Formia / Operazione “Dusty Trade”, nuovi particolari in attesa degli interrogatori

Cronaca Formia

FORMIA – Inizieranno già oggi, gli interrogatori di garanzia davanti il Gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli per le 13 persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito della brillante operazione “Dusty Trade” che, condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza sotto il coordinamento dei sostituti Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo della Procura della Repubblica di Latina, ha permesso di smascherare un presunto collaudato sistema corruttivo all’interno di due uffici cardine del Fisco pontino: l’Agenzia delle Entrate e la Commissione tributaria provinciale. Impegnati a definire una precisa strategia difensiva sono i legali nominati dall’imputato più eccellente, il 74enne componente della commissione tributaria provinciale Enzo De Meo, l’ex funzionario amministrativo della direzione sanitaria dell’ospedale “Dono Svizzero” di Formia finito in carcere con la pesantissima accusa di corruzione per aver ottenuto somme di danaro ed un posto di lavoro per una nuora, M.L., dopo aver alleggerito alcuni contenziosi instauratisi con il fisco. L’uomo sarà ascoltato per rogatoria dal gip del tribunale di Cassino, nel cui carcere si trova da mercoledì. A promettere battaglia sono gli avvocati Andrea Di Croce e Giuseppe Masiello che, dopo una lettura ed esame della circostanziata ordinanza di custodia cautelare illustrata mercoledì nella conferenza stampa dal Procuratore aggiunta Carlo Lasperanza, sono pronti a demolire il castello accusatorio dell’unico capo di imputazione ascritto a De Meo. L’uomo originario della frazione collinare di Trivio si sarebbe impegnato tra il 15 marzo ed il 19 maggio 2016 ad accogliere totalmente e parzialmente due ricorsi presentati da una società di Aprilia, la “Costruzioni V srl” contro altrettanti accertamenti tributari. In cambio di cosa? Naturalmente di danaro, 3000 euro, e di un posto di lavoro in un’altra società di Aprilia a favore della nuora di De Meo che, laureata in economia e commercio internazionale, non avrebbe potuto fare la commessa e, per di più, fuori Formia. E così poi è stato. L’esame dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Mattioli ha permesso di focalizzare altri gravi ed inquietanti aspetti dell’intera vicenda. Le indagini hanno appurato una trattativa che si sarebbe instaurata tra il giudice non togato di Formia da una parte, il commercialista della “Costruzioni V srl” di Aprilia (Salvatore Martano) l’amministratore (Giovanni Vartolo) e Rinaldo Moscatelli nella duplice mansione di dipendente e di collaboratore di Vartolo dall’altra. Il suo ruolo era di consegnare a Salvatore Martano “il danaro da far pervenire al giudice De Meo”, somme – come detto – “pari ad almeno 3000 euro” e l’assunzione della nuora dell’ex funzionario Asl presso la società “Jeil servizi società cooperativa”. In effetti De Meo ancor prima del primo pronunciamento della commissione provinciale tributaria – era il 22 febbraio di due anni fa – riceve al telefono una richiesta d’incontro da Martano che si sarebbe dovuto svolgere negli uffici della commissione per “poter parlare tranquillamente. E il timore dei due è che fossero già intercettati dagli uomini del Colonnello Michele Bosco. L’incontro avviene il giorno dopo e De Meo chiede l’assunzione della moglie del figlio pretendendo un posto compatibile con gli studi effettuati e, per di più, a Formia: “E’ mia nuora Salvatò, laureata in economia e commercio internazionale, non la puoi mettere a fa la commessa, cercate de fa il più presto possibile, lei deve venì a Formia”. La richiesta viene accolta al punto da spostare un’altra dipendente della “Jeil servizi società cooperativa” ma “non quella che ha assunto sempre su richiesta di De Meo”. Intanto la seconda ed ultima sentenza sentenza favorevole per la “Costruzioni V srl” di Aprilia è datata 19 maggio 2016, giorno in cui l’esito del ricorso viene reso noto prima della sua ufficializzazione…. Il 13 maggio veniva intercettato all’interno dell’ufficio di Aprilia Martano secondo il quale la somma di danaro era insufficiente: “Cinque dovevano esse però….io t’avevo detto 5, cosi….te rimangono…per cui mano mano poi ogni volta che me rompono il cazzo…” . Ma la corruzione si sarebbe consumata 24 ore più tardi. Martano arriva a Formia, presso l’abitazione di De Meo in via Togliatti, e dopo l’incontro, invia un messaggio rassicurante ad un terzo interlocutore: “Tutto a posto ciao”. La sentenza – come detto – arriva il 19 maggio e la nuora di De Meo viene assunta. Dove? A Formia.