Formia / Emergenza idrica, attraccata la prima nave cisterna. Mdp: “Meglio investire sulla rete”

Formia Politica

FORMIA – La violenta ondata di maltempo dell’ultimo fine settimana non ha fatto cambiare idea ad Acqualatina: il sud-pontino per fronteggiare la persistente carenza idrica ha bisogno di un carico quotidiano di 2mila metri cubi di acqua. più o meno 30 litri al secondo, in attesa dell’attivazione del campo pozzi presso l’Acervara. E così che presso la banchina di Molo Vespucci a Formia ha attraccato per la prima volta una nave cisterna, una bettolina, che proveniente da Napoli, dovrà contribuire, nonostante i primi capricci autunnali di Giove Pluvio, ad alleviare la grande sete. Il mercantile arriverà ogni giorno, sette giorni la settimana, al porto commerciale di Formia per immettere il prezioso liquido nella nuova condotta idrica collegata a quella principale che serve il centro urbano ed è diretta a Gaeta. Questa soluzione, che viene considerata tampone, era stata condivisa dai sindaci dei comuni del Golfo che nei giorni scorsi avevano chiesto all’ente gestore di moltiplicare gli sforzi per tentare di fronteggiare la grande sete che, perdurando la siccità, appare essere infinita. Per il comune di Formia l’arrivo delle navi cisterna è la conferma, indiscutibile, che nella zona di Molo Vespucci non saranno installati i tanto temuti ed impattanti dissalatori dopo essere stati stralciati dagli interventi finanziati dai fondi dell’emergenza idrica. In settimana sono stati convocati, intanto, i tecnici di Acqualatina per fare il punto sui lavori presso il campo pozzi dell’Acervara e sugli investimenti per il rifacimento della rete idrica. Gli atti propedeutici all’acquisizione dei terreni dove scavare i pozzi sono stati risolti ma bisogna accelerare le procedure di autorizzazione da parte della Provincia e della Regione per consentire l’operazione di scavo. A non fare i salti di gioia per l’arrivo delle navi cisterna è il Movimento Democratici e progressisti che chiede di non abbassare la guardia sulla possibile installazione dei dissalatori e nutre dei dubbi che l’immissione integrativa di 2000 metri cubi d’acqua al giorno possa servire per risolvere definitivamente l’emergenza. “Se servirà a rendere meno grave il disagio di tante famiglie, accettiamo, pur non senza evidenziare forti criticità – commenta l’ex vice-sindaco ed assessore all’ambiente della Giunta Bartolomeo, Maria Rita Manzo – Nutriamo qualche preoccupazione e, considerato che molte delle perplessità da noi evidenziate in passato hanno poi trovato riscontro nella realtà, le esterniamo e le poniamo all’attenzione di quel dibattito cittadino, che seppure frammentato tra le diverse realtà che di acqua si stanno occupando, comunque sta contribuendo ad accelerare certi processi. L’operazione è molto esosa e vorremmo saperne di più sui costi . Quanto incide sulla spesa pubblica ricorrere all’ausilio di navi cisterna? Che trattasi di finanziamenti a carico della Regione non giustifica nulla. Non si può comunque avallare un investimento , la cui entità non ci è chiara, se non trova giustificazione nella risoluzione del problema. Ci risulta che in altri luoghi, il costo dell’acqua rifornita da alcune note società sfiora cifre esorbitanti, scandalose: in alcuni casi, l’acqua acquistata raggiunge, ci risulta, somme vicine ai 13 euro al metro cubo. Auspichiamo ovviamente che qui non avverrà ma, visto ciò che accade ovunque nel settore dell’acqua e dei diritti,la preoccupazione rimane ed è forte – aggiunge la professoressa Manzo – Ci sorge il dubbio che, come per i dissalatori, anche in questo caso si vadano a delineare interessi economici e affari non del tutto trasparenti . Il fatto che un territorio così ricco di risorse debba acquistare acqua altrove, induce inevitabilmente a qualche riflessione”. Insomma il MdP –Articolo 1 teme che l’utilizzo delle navi cisterna “diventi un sistema nel tempo: riteniamo che esse si possano tollerare solo se dentro i limiti di una situazione emergenziale. Troveremmo davvero immorale ancora fare business sulla sete delle persone e sull’acqua che è per definizione bene collettivo e diritto di tutti. E ancora – e questo ci preoccupa ancora di più – a quanto servirà questo pur apparentemente necessario intervento (navi cisterna) se la rete idrica continuerà ad essere dissestata come sappiamo ormai bene che sia? Se le dispersioni continuano imperterrite a viaggiare su percentuali così alte (70%) e, al di là delle enunciazioni, nulla viene fatto, a cosa davvero serviranno le navi? Il rapporto utilizzo reale- costo varrà davvero l’impresa? Oppure , è più importante l’affare rispetto al risultato?” Intanto il bando per la manutenzione straordinaria è scaduto ma non si riescono ad avere notizie in merito. “Accelerare i tempi degli interventi sulla manutenzione e sul recupero della rete idrica è un obbligo al quale non ci si può più sottrarre – conclude la Manzo – Chiediamo con forza che si dia , finalmente, una concreta accelerazione ai lavori.”