Ventotene / Comunità alloggio anziani: manifestazione di protesta contro l’arrivo di persone disagiate

Politica Ventotene

VENTOTENE – Una manifestazione “non contro qualcuno” ma per evitare che si “acuiscano nuove forme di disagio e precariato sociale”. Hanno deciso di scendere in piazza le mamme di Ventotene che si stanno battendo per la trasformazione della comunità alloggio per anziani che si trova accanto alla chiesa parrocchiale di Santa Candida. L’appuntamento è per mezzogiorno di sabato 17 febbraio, naturalmente in Piazza Castello, nei pressi del palazzo municipale della seconda isola pontina. Le mamme contesteranno l’iter avviato con la pubblicazione della determina dirigenziale dell’area “amministrazione generale” del comune, la numero 6 del 23 gennaio scorso, che ha dato mandato al responsabile del servizio di procedere “tempestivamente ed in via urgenza” ad attivare un’idonea procedura di affidamento del servizio di gestione della “comunità alloggio per anziani”. Tante mamme di Ventotene ma anche 180 “residenti veri” hanno dato vita “casa dopo casa” in questi giorni ad una petizione con cui si contesta l’affidamento diretto attribuito sino al 31 marzo alla cooperativa sociale “Utopia 2002” di Sezze per la gestione della Comunità alloggio per anziani.

Il comune ha ribadito quanto sostiene da settimane per l’incarico attribuito alla coop per una spesa complessiva di 39mila euro: serve per impedire l’interruzione del servizio, essenziale, della comunità alloggio per anziani di piazza Chiesa. Le mamme dei 16 bambini scolarizzati di Ventotene (10 della scuolas derll’infanzia, 4 in una pluriclasse della scuola primaria e 2 allieve di terza media) sostengono, invece, che “Utopia 2002” “è specializzata nella cura ed assistenza a persone disagiate sul piano strettamente personale che su quello sociale. Nessun particolare cenno – si legge nella petizione in corso di svolgimento – ad esperienze maturate nella gestione dio case alloggio per persone anziane”. I firmatari della petizione non vogliono compiere alcuna barricata ma temono che la cooperativa di Sezze svolga a Ventotene, già alle prese nel periodo invernale con numerose forme di precariato e carenze di naturale sociale, “la propria meritoria azione su una variegata gamma di casi sociali: soggetti con problemi psichici, giovani e meno giovani tossicodipendenti, cittadini con precedenti penali con difficoltà di reinserimento sociale e ragazze madri con disagio personale e sociale”.

Le mamme dei bambini di Ventotene “in assenza di un progetto pubblico e condiviso” hanno voluto incontrare il neo sindaco Gerardo Santomauro che – si legge nella petizione – ha dovuto ammettere che il primo piano della casa alloggio per anziani dell’isola sarà destinato ad ospitare persone disagiate e mamme con bambini”. Apriti cielo e la polemica è scoppiata come una bomba sociale. La petizione contiene un passaggio di una dichiarazione del delegato del sindaco, Giovanni Impagliazzo, che riassume – a loro dire- “tutta la verità”: “La casa alloggio costa e dobbiamo reperire le risorse per lavorare le otto persone che vi prestano attualmente servizio a fronte di quattro anziani attualmente ospitati…” Da qui un altro affondo all’operato della Giunta-Santomauro: “Il vile denaro muove le ragioni di questa amministrazione e, fallito il tentativo di ripopolare Ventotene con cittadini extracomunitari, si tenta il ripopolamento coatto con una popolazione a vario titolo disagiata… Se una persona non ha scelta, viene “forzatamente” portato sull’isola , può solo vivere con maggiore disagio le difficoltà che già gli isolani vivono, legate alla carenza di servizi, ad una logistica complicata, ad uno stile di vita che gli isolani, invece, scelgono ed amano. E i veri isolani sono quelli che vivono Ventotene nelle condizioni invernali ed estive…”

Le mamme della seconda isola pontina, unitamente alla gran parte della popolazione residente, si chiedono, preoccupate, cosa succederà ora. E avanzano tanti e tali interrogativi che impongono non poche considerazioni: quante madri e quanti bambini arriveranno, quali saranno i mezzi e le competenze a loro disposizione, sono stati presi accordi preliminari con la dirigenza scolastica per “verificare le effettive compatibilità sul piano educativo e sul piano logistico”, e ancora, le insegnanti in servizio della pluriclasse saranno in grado di gestire una maggioranza di nuovi arrivati rispetto al gruppo classe tradizionale?”. Insomma “trovare i soldi per gli otto lavoratori della casa alloggio per anziani mortifica un eventuale spirito umanitario delle azioni ipotizzate, mortifica i sacrifici di coloro che hanno scelto di vivere a Ventotene, mortifica i piccoli alunni, crea cortine di diffidenza anziché ponti di solidarietà all’interno della stessa comunità isolana”. Dopo il danno (tagli indiscriminati dello stato e dello stesso comune) si aggiunge anche la beffa, naturalmente per i bambini, stanziali e per i nuovi arrivati. La petizione – ribadiscono i firmatari – non è un atto contro qualcuno di “diverso” ma una serena presa di coscienza sulle reali possibilità che ha la nostra piccola comunità di ospitare persone con difficoltà o disagi. L’isola è un microcosmo a se’, differente da qualunque altro territorio ed è follia immaginare la condivisione e/o coabitazione di persone con problematiche di ogni genere e grado. Sull’isola e chi ci vive quotidianamente lo sa’ bene… non ci sono medici specialisti stabili, non c’è un cinema, non c’è un teatro, non ci sono attività ludiche per minori e maggiori, non ci sono in buona sostanza gli elementi minimi per la socializzazione sia dei residenti che degli “ospiti”.

Ventotene ha una sua cultura storica della “accoglienza” ma “i tempi dell’Impero Romano e del confino politico sono mutati fortunatamente e l’idea di diventare una nuova colonia di persone, purtroppo sfortunate, non è assolutamente una via percorribile. A chi giova tutto questo? Perché queste decisioni cadono dall’alto? Mai si è posta la questione della partecipazione e della condivisone con chi sull’isola vive ma si è semplicemente pensato di imporre questa scelta”.

Saverio Forte