Itri / Restaurato antico quadro della Madonna della Civita

Attualità Itri

ITRI – E’ stato un momento particolarmente coinvolgente ed emozionante quello vissuto la vigilia della festività di Ognissanti dalla comunità di Itri presso l’antichissima e bellissima chiesa di San Michele Arcangelo. Al termine di un’attenta e laboriosa azione di restauro, è stata infatti riconsegnata alla parrocchia del centro storico e, più complessivamente, all’intera comunità aurunca una tela dei primi del ‘700 raffigurante la patrona di Itri e dell’intera Arcidiocesi di Gaeta, la Madonna della Civita. Non si tratta di una tela qualsiasi ma di un’opera di grande importanza storica e artistica in quanto l’altare principale della chiesa di San Michele è il primo, in assoluto, ad essere dedicato alla Santa Patrona all’interno di una chiesa di Itri.

In considerazione del rilievo storico-sociale che l’opera indubbiamente ha sempre avuto, gli oneri del restauro sono stati integralmente sostenuti dall’Amministrazione Comunale “che ha voluto con questo gesto – ha commentato il sindaco Antonio Fargiorgio – restituire all’intera cittadinanza una parte importante del proprio patrimonio collettivo”. Il primo cittadino, con l’occasione, ha voluto ringraziare il parroco di Itri, Don Guerino Piccione, che ha fortemente voluto l’opera di recupero, e poi la restauratrice, Gabriella La Scala, che ha riportato alla luce, con sapiente maestria, il dipinto originale, negli anni “bistrattato” da interventi di recupero non proprio ortodossi.

Il Sindaco Fargiorgio ha motivato la scelta di sostenere economicamente questo doveroso restyling: “Sostenere le spese del restauro è stata una decisione che ha trovato concordi tutte le componenti della compagine che governa la nostra cittadina. Per noi è stato un atto dovuto, dovuto al rispetto delle generazioni che ci hanno preceduto e che davanti a quel quadro avranno sostato in preghiera dinanzi alla nostra Patrona. Ma soprattutto abbiamo voluto che, tramite l’Amministrazione Comunale, la cittadinanza si riappropriasse di un suo elemento per così dire identitario, di un’opera che appartiene all’intera comunità, che ora potrà goderne nel suo splendore”.

Saverio Forte