Itri / Bando di gara sul rimboschimento, assolto funzionario comunale

Cronaca Itri Politica

ITRI – In una fase in cui le Procure hanno potenziato il loro monitoraggio sull’iter di svolgimento degli appalti degli enti pubblici è lecito che un Rup, il responsabile unico del procedimento, modifichi “in corsa” un bando di gara poi vinto dall’unica società partecipante. Lo ha sentenziato il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino Vittoria Sodani prosciogliendo dall’accusa di abuso d’ufficio l’ex responsabile dell’ufficio agricoltura e politiche forestali (all’epoca anche della protezione civile e dell’ufficio “case popolari”) del comune di Itri, Pasquale Manzo.

Sulla testa del funzionario 41enne, ora dirigente a tempo determinato della ripartizione tecnica del comune di Castelforte, pendeva la spada di Damocle della richiesta di rinvio a giudizio formalizzata dal Sostituto Procuratore Beatrice Siravo (il magistrato titolare del fascicolo) e rinnovata, in sede di udienza preliminare dal collega Alfredo Mattej. L’operato del funzionario comunale di Itri era finito nel marzo 2015 sotto la lente d’ingrandimento della locale Guardia Forestale che monitorò a lungo lo svolgimento di un appalto, di cui Manzo era il Rup, per un’importante ed attesa azione di rimboschimento, resa possibile grazie ad un finanziamento comunitario di 330mila euro. In una prima fase mostrarono interesse a partecipare all’appalto quattro imprese del settore che decisero, poi, di non avanzare alcuna offerta perchè – a loro dire – non ne avrebbero tratto alcun beneficio economico.

Manzo stralciò dal bando un requisito, iniziativa che fu al centro di una prima informativa della Forestale alla Procura che aprì un’inchiesta mentre la gara veniva aggiudicata alla “Flora Napoli srl”: le ditte partecipanti avrebbero dovuto avere un requisito essenziale, essere iscritte nell’albo nazionale delle aziende specializzate negli interventi di rimboschimento secondo quanto prevedono il decreto legislativo 227/2001 e, successivamente, la legge regionale numero 39/2002. Manzo è stato prosciolto al termine dell’udienza preliminare grazie alla lungimirante e approfondita assistenza legale dell’avvocato Gianluca De Meo che ha dimostrato come sia stata infondata la tesi accusatoria della Procura di Cassino in quanto il Codice degli Appalti prevede come non sia essenziale questo titolo quando la base d’asta superi i 150mila euro.

Manzo, insomma, non aveva alcuna intenzione di favorire chicchessia ma la decisione di integrare, modificandolo, il bando andava – contrariamente alla tesi sostenuta dalla Guardia Forestale – nella direzione di permettere una più ampia partecipazione alla stessa licitazione di gara. Altro che favoritismo!

Saverio Forte