Formia / Delocalizzazione Pontile Eni, se ne discute in consiglio comunale

Formia Politica

FORMIA – Il tempo di incassare il sostegno politico del suo predecessore Sandro Bartolomeo finalizzato a fronteggiare “con tutti i mezzi a disposizione” il ventilato spostamento del pontile petroli dell’Eni e, più precisamente, presso il porto commerciale di Gaeta a poche centinaia di metri dal litorale di Vindicio a Formia che la sindaca Paola Villa non pensava di far fronte ad un’imprevista grana provocata dalla sua maggioranza politica. La delocalizzazione della pericolosa struttura dell’Eni approderà nel consiglio comunale già programmato per il 27 novembre ma la decisione della maggioranza civica di approntare una mozione di sostegno all’attuale iniziativa del primo cittadino ha fatto indispettire non poco le minoranze alla luce di un’annunciata ma mai confermata convocazione nella giornata di martedì della conferenza dei capigruppo.

Le opposizioni pensavano che il documento di contrarietà al progetto ventilato in un’intervista rilasciata dal presidente dell’ex Autorità portuale del Lazio Francesco Maria di Majo nel corso della nostra rubrica settimanale “Vista sul Golfo” potesse essere integrato e migliorato sul piano politico prima del voto in consiglio comunale e la mancata convocazione della conferenza dei capigruppo ha fatto saltare il tavolo. Almeno sinora. “Forse è stato un mio errore di comunicazione – ha dichiarato il presidente del consiglio comunale di Formia Pasquale Di Gabriele – ma pensavo di essere stato chiaro. Aveva detto ai rappresentanti delle forze politiche l’urgenza di questo documento è determinata solo dall’esito dell’incontro che la sindaca ha avuto alcuni giorni fa con i dirigenti dell’Eni. In più avevo chiarito che ci saremmo visti solo se ci fosse stata un’unanimità sul testo. Ma non avendo avuto risposte…non ho formalizzata la convocazione dei capigruppo. Peccato, se ne riparlerà a dicembre”.

In effetti cosa prevede questo documento che, ispirato dalla stessa sindaca, è non è piaciuto alle minoranze? E’ un atto di impegno, un mandato che il consiglio le conferisce “perché il pontile petroli dell’Eni non venga delocalizzato nell’area dell’attuale porto commerciale di Gaera perché, oltre a rappresentare le medesime criticità rilevate nell’attuale sito in località Peschiera.La Pjaia, andrebbe a ledere gli interessi ambientali, commerciali e turistici della città di Formia”. Naturalmente questa mozione è “figlia” dell’incontro che la sindaca la scorsa settimana aveva avuto con Marco Lanari, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Eni, e con il Paolo Salusti, responsabile della gestione operativa logistica primaria Hub centro Eni, e, facendo il punto sui lavori del tavolo tecnico istituito dal comune di Gaeta lo scorso aprile con l’ex Autorità portuale del Lazio ed il consorzio di sviluppo industriale del sud-pontino, aveva contestato il suo svolgimento in assenza del comune di…Formia, mai invitato e tantomeno informato su quanto avveniva e sta avvenendo presso il comune di Gaeta. E’ importante verificare cosa accadrà nel consiglio comunale della prossima settimana.

Se la maggioranza consiliare dovesse decidere di “insistere” sulla sua mozione, difficilmente potrebbe registrare la convergenza delle minoranze che, a quel punto, sarebbe politicamente motivate a presentare propri ordini del giorno. Insomma il Gatto che gioca con il topo, a rimetterci sarà ancora una volta Formia che – come ha scritto l’ex sindaco Sandro Bartolomeo – deve inseguire la “lepre” Gaeta che dalle vicende della realizzazione dell’ex raffineria sino a quelle della miticoltura e della itticoltura ha gestito la risorsa-Golfo in maniera quasi monopolistica. Intanto la sindaca Paola Villa sulla querelle del trasferimento del pontile petroli annuncia che, dopo gli annunci bellicosi degli ultimi giorni, sa di non potersi fermare, anche sulla scorta dei proclami elettorali della scorsa primavera: “Andrò avanti senza esitazione, con calma e a testa alta. Sono sicura che Formia non sarà sola. Chiederemo ai comitati, alle associazioni di categoria, alla politica regionale e nazionale, di stare al nostro fianco. Ho già iniziato a relazionarmi con la Cna, la Confcommercio e i rappresentanti delle diverse forze politiche regionali e nazionali, senza distinguo, perché – conclude la Villa – la delocalizzazione del pontile petroli presso il porto commerciale di Gaeta è uno scempio e il coro deve essere unanime.”

Saverio Forte