Itri / Pozzi abusivi, pugno duro del consiglio comunale (video)

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ITRI – Nessun atto di forza ma il sostegno ad una compartecipazione interistituzionale per risolvere un’emergenza che ha duplice valenza: igienico-sanitaria e di ordine pubblico. Con questo spirito il consiglio comunale di Itri martedì sera ha approvato una mozione d’ordine proposta dalla maggioranza – si è sfiorata l’unanimità dopo il voto favorevole dei consiglieri di opposizione Osvaldo Agresti e Giuseppe Cece, l’astensione dell’ex vice-sindaco Paola Soscia mentre l’unico “no” è arrivato da Luca Iudicone – che dà mandato alla conferenza dei capigruppo di sostenere, sul piano politico, il sindaco Antonio Fargiorgio nella risoluzione del problema sollevato dal settore ambiente dell’amministrazione provinciale circa l’illegale allaccio di mille utenze a cinque pozzi privati dislocati a macchia di leopardo sull’intero territorio comunale.

La responsabile Nicoletta Valle, prendendo atto delle risultanze investigative dei Carabinieri Forestali effettuate la scorsa estate, intimava proprio il sindaco di Itri ad emettere salatissime sanzioni pecuniarie e soprattutto specifiche ordinanze di chiusura di questi impianti che, originariamente autorizzati per uno scopo agricolo ed irriguo, di fatto si sono sostituiti all’ente gestore ufficiale, ad Acqualatina, per approvvigionare aziende agricole e abitazioni private (per lo più ville), alcune delle quali abusive e prive di titolo concessorio e dunque impossibilitate a chiedere il regolare allaccio all’ente gestore ufficiale. Al momento esiste il rischio che possano rimanere senz’acqua ben 4000 persone e aziende agricole residenti ed operanti in località Casa Capraia, Monte Cristo, Monticelle, Tre Cancelli, Valle fredda, Calabretto, Vagnoli, Calvi, San Marco, Ciovareccia, Porcignano, Santo Stefano, Mandrarita e, ancora, nelle contrade Marciano, Comignano, Valle, Sant’Elmo, Paretola, Valle d’Itri, Mezzabrino, Giovenco, Campiglioni e il sindaco di Itri – come ha dichiarato nell’intervista video rilasciata a Saverio Forte – ha annunciato di aver inviato una lettera alla dirigente del settore ambiente della Provincia Valle per chiederle di sospendere l’efficacia del suo decreto in attesa che la controversia venga risolta con l’apporto di tutti i soggetti in campo, in primis della Regione Lazio i cui funzionari sono stati contattati telefonicamente dallo stesso primo cittadino.

Una svolta in questa vicenda potrebbe registrarsi già venerdì quando in Provincia a Latina si svolgerà un tavolo tecnico che, sollecitato dallo stesso sindaco Fargiorgio, si dovrebbero partecipare anche la Prefettura, l’Asl e la Regione Lazio. Se il sindaco ha beneficiato (al momento) di una sorta di “copertura” politica da parte del consiglio comunale di Itri, il tavolo tecnico dovrà anche elaborare una serie di proposte operative che per la risoluzione del problema dovranno tener conto delle severe prescrizioni normative in un decreto legislativo in materia ambientale risalente al 2007 e della necessità da parte di quattromila persone di avere l’acqua in acqua. Nell’intervista il sindaco Fargiorgio non esclude di adoperarsi per la costituzione di uno o più consorzi ma questa al momento appare essere solo un’ipotesi di lavoro.

Intervista al sindaco Antonio Fargiorgio

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Nel corso del consiglio comunale i più battaglieri di tutti – come da previsione – sono stati Giuseppe Cece dei Fratelli d’Italia e, soprattutto, Osvaldo Agresti del Movimento cinque stelle: quest’ultimo è arrivato a dichiarare – e lo ribadisce anche nella nostra intervista video – come tutti sapessero che “questa pentola bollisse da anni, da almeno due decenni, e tutti per meri interessi politico-elettorali e clientelari hanno tenuto chiuso il coperchio. A sollevarlo è stata la dirigente del settore ambiente di un ente sovracomunale – ha aggiunto Agresti – che non ha fatto altro che rispettare la norma a tal riguardo. Punto. Questa vicenda di questi ultimi giorni è l’occasione giusta per legalizzare un sistema dietro il quale si nascondono interessi economici ed un’elusione fiscale che vanno chiariti, ai diversi livelli. Il comune di Itri non può affermare di aver appreso dell’esistenza del problema dal decreto della dottoressa anche perché gli stessi proprietari dei pozzi da tempo volevano regolarizzare la propria posizione ma sono compiuti comportamenti omissivi e assai superficiali”.

Intervista a Osvaldo Agresti