Formia / Nomine Comunità Montana, il centrodestra si spacca definitivamente

Formia Politica

FORMIA – Il centro destra, con o senza trattino, a Formia non esiste ufficialmente più. Semmai se sia mai nato, però. Le scorie, mai sufficientemente metabolizzate , derrivanti dalla cocente e prevedibile sconfitta alle elezioni amministrative di giugno, hanno definitivamente polverizzato quella parvenza di schieramento conservatore che aveva cercato – molto inutilmente – di impedire a Paola Villa di conquistare, alla testa di uno schieramento tri-partisan, il comune di Formia.

Il “de profundiis” del centro destra cittadino si è consumato – come nelle previsioni – in occasione dell’atteso rinnovo delle nomine del consiglio comunale presso l’assemblea della XVII Comunità Montana dei Monti Aurunci, la cui inutilità amministrativa e gestionale sul territorio montano emerge di tanto in tanto con la concessione di contributi “una tantum” dal forte contenuto elettorale e clientelare o – come si è verificato di recente – per la realizzazione a Gaeta di un sentiero (su un’area di pertinenza poi dell’ex Autorità portuale del Lazio) per lo “sgambamento” dei cani e per finanziare le Luminarie Natalizie, supporto, quest’ultimo, garantito al comune di Castelforte del vice-presidente Dem Giancarlo Cardillo.

Ma torniamo alla cronaca del finale karakiri del centro destra. Il consiglio al secondo punto all’ordine del giorno doveva rinnovare le nomine, vecchie di dieci anni esatti, degli allora consiglieri di maggioranza Nicola Riccardelli (ex Udc ora Lega) e Salvatore Orsini (ex Forza Italia) e, per il centrosinistra dell’epoca, del consigliere Sabino Delle Donne. All’attuale opposizione di centrodestra spettava un solo rappresentante e i candidati erano inizialmente tre: lo stesso ex presidente dell’ente montano Riccardelli (ora della Lega), il consigliere comunale più votato alle ultime amministrative Gianluca Taddeo (Forza Italia) e il neo capogruppo del Pd Claudio Marciano. Quest’ultimo in maniera scaltra la sua corsa non l’hai mai formalizzata in aula sapendo che non aveva i numeri dalla sua parte. E cosa ha fatto? Ha rilanciato la palla nell’altra metà del campo affermando che la nomina sarebbe stata oggetto di decisione tra i due partiti più votati alle amministrative di giugno, Forza Italia e Lega.

“Mister preferenze” Gianluca Taddeo sapeva, intanto, di poter contare sul sostegno di tre quarti del gruppo consiliare (Tania Forte e Pasquale Cardillo Cupo, era assente per motivi personali Eleonora Zangrillo) e del capogruppo consiliare dell’Udc e, un tempo, di Forza Italia Erasmo Picano. Secondo alcune indiscrezioni per blindare il voto dell’ex assessore all’urbanistica si sarebbe attivato nella giornata di giovedì niente meno che il segretario regionale e Senatore di Forza Italia Claudio Fazzone. Taddeo invece, ha negato questa ipotesi affermando come il sostegno di “Erasmo mi sia stato garantito sin dal varo, a luglio scorso, delle commissioni consiliari”. Poco è cambiato. Che l’ex candidato a sindaco del centro destra Cardillo Cupo, invece, abbia definitivamente abbandonato la componente centrista-leghista che l’aveva proposto a sindaco di Formia per diventare un “tattico” sulla barca a vela chiamata Forza Italia l’ha dimostrato, invece, durante una breve sospensione prima del voto finale.

Partecipando ad una riunione dei capigruppo al posto di Eleonora Zangrillo (se fosse stata presente molti dubitano sul suo appoggio al collega di gruppo Taddeo) l’avvocato Cardillo Cupo, visti i numeri in bilico, aveva proposto alla maggioranza che in caso di parità tra i due consiglieri più votati ci sarebbe stato una nuova votazione, un ballottaggio di cui sarebbe stato favorito quello che aveva ottenuto più consensi alle ultime amministrative… Un’opzione al limite (e per molti oltre) del regolamento secondo la Lega che proponeva, in caso di ex aequo, la nomina del consigliere più anziano d’età, cioè proprio Nicola Riccardelli. Si è verificato che il gruppo consiliare della Lega – Riccardelli ed il capogruppo Antonio Di Rocco – hanno votato scheda bianca e, non potendo sostenere con successo la corsa di Riccardelli, il capogruppo di “Formia con te”, l’Onorevole Gianfranco Conte, non ha partecipato al voto.

Alla distanza la maggioranza in maniera compatta ha inviato all’assemblea della XVII Comunità Montana i consiglieri e presidenti delle commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici Lino Martellucci e Fabio Papa, eletti con 8 e 7 voti, mentre a rappresentare le ormai divise e lacerate minoranze di centrodestra – ormai i loro rappresentanti fanno fatica anche a scambiarsi un saluto o ad incrociarsi gli occhi – sarà il consigliere Gianluca Taddeo, formiano d’adozione ma sancosimese di origine. E’ altrettanto il presidente dell’iper attivo ente montano , quel Alfieri Vellucci che del sindaco di San Cosma Franco Taddeo (zio di Gianluca) è cognato…

Insomma con l’elezione del “mister preferenze” di Formia – che a Spigno chiederà di far parte della Giunta – si rafforzerà la maggioranza di centrodestra e di Forza Italia nell’ente montano e, soprattutto, si consoliderà l’asset territoriale di due comuni minori, come San Cosma e Damiano e Castelforte (il sindaco Dem Giancarlo Cardillo resta sempre vice-presidente) , a danno dei comuni veramente montani quali sono Formia, Itri e Spigno Saturnia. Se il centrodestra formiano è definitivamente imploso – il futuro rinnovo del consiglio provinciale lascerà una scia di morti e feriti in attesa del voto europeo del prossimo 26 maggio – a favorire questo processo nell’aria da settimane, mesi ed anni è stato il comportamento in consiglio comunale del capogruppo del Pd Claudio Marciano. Avrebbe potuto far saltare l’accordo all’interno di Forza Italia e dell’Udc sostenendo la candidatura del leghista Riccardelli a favore della quale erano state avviate segretissime trattative con la componente centrista della maggioranza. E invece il giovane Marciano ha chiesto una bacinella ed un asciugamano e, lavandosi le mani, ha emulato il miglior Ponzio Pilato. Ma quella è stata un’altra storia…

Saverio Forte