Formia / In uscita “L’altra America”, il nuovo libro di Pasquale Scipione (video)

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FORMIA – Iz Metter, grande scrittore ebreo, alcuni decenni fa, nel sua magnifica ed irripetibile opera “Genealogia”, scriveva testualmente “I ricordi sono come uova di uccello nel nido, l’anima li scalda per lunghi anni, e d’un tratto essi rompono il guscio disordinatamente, inesorabilmente”. Questa frase è stata mutuata dal professor Pasquale Scipione per elaborare la sua terza fatica letteraria, “L’altra America” che, edita da “Caramanica editore, che sicuramente avrà lo stesso successo, di critica e di vendita, che hanno accompagnato i primi due racconti (“Ritorno tedesco con incognita” e “ITE, il caso è irrisolto”, ambientati nella città che l’ex dirigente scolastico ama alla follia: Formia. E sempre da questa comunità di cittadini che si dipana questo racconto molto autobiografico: Lino impegnato a svolgere le ricerche del suo vecchio amico Tony, emigrato giovanissimo in America oltre cinquant’anni fa, di cui non ha più notizie. Il lavoro, gli impegni quotidiani, altre preoccupazioni l’hanno distratto per tanto tempo sino quando un banale evento, un gesto qualunque non fanno riemergere con forza i ricordi.

Nel risistemare gli scaffali della sua biblioteca, Lino ritrova in un angolo del suo studio, una cartella contenente un fascio di lettere, la corrispondenza avuta per anni con il suo amico Tony. Con una prosa lineare il racconto de “L’altra America – come tiene a precisare il professor Pasquale Scipione nell’intervista video concessa a Saverio Forte – è costruito su questa corrispondenza con lo sguardo rivolto al passato ma illuminato da quanto accade ancora oggi in America dove (l’autore, laureato all’istituto universitario Orientale di Napoli in lingua, letteratura ed istituzioni dell’Europa Occidentale ma conosciuto ai più per aver guidato a lungo l’istituto tecnico commerciale “Gaetano Filangieri” di Formia) ha soggiornato per un breve periodo prima del tragico undici settembre con l’attacco alle Torre Gemelle. Nel New Jersey, Tony aveva avviato una pizzeria che gli ha consentito di mettere su famiglia, farsi una casa, far istruire i figli nei migliori college. Il Sogno Americano sembrava essersi avverato. Ma, quando cominciano le sue difficoltà economiche: strozzini, mafia, banche, Tony si accorge che l’America è un altro paese, non quello propagandato.

Nel romanzo sono rappresentate tutte le contraddizioni di un paese che sveglia bambini stranieri di notte, li carica su bus e li porta in tendopoli nel deserto del Texas al confine con il Messico. La prosopopea di una America First millantata dal presidente Trump, non sempre trova giustificazione nella storia a stelle e strisce. C’è stata e c’è un’altra America, quella dello schiavismo o della guerra per esportare la democrazia, quella dello spreco e quella degli homeless, tra i quali finirà temporaneamente Tony, sperimentando che l’”American Dream” è uno slogan creduto da altri migranti prima di lui, finiti a Ellis Island, l’Isola delle Lacrime, ma non passati all’Isola della Libertà. Tony, oltre il disastro economico, la frantumazione della famiglia, la perdita del lavoro e di ogni risorsa economica, è corroso dal sentimento dell’esiliato, ma malgrado tutto ciò ritornerà in Italia? La nostalgia per il suo mare, per gli amici e parenti lasciati, la parrocchia dove ha trascorso parte della sua adolescenza, lo spingeranno sull’aereo per un viaggio di ritorno?
Saverio Forte

Intervista a Pasquale Scipione