Gaeta / Polisportiva, lunedì gli interrogatori di garanzia per Melchionna e Belalba

Cronaca Gaeta

GAETA – Si svolgeranno lunedì prossimo gli interrogatori di garanzia da parte del Gip del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro nei confronti dell’ex allenatore e attuale socio di maggioranza della Polisportiva Gaeta, Felice Melchionna, di 48 anni, e di Vincenza Belalba, di 35 anni, consigliera e figlia dell’attuale presidente biancorosso Mario, arrestati mercoledì nell’ambito dell’operazione “Dribbling” che ha smascherato un presunto giro estorsivo nella gestione degli svincoli ai danni di alcuni tesserati della società biancorossa in occasione – dal 2015 in poi – delle ultime due stagioni nel campionato regionale d’Eccellenza. Le misure cautelari, richieste dal sostituto Procuratore Roberto Nomi Bulgarini ed eseguite dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Formia, sono il frutto delle denunce – a cui hanno fatto seguito naturalmente i dovuti riscontri probatori – rese da alcuni ex calciatori del Gaeta che hanno raccontato di essere stati vittime di un collaudato raggiro estorsivo: per ottenere lo svincolo e, dunque, avere la possibilità di giocare altrove avrebbero dovuto versare somme di danaro variabili dai 2000 ai 3000 euro. E, a volte, anche importi maggiori.

Il primo episodio “incriminato” risale al dicembre 2015 e fu vittima niente meno che uno dei calciatori più noti ed amati degli ultimi anni dalla tifoseria tirrenica: Gennaro Vitale. Sarebbe stato costretto dall’allora allenatore Melchionna e da Vincenza Belalba, pur di ottenere lo svincolo dalla società per poter andare a giocare in un’altra squadra, a consegnargli “la somma in contanti di 2000 euro nonché l’assegno che gli era stato dato in garanzia per il pagamento dello stipendio, dell’importo di 2400 euro, del mese di dicembre 2015”. Stesso clichè – siamo sempre a dicembre 2015 – per un altro importante calciatore del Gaeta, Flavio Marzullo: “Vuoi andare via? Benissimo – si sarebbe sentito dire da Melchionna e Belalba, ora difesi dall’avvocato Vincenzo Macari – ma devi consegnarci 3000 euro in contanti…”.

Prima di Natale 2015 aveva chiesto di cambiare aria anche Antonio Infimo, tesserato per il Gaeta dal torneo 2014-15. Anche qui la solita richiesta: la consegna di 2000 euro in contanti e l’assegno post-datato al 31 dicembre 2015 dell’importo di 5000 euro consegnato al calciatore “a garanzia del pagamento degli stipendi (così implicitamente costringendolo a rinunciare al pagamento di tutti gli stipendi ancora dovuti, per un ammontare complessivo pari a 7700 euro)”. Più cospicuo il danno subito – sempre a dicembre 2015 – dal calciatore Fabio Fanelli: 8100 euro, frutto di una somma in contanti di 2000 euro e di un assegno, del valore di 6100 euro, per il pagamento degli stipendi arretrati sin dal campionato d’Eccellenza 2013-14.

In un altro episodio “incriminato” del dicembre 2015 il calabrese Melchionna è affiancato dal presidente Mario Belalba: avrebbero costretto il calciatore Luigi Lubrano a restituire loro un assegno di 1000 euro originariamente consegnato alla sua precedente società, la Dinamo Napoli, per l’acquisto del suo cartellino. L’ultimo episodio estorsivo di quel movimentato dicembre di due anni riguarda il calciatore Cristina Sebastianelli, invitato a consegnare, attraverso il padre Giuseppe, la somma di 2000 euro e a rinunciare al pregresso di 800 euro.

Vincenza Belalba è finita ai “domiciliari” anche perchè accusata di calunnia per aver falsamente denunciato di aver smarrito alcuni assegni bancari che in realtà lei stessa consegnava ai calciatori per impedire loro di porre all’incasso i titoli che rappresentavano la quota di rimborso spese stabilita all’inizio di stagione in occasione della stipula del contratto. Sono quattro gli episodi citati nell’ordinanza di custodia cautelare, tre dei quali verificatisi nello stesso giorno, il 13 maggio 2017. Nel primo denunciava ai Carabinieri di Gaeta il furto o smarrimento di due assegni del Monte dei Paschi di Siena e intestati all’Asd Atletico Gaeta: “implicitamente incolpava di Truffa, furto e ricettazione, nella piena consapevolezza della sua innocenza, Alfonso De Feo, a cui gli assegni erano stati consegnati il 20 marzo 2017 dalla stessa Belalba a garanzia del pagamento degli ‘stipendi’ allo stesso spettanti per le prestazioni sportive fornite quale calciatore della Polisportiva Gaeta”.

Nella seconda, terza e quarta denuncia sporta davanti i Carabinieri della Tenenza di Gaeta le vittime ingiustamente incolpate sono i calciatori Pasquale Allegretta, Luca Colella e Mattia De Deo per due assegni, sempre del Monte dei Paschi di Siena ed intestati all’Asd Atletico Gaeta, che ciascuno avrebbe ottenuto il 20 marzo (A De Deo venne consegnato, rispetto ai primi due compagni di squadra, un solo titolo) quale garanzia del pagamento dei famigerati stipendi o, più volgarmente, rimborsi spesa.

L’ultimo capo di imputazione nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Cassino è, per certi versi, inquietante: il protagonista torna ad essere l’allora allenatore del Gaeta Melchionna che ebbe il 7 maggio scorso un durissimo scontro con De Feo, Allegretta, Colella e De Deo, invitati a consegnare a Vincenza Belalba gli assegni loro consegnati dalla donna. Secondo il Gip Lo Mastro il reggino Melchionna proferì nei confronti dei suoi giocatori le seguenti testuali parole: “portate gli assegni indietro, altrimenti vi sparo in testa…”.

Insomma secondo le risultanze dei Carabinieri il calabrese Melchionna e la figlia del presidente Belalba “hanno agito sempre in accordo e previo concerto tra loro secondo una strategia collaudata e pianificata che ha dimostrato la loro particolare spregiudicatezza e indifferenza, ma allo stesso tempo con il riserbo necessario pur di conseguire profitti o evitare danni patrimoniali.”

Gli accertamenti proseguono ed in quest’ottica i Carabinieri del tenente Milano hanno perquisito mercoledì i locali della Polisportiva all’interno dello stadio Antonio Riciniello per rinvenire ulteriore documentazione utili ai fini delle stesse indagini.

Sempre per una questione sulla gestione di alcuni assegni i Carabinieri due anni fa avevano arrestato proprio l’attuale patron biancorosso Mario Belalba: durante il processo di primo grado il reato di estorsione di derubricato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni per il quale è pendente il ricorso in appello.

Saverio Forte