Gaeta / Operatori scettici verso protocollo d’intesa sul porto (video)

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GAETA – Ben venga il protocollo d’intesa sottoscritto tra l’ex Autorità portuale del Lazio, il Comune e il Consorzio Industriale del sud-pontino per favorire tutte le attività legate alla blue economy attraverso il porto commerciale di Gaeta ma gli aspetti critici dell’intera vertenza che ruota attorno al “Salvo D’Acquisto” sono essenzialmente due: questi accordi vengono stipulati senza il coinvolgimento della base, dunque degli operatori del settore, e con la prospettiva di soluzioni costosissime e inadeguate alle vere esigenze della portualità di Gaeta.

Sono autentiche bacchettate quelle inferte dall’associazione che raggruppa le più importanti imprese impegnate nel porto commerciale della città: la riattivazione della linea ferroviaria Formia-Gaeta – dichiara in un’intervista video il presidente dell’associazione che raggruppa le più importanti aziende impegnate nel porto commerciale di Gaeta, il professor Damiano Di Ciaccio – “è una valida idea di mobilità sostenibile per lo sviluppo turistico e le esigenze dei residenti ma – sottolinea – un binario ferroviario di collegamento tra il porto e la località Bevano non può sostenere da solo il potenziamento delle attività portuali”. Insomma serve ben altro sul piano infrastrutturale e viario e lo snodo della futuribile Littorina per collegare il porto commerciale di Gaeta potrebbe risultare “inutile”.

Il presidente Di Ciaccio arriva a parlare, se si continua a parlare del rapporto tra la Littorina e la portualità commerciale (ma anche di traffico crocieristico e di cantieristica navale) di “mistificazione della realtà e di sperpero di risorse pubbliche. I testi di economia dei trasporti – osserva – c’insegnano che la convenienza del trasporto ferroviario si ottiene per le lunghe tratte, che non si riscontrano nel bacino di utenza del porto di Gaeta, costituito prevalentemente da imprese localizzate nelle aree di Latina, Frosinone, Cassino e Caserta, sia dal punto di vista del loro approvvigionamento che da quello della commercializzazione delle loro produzioni”. Le attività e le imprese impegnate nel porto commerciale di Gaeta si augurano che l’Autorià di sistema del Mar Tirreno centro-settentrionale “si renda conto delle reali esigenze infrastrutturali del porto, più volte sottoposte al Presidente Di Majo dagli operatori anche alla luce dei traffici tra lo scalo e le aziende importatrici ed esportatrici delle merci movimentate nello scalo di Gaeta. Condividiamo l’esigenza di privilegiare la mobilità su ferro ma nell’immediato realisticamente bisogna porsi il problema che, laddove questo non fosse facilmente realizzabile o richiedesse un ingente investimento a fronte di un limitato utilizzo, appare invece indispensabile adeguare le reti infrastrutturali di collegamento al porto; una su tutte la superstrada Formia Cassino, per collegare il porto alla zona industriale di Cassino e la rete autostradale”.

La critica economico-sindacale è chiara: mentre l’ex Autorità portuale del Lazio “si distrae con firme di protocolli e studi di nuove strutture per il futuro, si rischia di perdere di vista le reali esigenze che potrebbero determinare una reale recessione delle attività portuali mettendo in discussione anche tutti gli investimenti fatti fino ad oggi per lo scalo. I dati statistici pubblicati in questi giorni dalla stessa Adsp – conclude il presidente Di Ciaccio – confermano quanto da noi già denunciato , il calo preoccupante delle merci movimentate ci impone di attuare una seria riflessione sulla mancata promozione e adeguamento del porto. Lo stato della rotonda nella zona d’ingresso del porto, all’altezza della caserma dei Vigili del Fuoco di Gaeta, ormai abbandonata al degrado , nel suo piccolo rappresenta la mancata attenzione dell’Ente sull’intero comparto.”

Intanto sono stati stanziati 195 milioni di Euro di fonti BEI ( Banca Europea Investimenti) a favore dell’Adsp , il presidente degli operatori portuali Di Ciaccio rimprovera il presidente di Majo di averli “sbandierati come successo” ma “Gaeta è completamente esclusa. Acora una volta si investe su Civitavecchia e Fiumicino relegando a nostra città al ruolo di sorella minore che si contenta di firmare vaghi protocolli di intesa che non avranno alcuna ricaduta concreta per il Golfo di Gaeta. ”

VIDEO Intervista a Damiano Di Ciaccio