Papa Francesco

Bolkestein, l’Associazione “Imprese Oggi” scrive a Papa Francesco

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FONDI – Anche l’associazione Imprese Oggi, rappresentativa di diverse migliaia di ambulanti operanti nel sud-pontino e nel cassinate, è tra i firmatari di un appello speciale, sottoscritto da alcune associazioni rappresentative dei commercianti ambulanti di Roma e del Lazio, contro l’entrata in vigore, dal 1 gennaio 2019, della direttiva comunitaria Bolkstein che prevede la liberalizzazione delle licenze di vendita. Questo appello s’inquadra in una severa disamina sull’attuale gestione del commercio ambulante o “a rotazione” nella capitale e non poteva avere come destinatari tre autorità politiche e morali decisamente illustri, Papa Francesco in qualità di vescovo di Roma, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

La direttiva “Bolkstein”, recepita in Italia dal decreto legislativo numero 59 del 2010, viene definita come una “bomba ad orologeria” che, se dovesse scoppiare, provocherà conseguenze devastanti su un vasto tessuto sociale ed economico. Da qui all’appello a papa Bergoglio, al presidente Mattarella e alla dottoressa Di Segni di “infondere nei cuori di questi politici, e nelle loro menti, un barlume di un ragionamento che li porti a riflettere su ciò che hanno approvato… Una delle vostre principali preoccupazioni – se non la principale – è quella di difendere la dignità del lavoro, di chi un lavoro ce l’ha e cerca di difenderselo con le unghie, e che occorre creare nuove occasioni di lavoro per lo sviluppo dell’economia nel nostro Paese.

L’applicazione della Direttiva Bolkestein – temporaneamente sospesa dal Governo e dal Parlamento nei suoi effetti fino al 31 dicembre 2018 – incide su un aggregato umano e di persone che coinvolge oltre 1 milione di persone (sicuramente molti di più e non di meno) che si muovono ogni giorno – con il vento e con la pioggia, con il freddo e con il sole più acerrimo d’estate – svolgendo di uno dei mestieri più tradizionali ed antichi che caratterizza e connota il commercio nel nostro paese e che sulla base di una errata applicazione dei nostri legislatori è stato assimilato ad altri settori che la Direttiva Bolkestein intende liberalizzare.

Soltanto l’Italia (e con essa la Spagna) ha ritenuto – hanno scritto il presidente ed il segretario dell’Associazione “Imprese Oggi”, Antonio Di Ciaccio e Marrigo Rosato – che il suolo pubblico fosse una “risorsa limitata”, quasi come fosse una risorsa naturale come il petrolio, e quindi le concessioni di suolo pubblico rilasciate agli ambulanti per esercitare nei mercati (o nei posteggi isolati) sono state prorogate nel tempo, fino al 31.12.2018 appunto, dopodichè saranno messe a Bando per una assegnazione che durerà al massimo fino a 12 anni, ma che potrebbero addirittura ridursi a 7 anni nelle città turistiche o d’arte o nei posteggi isolati.” E il rischio, fondato, che tra 12 anni al massimo
196.000 titolari di attività ambulanti metteranno la sveglia alle cinque del mattino, come fanno solitamente per recarsi nei mercati, soltanto che da quel giorno “non saranno più titolari di nulla e diverranno tecnicamente dei disoccupati in quanto privi della loro licenza e concessione per continuare a lavorare.

E da quel giorno ogni ambulante per sperare di poter continuare ad esercitare nei mercati, dove magari ha esercitato prima di lui il suo papà, dovrà partecipare ad un bando con evidenza pubblica e quindi far fronte all’esborso di nuove ingenti risorse, con il rischio che altri acquistino le sue concessioni con le quali ha sostenuto se e la sua famiglia creando economia e sviluppo negli anni. Insomma dovrà ricominciare d’accapo – hanno osservato Di Ciaccio e Rosato – ripartendo da zero e riavviare la sua attività”.

L’appello al papa, al presidente Mattarella e alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni è di avviare un’azione di sensibilizzazione “dopo che lo stato e le Regioni hanno stabilito e concordato con il pieno – colpevole – consenso delle cosiddette associazioni di categoria, cioè con soggetti sempre più privi di rappresentanza della categoria e che mai hanno svolto una attività di consultazione e di informazione su quanto stavano decidendo in danno degli operatori ambulanti”. Non a caso negli ultimi mesi si è sviluppato in tutta Italia un enorme e pacifico movimento di ambulanti che, avendo preso coscienza del rischio che incombe sulle loro attività ,hanno dato vita ad imponenti manifestazioni di protesta a Roma ed in altre città con le quali hanno reclamato la messa in discussione degli accordi presi dalle presunte associazioni di categoria ed in definitiva la fuoriuscita del settore ambulante dalla Direttiva Bolkestein.

“E tutto questo – tengono a sottolineare il presidente ed il segretario dell’associazione “Imprese Oggi” – per una duplice ed errata impostazione politica che ha inteso liberalizzare un settore sulla base di una discutibile assimilazione del suolo pubblico ad una risorsa naturale limitata. Ma il suolo pubblico non è una risorsa “finita” ed esauribile come il petrolio perché un cindaco od un’amministrazione possono decidere in ogni momento di istituire nuovi mercati dove e quanto vogliono, ed inoltre le piazze e le strade sono occupate dagli ambulanti solo per alcune ore, la mattina, e poi ritornano nella disponibilità dei Comuni per altre finalità: parcheggi, feste”. L’intervento richiesto al Pontefice, al capo dello stato e alla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è finalizzato perché “la politica – quella con la P maiuscola – davanti ad un problema come questo non ripeta pappagallescamente la tiritera dell’Europa che “impone”perché quella è la corrente di pensiero che sta alimentando di giorno in un giorno un solco verso la politica, che sta scavando solchi sempre più profondi verso le Istituzioni e vede l’Europa non come un luogo delle libertà, della pace e delle opportunità, ma come una Istituzione lontana, tecnocrate e nemica delle piccole imprese”.

Il richiesto ed autorevole intervento in questo appello è “ridare una speranza a quella mamma, a quel giovane o a quell’ambulante più avanti nell’età, che la politica è quella che si interessa dei loro problemi, cerca di risolverli e non si gira dall’altra parte…”

Saverio Forte