Gaeta / Sequestro dei beni personali per quasi 680mila euro, Zottola pronto al ricorso

Cronaca Gaeta

GAETA – Una corsa contro il tempo per non incappare nella lunga pausa feriale. L’ex presidente della Confcommercio Lazio e della Camera di Commercio di Latina, l’imprenditore di Gaeta Vincenzo Zottola, si è rivolto all’avvocato Vincenzo Macari per presentare un urgente ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca del sequestro dei beni personali per 676mila euro contenuto nell’ordinanza che, emessa dal Gip del Tribunale di Roma Massimo Di Lauro e richiesta dal sostituto procuratore Laura Condemi, è stata notificata dagli agenti del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma. Zottola è accusato di aver contribuito, insieme ad altri 11 indagati, a far lievitare i costi dei corsi di formazione che, autorizzati con un decreto del Ministero del Lavoro, erano destinati ai dirigenti e ai manager della stessa Confcommercio laziale e a quelli delle aziende consorziate. Si ipotizza una truffa aggravata per un importo di cinque milioni e 100mila euro che avrebbe avuto Zottola come regista.

Non la pensa così il suo legale che nel ricorso al Riesame specifica come la gran parte dei contributi statali per l’organizzazione di questi corsi di formazione siano stati erogati nel 2010 quando Zottola è stato il massimo dirigente della Confcommercio regionale dal 2012 al 2014. Per l’avvocato Macari il ruolo di Zottola sarebbe stato esclusivamente politico, non decisionale sulla destinazione dei fondi erogati all’importante associazione di categoria di cui ha diretto le redini anche in provincia di Latina. Secondo le risultanze investigative del Pm Condemi a fare la differenza sarebbero state le spese fittizie dei rendiconti finanziari presentati dalla Confcommercio regionale tali da far aumentare i costi e trarre in inganno l’ente erogatore, il Ministero del Lavoro.

Con un decreto “ad hoc” creò il fondo paritetico interprofessionale nazionale “For.te.” per la formazione continua nel settore terziario. Sarebbero state inserite attività formative svolte solo in parte o, addirittura, mai realizzate, le cui prestazioni, a volta inesistenti, – hanno accertato gli agenti della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza della capitale – sono state fatturate a favore della “Promo. Ter Roma”, un ente di formazione accreditato presso la Regione Lazio. L’inchiesta avrebbe anche accertato come alcuni finanziamenti erogati dal Ministero del Lavoro siano serviti per finanziare altre attività associative della Confcommercio laziale e anche qui – ed è un’altra ipotesi tutta da vagliare – effettuate parzialmente o, peggio ancora, mai svolte.

Saverio Forte