Centrale Nucleare del Garigliano: in demolizione l’alternatore. In corso il riciclo dei materiali (video)

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SESSA AURUNCA – Per gli economisti è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Anche l’economia circolare, innovativa e rivoluzionaria, è sempre più di casa presso l’ex centrale nucleare del Garigliano. Il suo delicato e pericoloso smantellamento è in corso da 18 anni e si completerà nel 2026. La società incaricata di farlo, la Sogin, ha dimostrato come sia possibile riciclare i materiali derivanti dalle pericolose operazioni di decommissiong.

L’occasione è stato il recupero per il riciclo del 96% di ferro, rame e plastica che componevano il rotore e l’alternatore della turbina di una delle quattro ex centrali nucleari italiane, quella insistente lungo riva sinistra del Garigliano nel territorio di Sessa Aurunca: circa 400 tonnellate di materiale che, opportunamente controllate, verranno trasferito entro l’anno – come detto per il 96% – in centri di recupero e di lavorazione, come le fonderie per i metalli, per essere reinserito nel ciclo produttivo. L’iniziativa della Sogin è stata promossa all’interno della centrale nucleare di Sessa Aurunca in occasione della 10° edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti ed è stata nobilitata dalla parte-cipazione di tanti colleghi giornalisti che hanno apprezzato l’ottimo lavoro organizzativo messo in piedi da anni dalla Sogin, capace di coinvolgere, grazie ad un’apprezzata operazione trasparenza, l’associazionismo civico e molte istituzioni locali operanti sui territori del Basso Lazio e dell’alto casertano.

A vestire, con successo, i panni di Cicerone nel “cuore” dell’ex sito nucleare dell’Enel – inaugurato nel 1964 e dismesso dopo una serie di incidenti e di problemi funzionali nel 1982 – è stato l’amministratore Delegato Luca Desiata. Ha evidenziato come la strategia adottata per la riduzione dell’impatto ambientale del decommissioning nu-cleare sia basi su tre direttrici: la minimizzazione del quantitativo di rifiuti radioattivi; la separazione, il riuti-lizzo e il riciclo dei materiali e l’attuazione di politiche di miglioramento delle performance ambientali. So-gin ha aderito alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, una campagna riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente che, giunta alla 10° edizione, in Italia viene organizzata da un Comitato Promotore Nazionale formato da Mattm, Cni Unesco, Utilitalia, Anci, dalle città Metropolitane di Torino e Roma, dalla Legambiente e dall’Aica.

Tema di quest’anno è stata la “Prevenzione dei rifiuti pericolosi” e si contano circa 5.500 azioni in tutta Europa che coinvolgono singoli cittadini, imprese, scuole, pubbliche amministrazioni e asso-ciazioni del territorio. L’amministratore delegato Desiata in una nostra intervista video – ha evidenziato come l’obiettivo della Sogin sia quello di valorizzare il suo impegno nel ridurre l’impatto ambientale dello smantellamento degli impianti nucleari. Questa attività è spesso associata, nell’immaginario collettivo, alla sola produzione di rifiuti radioattivi. Come nel caso della turbina del Garigliano, invece, gran parte del ma-teriale smantellato viene recuperato e riciclato. Un modello di economia circolare – ha osservato Desiata – che stiamo integrando in modo strutturato e sistematico nella progettazione di tutti i lavori di decommissioning”.

I lavori di smantellamento dell’ex turbina si sono articolati in più fasi. Dapprima il rotore, il cilindro di 105 tonnellate composto di ferro e rame, è stato estratto e sezionato con filo diamantato in due parti. Succes-sivamente l’alternatore, composto da ferro, rame e plastica per un peso di 296 tonnellate, una volta effet-tuata la bonifica dall’amianto presente, è stato tagliato e rimosso. Queste attività rientrano nei lavori av-viati nel 2016 per lo smantellamento della turbina, il più grande componente del ciclo termico dell’impianto del Garigliano con un peso totale di 1.800 tonnellate. Un lavoro che rappresenta un impor-tante avanzamento fisico nel decommissioning della centrale del Garigliano. I locali della turbina, una volta liberi, ospiteranno infatti la stazione trattamento dei materiali, necessaria per procedere all’apertura del vessel e al suo smantellamento.
Saverio Forte

INTERVISTE Luca Desiata, amministratore delegato Sogin, e Alfonso Maria Esposito, responsabile decommissioning centrale nucleare Garigliano