Minturno / Mobilità ferroviaria, le istanze insolute dei comitati dei pendolari

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MINTURNO – “E’ indubbio che l’amministrazione regionale uscente ha investito molto nel trasporto ferroviario, perseguendo un effettivo miglioramento della qualità dei servizi. A questa ammirevole strategia non è seguita però una analoga capacità operativa sulla programmazione e attuazione dei servizi, cosicché Trenitalia e RFI hanno potuto gestirle secondo le proprie esigenze”. Lo dichiara l’unione dei comitati Linea FL7 di cui fanno parte CPM-Comitato pendolari Minturno Scauri, Comitato pendolari stazione di Itri, Comitato pendolari stazione di M.S.Biagio Terracina Mare, Comitato pendolari stazione di Pomezia.

“Ne è palese dimostrazione – continua la nota – l’orario del dicembre 2016 che, progettato da Trenitalia (stravolgendo la storicizzazione degli orari della linea) e avallato dalla Regione, si è mostrato da subito scollato dai bisogni degli utenti. Nel marzo 2017, dopo le tante proteste dei pendolari della linea, è stata messo a punto un aggiustamento risolvendo, almeno in parte, il problema delle fermate. Contestualmente però sono emersi diversi altri problemi, ben circostanziati dai comitati pendolari nei vari incontri con la Regione, che, nonostante le promesse, non è stata poi in grado di attuare (o non ha mai voluto), lasciando così i pendolari in balia dei loro problemi di viaggio quotidiani.

Oggi fa molta rabbia osservare che Trenitalia e la stessa Regione vantino miglioramenti sulla puntualità perché a fronte di ingenti investimenti pubblici per acquistare treni nuovi (quindi più affidabili e prestanti) e alle innovazioni tecnologiche apportate alla rete infrastrutturale (anche per merito dei fondi versati dai Ministeri competenti), essa risulta perseguita unicamente perché dal marzo 2017 sono state allungate in modo sconsiderato e ingiustificabile (da 6 fino a 20 minuti) i tempi di percorrenza di tutti i treni e talvolta con la cancellazione di alcune fermate intermedie prima esistenti. I tempi di viaggio di oggi sono paragonabili forse a quelli di quarant’anni fa, a dispetto dunque dei soldi pubblici spesi per l’ammodernamento dei treni e della linea!

Fa anche rabbia osservare che Trenitalia diffonda risultati di sondaggi dove si rimarca la soddisfazione dell’utenza sul servizio reso senza che la controparte regionale, che paga quel servizio, rispondesse con una propria indipendente valutazione!

La mobilità regionale ha bisogno da parte della politica di risposte concrete ed urgenti! il problema va innanzitutto inquadrato alla sua origine per cui occorre incentivare le forme di flessibilità del lavoro (a cominciare dalla pubblica amministrazione) come l’attuazione del telelavoro e dello smart-working che vadano a diminuire le esigenze di mobilità per recarsi al lavoro. Necessita un coinvolgimento più concreto delle organizzazioni sorte in rappresentanza dei pendolari nella pianificazione dei servizi e nel loro monitoraggio, superando i limiti della organizzazione attuale dove non tutti possono trovare pari rappresentanza. L’Assessorato alla mobilità deve avere la disponibilità di risorse organiche (sia di natura politica che come dipendenti regionali preposti) commisurate, in termini qualitativi (competenza) e quantitativi, alle necessità. I progetti di mobilità devono prevedere una adeguata integrazione tra i vari sistemi di trasporto in particolare tra treni e i collegamenti del TPL.

Per meglio interpretare le esigenze della mobilità della linea FL7 Minturno Roma e per condividere le strategie programmatiche future sulla mobilità, i comitati pendolari (oggi organizzati in una Unione dei comitati della linea FL7 e in un Coordinamento interregionale dei comitati della linea RM-NA) si rendono disponibili ad incontrare tutte le forze politiche in campo”.