Gaeta / Il Pc in spiaggia a Serapo contro lo sfruttamento

Gaeta Politica

GAETA – Nel pomeriggio di domenica 26 Agosto, un gruppo di militanti della sezione del Partito Comunista “Mariano Mandolesi” di Gaeta si è recato presso la spiaggia di Serapo al fine di avvicinare e sensibilizzare anche i lavoratori impiegati nel settore della balneazione in merito alla campagna riguardante le condizioni del lavoro stagionale nella città ed in tutto il basso Lazio. Nello specifico gli attivisti hanno promosso l’inchiesta condotta dal Partito attraverso la somministrazione di un questionario anonimo. L’inchiesta ha avuto inizio ai primi di Luglio e proseguirà fino alla prima settimana di Settembre.

“In occasione dell’iniziativa, che segue una serie di azioni condotte sul tema durante tutta la stagione estiva – si legge nella nota – si è voluto spiegare di persona ai lavoratori stagionali quali fossero gli obiettivi dell’inchiesta e ricordare che il questionario può essere compilato anche online sul link inchiestepcgaeta.altervista.org. Il luogo non è stato scelto a caso e ha assunto un valore anche simbolico considerato il livello di sfruttamento del lavoro stagionale che raggiunge proprio sulle spiagge il suo apice nonché il divario enorme esistente in questo settore più che in altri tra i profitti ingenti di pochi e i salari da fame di tanti.

Un fenomeno sotto gli occhi di tutti ma che in troppi, forze politiche in testa, fingono di non vedere. Oltre a testimoniare la propria vicinanza ai dipendenti attraverso una presenza anche fisica in prossimità dei luoghi di lavoro i militanti hanno raccolto molti apprezzamenti ed interesse per la campagna in corso, che ovviamente desta invece il fastidio e l’ostilità di numerosi poteri forti locali e dei propri rappresentanti politici. Si è ricordato inoltre che intorno alla metà di settembre il Partito divulgherà in un’iniziativa pubblica alla quale verrà invitata la stampa l’esito dell’inchiesta condotta per squarciare il muro del silenzio e presenterà le sue proposte per arginare un fenomeno tanto odioso e dilagante come quello dello sfruttamento stagionale”.