio non ha mai mancato di offrire uno spuntino e non lascio’ mai che, mean he una sola volta, fossi io a pagare o il Comune.”

Saverio Forte