Sperlonga / Sequestro Scuola Aspri, il Comune presenta ricorso al Riesame

Cronaca Sperlonga

SPERLONGA – Giornalisti… terroristi. Sarà stata anche una forzatura ma avrà pensato a questo il legale del comune di Sperlonga, l’avvocato Giovanni Maria Giaquinto, nel momento in cui nei giorni scorsi ha scritto al sindaco Armando Cusani e alla Giunta Municipale di comunicargli di aver presentato, per conto del comune, un ricorso al Tribunale del Riesame contro i sigilli apposti su ordine del sostituto procuratore Valerio De Luca nei confronti del cantiere del polo scolastico “Tenente Alfredo Aspri”. Si tratta della scuola che si trova sullo sfondo dell’inchiesta bis di “Tiberio” in base alla quale i dirigenti della impresa “Dr Costruzioni” di Formia, pur di vincere l’appalto avrebbero tentato di corrompere l’ex dirigente della ripartizione tecnica del comune, Isidoro Masi, e, per recuperare il maxi ribasso d’asta proposto, avrebbero realizzato la struttura senza fondamenta e con materiale inidoneo o non previsto dal capitolato di gara.

L’avvocato Giaquinto per contestare quelle che definisce le “gravi lacune costruttive” rivela di essere in possesso ora delle relazioni tecniche eseguite su incarico dello stesso magistrato titolare delle indagini. E l’avvocato del comune di Sperlonga ripropone quello che ha scritto il ctu nominato dalla stessa Procura di Latina, l’ingegner Piero Contoli. Dalla lettura delle sue relazioni, dell’8 e del 31 maggio 2017, emerge “con estrema chiarezza e senza ombra di dubbio – scrive l’avvocato Giaquinto al sindaco di Sperlonga – che le notizie giornalistiche riportate all’indomani degli arresti del nuovo filone d’inchiesta di “Tiberio”, tanto da incidere sulla stabilità della scuola con rischio di crollo, sono prive di fondamento”. Insomma le conclusioni cui è giunto il consulente del Pm sono diverse da quelle paventate dai media locali e nazionali, i quali non hanno fatto che riportare le pubbliche dichiarazioni rese dal comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Gabriele Vitagliano, a poche ore dagli arresti di Pietro e Francesco Ruggieri”.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche ci ha pensato il neo assessore alla programmazione del territorio del comune di Sperlonga, Stefano D’Arcangelo, che arriva ad attaccare frontalmente i vertici provinciale dei Carabinieri: “La lettera dell’avvocato Giaquinto se da un lato ci rasserena, dall’altro apre un nuovo squarcio preoccupante sulle indagini giudiziarie che ci pone un assillante dubbio : Qualcuno ha mentito sapendo di mentire ? Si tratta – dice – di un dubbio inquietante che deve essere assolutamente sciolto al più presto possibile. Pena la credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni preposte.” Da un fronte giudiziario ad un altro, quello relativo agli interventi abusivi realizzati all’interno del “Grotta di Tiberio”, l’albergo di proprietà del suocero del sindaco di Sperlonga, Erasmo Chinappi, e in passato del due volte presidente della Provincia Armando Cusani. Nei giorni scorsi il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso di Chinappi contro il provvedimento di demolizione delle pertinenze abusive realizzate presso la bellissima struttura, al centro del primo filone d’inchiesta di Tiberio in base al quale il sindaco di Sperlonga avrebbe esercitato presunte pressioni nei confronti dei dirigenti della ripartizione tecnica del comune pur di non dare seguito alle varie ordinanze e sentenze di demolizione degli abusi realizzati. Il Tar aveva accolto il ricorso del suocero di Chinappi “bacchettando” l’operato dello stesso comune, “reo” di non aver nel frattempo revocato o sospeso i titolari concessori rilasciati inizialmente al “Grotta di Tiberio”.

Per il coordinatore del movimento civico “Partecipazione attiva”, Nicola Reale, che non manca occasione di polemizzare con lo stesso gruppo di opposizione di “Sperlonga cambia” per aver chiesto le dimissioni del sindaco Cusani, la recente sentenza del Tar “ha generato molta confusione, strumentalizzazioni e qualche fesseria. Nell’ordinamento giuridico italiano vige un principio fondamentale dal quale è impossibile prescindere, e va sotto il nome di “gerarchia delle fonti”, secondo la quale la norma di fonte inferiore non può porsi in contrasto con la fonte superiore. Una legge del Parlamento non può porsi in contrasto con una legge costituzionale, una sentenza del Tar non puà contrastare e tanto meno annullare una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione. Tutti dimenticano che l’hotel “Grotta di Tiberio” ha subìto dalla Cassazione una sentenza definitiva di abbattimento delle parti abusive, non potrà mai esservi una sentenza del Tar che possa dire che quegli abbattimenti non debbano essere eseguiti. Nel caso specifico il Tar ha preso in considerazione e ha emesso una sentenza solo e soltanto in merito ad un atto amministrativo compiuto dal Comune di Sperlonga, e cioè l’ordinanza di abbattimento delle parti abusive dell’ hotel “Grotta di Tiberio” firmata dal responsabile protempore dell’ ufficio tecnico Tiziana Di Fazio. Al riguardo la sentenza dice esattamente ciò che noi avevamo scritto dal primo momento e cioè che quella ordinanza era carta straccia perché il Comune non l’aveva fatta precedere dall’ annullamento dei titoli autorizzativi. Quindi anche la Di Fazio, così come i predecessori Pacini e Masi, aveva agito in modo da evitare che fosse eseguita la sentenza di abbattimento. Per quanto riguarda poi la decisione del Tar di abbattere alcune parti e non altre, il giudizio viene dato sulla base delle motivazioni espresse dal Di Fazio nell’ atto di autorizzazione dell’ abbattimento.

Ma le motivazione espresse dalla Di Fazio sono del tutto personali e potrebbero essere state volutamente non veritiere in modo da favorire una sentenza del Tar che dichiarasse non abbattibili alcune parti. Chiarito ciò, nessuno può pensare di dire che l’hotel Cusani è salvo e che le parti abusive – è la durissima requisitoria dell’ex capogruppo consiliare Reale – non debbano più essere abbattute. Insomma, c’ è stato chi ha fatto tanto rumore per confondere la verità ai cittadini e chi non ha proprio capito quale sia il nocciolo della questione.”

Saverio Forte