Scioglimento del comune di Sperlonga, la palla passa al nuovo prefetto Maria Rosa Trio

Politica Sperlonga

SPERLONGA – Il neo Prefetto di Latina Maria Rosa Trio utilizzi la sua “sensibilità istituzionale” per lasciare spazio all’unico scenario ormai possibile per fronteggiare l’impasse in cui è caduta l’amministrazione comunale di Sperlonga prima con la clamorosa operazione della Procura di Latina “Tiberio” e poi con i continui guai giudiziari dei suoi dirigenti e esponenti di primissimo piano: il Commissariamento del Comune e il ritorno alle urne per ridare la parola agli elettori. La richiesta arriva dall’attivo portavoce del movimento civico “Partecipazione attiva”, l’ex capogruppo dell’opposizione Nicola Reale che prende spunto dal recente e duplice rinvio a giudizio dell’ex responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Sperlonga Massimo Pacini con le ipotesi accusatorie di corruzione e lottizzazione abusiva per due reati commessi tra il 2009 e il 2013 sono “l’ennesima prova di un Comune nel quale l’illegalità e la corruzione sono diventati veri e propri metodi di governo”. I due processi che dovrà sostenere Pacini – anch’egli arrestato il 16 gennaio nell’ambito dell’operazione “Tiberio” – sono gli ultimi rantoli di un’amministrazione morente che, fino all’ultimo, tenta di rimanere aggrappata al potere, un potere, peraltro, sempre utilizzato perfavorire e difendere gli interessi privati di pochissimi, a danno della collettività”. Per Nicola Reale, che in consiglio comunale nel corso degli anni è stato l’unico vero oppositore al riabilitato sindaco e due volte presidente della Provincia Armando Cusani, il Comune di Sperlonga “è ormai una barca lasciata alla deriva da un gruppo di sedicenti amministratori che, invece di essere al servizio dei cittadini,rispondono solo e soltanto ai bisogni di un sindaco, il quale, per la situazione in cui si trova, dovrebbe avere la capacità di raccattare le ultime briciole di dignità per chiedere, a capo chino, scusa alla città e lasciare in punta di piedi e definitivamente l’Istituzione che i cittadini gli avevano chiesto di governare e non di infangare. Oggi Sperlonga è una città ferita, sconvolta e avvolta dal silenzio dei suoi cittadini che, come nei paesi di mafia, sanno di non potersi e non doversi esprimere”. La lettera al neo Prefetto di Latina è una richiesta, chiara e lampante, a rivolgere “uno sguardo particolarmente attento su quelle realtà amministrative già da anni inquinate da fenomeni di corruzione e di infiltrazioni mafiose.” Per spiegare ed illustrare il caso del comune di Sperlonga il movimento “Partecipazione attiva” ha inviato al neo inquilino del palazzo di piazza della Libertà un dossier, un memorandum pieno “di una grave e diffusa illegalità che, da oltre un decennio, mina – si legge nella lettera al neo Prefetto di Latina Trio – la qualità democratica della vita del paese, contraddice in maniera plateale e non più tollerabile il principio costituzionale di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa ed altera i valori fondativi dello Stato di diritto, della convivenza sociale e del principio di uguaglianza dei cittadini.”. In effetti il dossier inviato da Reale era stato inviato a settembre all’ex Prefetto di Latina Pierluigi Faloni, al Ministro dell’Interno, alla Direzione Distrettuale Antimafia, al Presidente della Commissione Antimafia e al Presidente dell’Autorità Anticorruzione e Reale conclude con una battuta che sfiora la polemica: “Vogliamo pensare che il dott. Faloni non abbia avuto il tempo per porre in atto qualunque eventuale conseguente azione. Invece siamo certi che ella vorrà riscontrare quanto prima la nostra richiesta di valutare l’opportunità di nominare una commissione d’indagine per una oggettiva verifica della sussistenza dei termini legali previsti per avviare la procedura di scioglimento del Consiglio comunale di Sperlonga”.