Bambini maltrattati nell’asilo di Ariccia, il racconto di una mamma

Cronaca Formia Top News

FORMIA – Emergono altri e clamorosi retroscena sulla gravissima vicenda smascherata dai Carabinieri della Compagnia di Velletri che hanno arrestato martedì mattina all’alba per maltrattamenti su minori tre insegnanti ed una bidella in servizio presso l’asilo “San Giuseppe” di Ariccia, tra cui S.S., una maestra di 59 anni di Formia. Nell’informativa inviata dai militari del Maggiore Giovan Battista Fumarola al magistrato titolare delle indagini, il procuratore capo di Velletri Francesco Prete, spicca il contenuto di una denuncia di una donna di 24 anni, mamma di un bambino di 3 anni frequentante l’asilo nido di Ariccia.

Il suo racconto l’ha poi confermato al quotidiano “Il Messaggero” anticipando quella che gli inquirenti hanno de-finito una “sopraffazione sistematica”: ha scoperto i maltrattamenti ai danni del figlio il 3 ottobre scorso quando vide il bambino caduto nel cortile della scuola: “L’avevo visto io dalla finestra che affaccia proprio su quel giardino. Piangeva e aveva la faccia sporca di sangue – ha raccontato in lacrime la donna – sono corsa sotto e le sue maestre nemmeno se n’erano accorte”. Un altro episodio c’è stato una settimana più tardi, il 10 ottobre. Ha raccontato che il bambino aveva la bocca piena di sangue. Le dissero che era caduto ancora. Ma il bambino, piangendo, le disse : “Maestra picchia”. La conferma, tra lo shock generale, di un amichetto: “Gli ha dato le botte la maestra”.

Da quel giorno iniziarono i sospetti mentre aumentarono i casi dei bambini tornare a casa dall’asilo “San Giuseppe” con ferite e lividi vari. La donna, affiancata dal marito, si rivolse ai Carabinieri presso la caserma “Salvo D’Acquisto” che le diedero coraggio e forza ad andare avanti e di non dire nulla alle altre mamme a causa del segreto istruttorio.
La donna ha dovuto far fronte e respingere alcune gratuite accuse quando le hanno detto che era una pazza:” Invece è stata tutto maledettamente vero: mio figlio, ma anche altri bambini, quelle maestre e quella bidella, li maltrattavano: insulti, spintoni, schiaffi”. Se non fosse stato per il comandante Fumarola e per il maresciallo Diego “sarei crollata – ha aggiunto la 24enne – forse avrei commesso una scioc-chezza”. E da quel momento che i Carabinieri decisero di installare le camere e le cimici per filmare e registrare quanto avveniva nell’asilo lager.

Intanto, scoppiato lo scandalo con i quattro arresti dei Carabinieri, le mamme dei bambini dell’asilo di Ariccia hanno inscenato nella mattinata di mercoledì un sit-in di protesta. Diverse hanno stigmatizzato le parole della dirigente scolastica che in occasione della re-cita di Natale elogiava le quattro donne finite ai domiciliari. E la mamma di 24 an-ni, che ha denunciato questa triste storia, ha ricevuto una telefonata di un’altra donna, mamma anche lei di un bambino immortalato dalle immagini registrate segretamente dai Carabinieri mentre veniva lanciato per terra da una delle tre mae-stre finite ai domiciliari: “Mi ha chiesto perché non l’avessi avvisata ma – si è giustificata a “Il Messaggero” – non potevo perché c’erano le indagini in corso.”

Intanto le quattro donne ai domiciliari – le maestre di 65, 60 e 58 anni resi-denti rispettivamente a Genzano, Velletri e Formia e l’operatrice scolastica di 63 anni di Ariccia – attendono di essere convocate dal Gip del Tribunale di Velletri per essere sottoposte all’interrogatorio di garanzia: “La bidella era la peggio di tutte, mio figlio era letteralmente terrorizzato da lei – ha concluso la donna di 24 anni – Ho segnalato la cosa, mi davano della pazza”. Della vicen-da si è occupato in prima persona anche il leader della Lega e Ministro degli Interni Matteo Salvini. In un tweet ha preso un impegno da onorare entro il 2019: “l’approvazione di una legge che permetta di accendere le telecamere negli asili e nelle case di riposo per difendere bimbi ed anziani dalle violenze di pochi balordi” . Una proposta di legge, di fatto, è in discissione al Senato ma l’installazione delle telecamere di sorveglianza nelle scuole sarebbe avversata da insegnanti e presidi, alcuni dei quali, di fronte a segnalazioni di genitori in-sospettiti da episodi potenzialmente violenti ai danni dei rispettivi figli, demandano tutto alla magistratura che può fare tanto solo se c’è un apporto come quello della mamma 24enne di Velletri.

Saverio Forte