Cassino / 14enne in un tema accusa di molestie il padre che poi si suicida: intervista al legale (video)

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CASSINO – Non era turbato ma solo molto preoccupato di affrontare il processo. Ma era altrettanto determinato a dimostrare la sua completa estraneità ai fatti contestatigli dal sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini. Lo dice in questa intervista video a Saverio Forte l’avvocato Domenico Di Tano, il giovane legale di Castelforte che da poco più di un mese assisteva – come d’ufficio e poi con una nomina a tutti gli effetti – l’agente di polizia penitenziaria di 54 anni di Roccasecca che si è tolto la vita impiccandosi ad una grata della chiesa di San Tommaso dopo la diffusione della notizia con la quale una delle cinque figlie, di 14enne, frequentante il primo anno di un istituto tecnico di Cassino, aveva rivelato in un tema assegnato dall’insegnante di italiano – una sorta di lettera alla madre in cui confessarle qualcosa che non aveva avuto il coraggio di dirle a voce – di essere stata vittima di presunti abusi sessuali del genitore. L’avvocato Di Tano ha trascorso l’intera giornata – come ci ha confessato – a ricevere colleghi dei più importanti organi d’informazioni italiani ai quali ha ribadito pressochè lo stesso concetto: “Avevamo parlato dell’eventuale nomina di un consulente di parte in vista dell’imminente incidente probatorio chiesto dalla stessa Procura di Cassino per fare chiarezza – dice il legale – Attendevamo la decisione del Gip Salvatore Scalera ma c’era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza”.

L’avvocato Di Tano ha aggiunto che il 54enne era stato raggiunto da un’ordinanza restrittiva del Gip lo scorso 23 dicembre quando era stata disposta la dimora in un’abitazione lontana almeno un chilometro dall’abitazione di famiglia e l’applicazione del braccialetto elettronico alla caviglia per monitorarne gli spostamenti. L’uomo si era spostato a vivere in casa del fratello, ma non ha resistito a lungo. Nella notte tra domenica e lunedì, non reggendo il peso della tensione, si era recato nell’isolata chiesa di San Tommaso, aperta solo in occasione di determinate cerimonie religiose, togliendosi la vita. A confermare l’ipotesi del suicidio è stata l’autopsia sul corpo dell’uomo disposta dalla Procura ed effettuata presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Scolastica” di Cassino. I funerali si svolgeranno nella giornata di mercoledì ma nell’occhio del ciclone sono finiti i mezzi d’informazione.

Se l’avvocato Di Tano dice che il suo assistito è stato giudicato in tutta fretta dal “Tribunale mediatico”, duro è stato l’atto d’accusa della moglie del 54enne: “”Sono state dette tante cose non vere: quello che avete detto – si è rivolta così ad Anna Milan del giornale Radio della Rai – l’hanno portato a questo”.

Nel dibattito che ne è seguito è intervenuto lo stesso Garante della privacy, Antonello Soro: “Non fornire i dettagli non avrebbe tolto nulla alla drammaticità di questa storia. Anche in questa vicenda le fonti che hanno reso disponibile questi dettagli non hanno fatto un buon servizio”. Sulla vicenda è stata convocata una riunione urgente e straordinaria del Consiglio forense presso il Tribunale di Cassino per valutare se la gestione della notizia riguardante una minore abbia rispettato la deontologia professionale e le norme di tutela previste in materia. Per il presidente dell’Ordine degli avvocati di Cassino, Giuseppe Di Mascio, “ci sono state gravi violazioni, che chi di dovere dovrà accertare” arrivando, dunque, a sollecitare l’apertura di un fascicolo contro ignoti per violazioni di segreto istruttorio.

“Si è tolta la vita una persona – ha detto l’avvocato Di Mascio – Nessuno potrà mai dirci se questo è avvenuto a seguito dell’impatto mediatico o se nella sua coscienza aveva maturato da solo questa decisione. Questo non potrà dirlo mai nessuno. Ma sicuramente questa ragazza ha subito tre choc violenti: la violenza da parte del padre, se c’è stata; la pubblicità nell’ambito di tutto il suo ambiente; e adesso la morte del padre, che in un certo senso è ricollegata a questo episodio”. Intanto resta da chiarire se il tema dal quale è poi nata la denuncia sugli stupri sia stato assegnato di proposito dall’insegnante, che magari sospettava qualcosa, o se, invece, rientrava semplicemente nell’ordinaria attività didattica. Nel compito, la 14enne raccontò le violenze da parte del padre quando erano soli in casa. Abusi partiti in estate e proseguiti per mesi, fino alle rivelazioni choc del compito in classe, assegnato poco prima delle vacanze di Natale. Parole che hanno poi trovato conferma dalle indagini del commissariato di Polizia di Cassino come riferito in un’informativa alla Procura. Nell’ordinanza del Gip Scalera vengono anche riportate le parole della mamma della giovane che la avvertiva di “non restare sola a casa con papà”.

In passato, infatti, sembra che l’uomo sia stato protagonista di un episodio simile anche nei confronti di un’altra delle cinque figlie, oggi ventenne.

Saverio Forte

Intervista all’Avv. Domenico Di Tano