Emergenza rifiuti nel sud pontino, il sindaco di Spigno Saturnia diffida la Regione Lazio (video)

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SPIGNO SATURNIA – Incredibile ma vero. Sul territorio del sud pontino sta per sta scoppiare un’emergenza legata alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati e la Regione – da tutti considerata la vera responsabile di questa situazione d’emergenza – scrive al Centro servizi ambientali di Castelforte (che movimenta e tratta questo tipo di rifiuti per conto dei comuni di Castelforte, Spigno Saturnia, Santi Cosma e Damiano, Gaeta, Lenola, Ventotene, Terracina, Itri, Formia, Fondi e Fiano Romano) e alla Mad di Roccasecca (la cui discarica raccoglie il sottovaglio o la parte secca frutto del trattamento degli indifferenziati) per “capire quello che sta accadendo”. Trattiene a stento il suo ironico sorriso, celato nella sua folta barba da frate cappuccino, il sindaco di Spigno Saturnia, Salvatore Vento, l’unico rappresentante dei comuni del golfo che nei giorni scorsi ha preso carta e penna per diffidare la stessa Regione Lazio a provvedere – secondo quanto prevede l’articolo 196 del decreto legislativo numero 152 del 2006 in materia di gestione del ciclo dei rifiuti – dopo l’annuncio shock pervenutogli dai vertici del Csa di Castelforte che da venerdì 11 maggio interromperà il trasferimento e l’accoglienza dei rifiuti urbani indifferenziati dai comuni di cui ha in appalto il servizio per il trattamento della frazione secca.

Non sono mancate preoccupate speculazioni giornalistiche ma il motivo è arcinoto, chiaro e trasparente: la Med da oltre un mese non riesce più ad accettare il sottovaglio (la parte rimanente del trattamento degli indifferenziati finisce presso il termovalorizzatore di San Vittore) perché ha esaurito la capacità ricettiva stabilita dall’autorizzazione regionale e, dunque, non può ricevere ulteriori rifiuti. Di questo ne era a conoscenza il sindaco Vento che stigmatizza l’inerzia amministrativa della stessa Regione a causa della quale – se non ci dovessero fatti nuovi che correttamente esclude – si potrebbe bloccare nel sud-pontino la gestione dell’indifferenziata o, in caso contrario, la Csa potrebbe trasferire la parte secca presso centri autorizzati fuori regione con un aumento dei costi per i comuni e, indirettamente, per la Tari degli stessi cittadini.

Vento nell’intervista allegata rivela che ci sono stati nei mesi scorsi analoghe situazione di emergenza per la gestione dell’umido ma ora la situazione potrebbe precipitare. Da qui la diffida alla Regione ad assumere le determinazioni in ordine all’individuazione del sito in cui conferire la parte secca dei rifiuti indifferenziati per garantire l’ordinaria prosecuzione del servizio. In caso contrario il sindaco Vento dichiarerà inadempienti la Regione e i gestori del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani (compreso il Csa, altro che…) e agirà nelle sedi opportune a tutela della salute pubblica della propria popolazione. Vento va oltre. Propone l’istituzione degli Ato (ambiti territoriali ottimali) per la gestione, delicatissima, dei rifiuti alla stessa stregua dell’acqua e dei rifiuti ma ad una condizione: il territorio del Golfo sia sufficiente sul piano dell’impiantistica – il Csa di Castelforte ha anticipato i tempi realizzando strutture che potrebbero servire il territorio – che però non deve essere culturalmente demonizzata a tutti i costi. Sulla proposta di realizzare una società completamente pubblicata che garantisca il servizio nei centri dell’intero Golfo il sindaco di Spigno Saturnia è cauto: “Voglio prima vedere il piano industriale e poi mi pronuncio…”

Intervista al sindaco Salvatore Vento


Che la situazione presso la discarica della Mad abbbia superato i livelli di criticità lo sottolinea un comunicato stampa dello stesso centro servizi ambientali di Castelforte: “La Mad dal 12 marzo scorso ha disposto una progressiva riduzione dei quantitativi dei rifiuti accettati, riduzione che ha reso possibile nel mese di aprile il conferimento di soli 7 cassoni a settimana e culminata nel mese di maggio nell’accettazione di soli 4 cassoni ogni sette giorni. I conferimenti consentiti nelle ultime settimane sono di gran lunga inferiori alla produzione di sottovaglio da parte della C.S.A. s.r.l. che produce mediamente 4 cassoni al giorno da conferire in discarica. Pertanto, la capacità ricettiva della discarica della Mad si è fortemente ridotta e questa riduzione ha comportato una grave problematica all’impianto della Centro Servizi Ambientali s.r.l. che, ormai da settimane, smaltisce solo una minima parte del sottovaglio, essendo impossibilitata a provvedere allo smaltimento integrale e costante dei quantitativi prodotti (con tutte le negative ripercussioni sulla gestione dell’attività di trattamento). La Csa srl a partire dal mese di marzo ha rappresentato tale problematica alla Regione non ricevendo tuttavia nel corso degli ultimi mesi alcuna risposta risolutiva e, nonostante le crescenti difficoltà di gestione dell’impianto dovute alla riduzione dell’avvio allo smaltimento del sottovaglio, ha sempre garantito il conferimento dei rifiuti da parte dei Comuni. La decisione assunta negli ultimi giorni di sospendere i conferimenti dei rifiuti urbani è dovuta ad una problematica realmente sussistente fronteggiata fino ad oggi dalla Centro Servizi Ambientali s.r.l., ma non più sostenibile senza l’intervento della Regione. La società, pertanto, ha operato legittimamente e ha fornito informazioni corrette a tutte le Autorità preposte.”

Il problema non esiste solo sul territorio del sud-pontino ma anche a sud di Roma ed in alcuni comuni, molto popolosi, dei castelli Romani. Lo si evince da una diffida che una società di Pomezia, la Ecosystem, impegnata nell’intermediazione e trasporto dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, ha inviata all’area “Ciclo integrato dei rifiuti” della direzione regionale delle politiche ambientali della Regione Lazio: “Si vuole rappresentare la forte difficoltà che stiamo vivendo per continuare ad erogare il servizio di trattamento dei rifiiuti urbani, frazione secca, indifferenziata provenienti dai comuni serviti a seguito della consistente riduzione della capacità ricettiva della discarica di titolarità della Mad srl, ormai prossima all’esaurimento completo. Avendo come obiettivo quello di voler scongiurare un’eventuale sospesnsione di un servizio pubblico di fondamentale importanza si richiede – si legge ancora nella diffida – di individuare con urgenza una soluzione alternativa al conferimento presso la Mad srl degli scarti derivanti dalla lavorazione del rifiuto. Allo stato attuale la Ecosystem non ha ancora provveduto a sospendere il conferimento da parte dei comuni appaltanti il servizio ma si troverà costretta ad attuale soluzione a breve per esaurimento degli spazi di stoccaggio a lei riservati presso la Mad, non essendo disponibili soluzioni alternative compatibili con i costi applicati ai comuni conferenti”. Insomma modificando l’ordine degli addendi la somma finale non cambia. Purtroppo.

Saverio Forte