Castelforte / Morte di Eduardo Di Pastena, all’attacco i legali di parte civile

Castelforte Cronaca

CASTELFORTE – “L’istruttoria, già completata, ha chiarito oltre ogni dubbio che il decesso di Eduardo Di Pastena è avvenuto per un evento violento e traumatico completamente scollegato da un suo eventuale stato di ebbrezza”. A dichiararlo sono i legali di parte civile, gli avvocati Giuliano e Antonio Russo, gli stessi che preannunciano bagarre nel processo bis che per la morte di Eduardo Di Pastena vedrà il 25 ottobre prossimo il 43enne autotrasportatore Antonio Mendico difendersi non più dall’accusa di lesioni gravissime ma di omicidio preterintenzionale per la morte dell’uomo di 50 anni di Castelforte. Il dibattimento prenderà il via davanti il Giudice per l’udienza preliminare di Cassino Salvatore Scalera e si svolgerà – su esplicita richiesta dell’unico indagato – con il rito abbreviato.

Eduardo Di Pastena

Di Pastena il giorno di Capodanno di quest’anno non era riuscito a superare una lunga e drammatica agonia iniziata la sera del 3 giugno 2017 quando cadde a terra nei pressi del bar “Novecento” in via Alfredo Fusco a Castelforte dopo un presunto contatto con Antonio Mendico. Gli avvocati Giuliano e Antonio Russo, dopo l’iniziale processo promosso davanti il giudice unico del Tribunale di Cassino Donatella Perna (poi sospeso in seguito al decesso del 50enne), saranno di nuovo in prima linea per difendere le ragioni delle parti civile già costituitesi, Isabella Gozzi e Antonio Di Pastena. E preannunciano bagarre: “Il processo è stato già istruito nella sua interezza innanzi al Tribunale collegiale e tutti gli atti sono confluiti nel fascicolo del Gup; non vi è istruttoria da fare, né ulteriori aspetti da chiarire o approfondire, dal momento che le prossime tre udienze – dopo il 25 ottobre il dibattimento è stato calendarizzato per il 5 e l’8 novembre – sono dedicate alle conclusioni delle parti. Il Tribunale, prima di trasmettere gli atti alla Procura dopo la morte del povero Eduardo, aveva emesso un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari che, impugnata da Mendico, venne confermata dal Riesame di Roma. Questa ordinanza fece seguito – ricordano i legali di parte civile – alla prima emessa dal Gip del Tribunale di Cassino e pure impugnata e confermata. Allo stato, almeno 10 Giudici – tra Gip, Tribunale ordinario e del riesame – hanno ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza in capo all’imputato per ciò che concerne la procedura cautelare”.

Gli avvocati Giuliano e Antonio Russo hanno confermato una circostanza importante che potrebbe “pesare” sull’andamento del processo penale: “Su istanza della parte civile – scrivono in una nota congiunta –
il Gup del Tribunale di Cassino ha recentemente emesso un’ordinanza di sequestro di tutti i beni patrimoniali del Mendico al fine di soddisfare eventuali richieste di risarcimento del danno”.

Saverio Forte