Formia / Agenzia delle Entrate, uno spiraglio per evitare la chiusura

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FORMIA – Forse si è aperto uno spiraglio definitivo per evitare, sul filo di lana, la ventilata chiusura dell’agenzia delle Entrate di Formia. L’hanno anticipato il direttore regionale Michele Garrubba e quello aggiunto con delega al personale Alberta De Sensi incontrando i rappresentanti di alcune organizzazioni sindacali preoccupate sul futuro mantenimento degli attuali livelli occupazionali. I vertici della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate hanno assicurato, infatti, che sarà riaperta la procedura per la ricerca di un immobile da adibire a nuova sede alternativa a quella attuale e hanno ribadito che non c’è alcun interesse a spostare l’ufficio a Fondi.

I sindacati hanno sottolineato come le amministrazioni comunali del sud-pontino e i privati possano dare ora, dopo la pubblicazione di ben due bandi – il primo dei quali andato a vuoto – un “contributo serio” e la stessa direzione regionale, avendo degli obblighi nei confronti dei lavoratori, consideri “idonea” la nuova struttura oggetto della riapertura della procedura: “Siamo un servizio pubblico e vogliamo andare incontro – hanno osservato i sindacati – a coloro che chiedono i nostri servizi”. La nuova indagine di mercato riguarderà sia il comune di Formia che tutti gli altri comuni limitrofi e l’obiettivo è sempre lo stesso: individuare un fabbricato – disponibile o da costruirsi entro 18 mesi dalla conclusione della selezione- per una superficie compresa tra 1.368 e 1.520 metri quadrati nel caso di immobile preesistente e tra 912 e 1368 metri quadrati nel caso di immobile di nuova costruzione o soggetto a ristrutturazione integrale. L’intento è di trasferire l’attuale sede dell’Agenzia delle Entrate, che serve un bacino di utenza di 100mila persone residenti in 14 comuni, al posto di quella attuale, operativa da ben 15 anni, affittata con un contratto oneroso, in una struttura di via Spaventola alle prese – si vocifera – anche con problemi di agibilità.

Al primo bando non aveva risposto nessuno, al secondo i soli comuni di Gaeta e Fondi proponendo rispettivamente l’ex Tribunale di Calegna e una struttura attigua al Mof. Quest’ultima negli ultimi giorni ha ospitato un sopralluogo di alcuni dirigenti della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate che ha provocato il disappunto dei sindacati in forza presso la sede formiana. Intanto il mondo politico-istituzionale del comprensorio è uscito finalmente allo scoperto e, dopo le critiche ricevute, ha sostenuto di non essere stata informato sulle due precedenti indagini di mercato promosse dai vertici regionali dell’Agenzia delle Entrate.

Ora non ha più alibi così come gli stessi privati. E le soluzioni logistiche sono spunte improvvisamente come i funghi: l’attiguo ex cravattificio “Gino Pompei”, di proprietà del consorzio di sviluppo industriale del sud-pontino, l’ex albergo Caposele in località Vindicio – di proprietà privata e per diverso tempo sede degli uffici amministrativi e degli ambulatori dell’ex Usl Lt/6 – il realizzando polo artigianale in località Mergataro, di proprietà della famiglia Simeone, e finanche l’ex pastificio Paone, nonostante sia ancora posto sotto sequestro per lottizzazione abusiva.

Saverio Forte