Formia / Polemiche sull’apertura di Maxi Cina

Attualità Economia Formia

FORMIA – Tanto rumore per nulla. I dubbi, seppur legittimi, potevano essere chiariti con un semplice accesso agli atti presso la ripartizione Attività Produttive del comune di Formia. Il destinatario di questo messaggio è l’associazione “Imprese Oggi” e a inviarglielo sono il locatario e l’affittuario di “Maxi Cina, la media struttura di vendita che, denominata per l’appunto “Maxi Cina”, ha aperto i battenti nei ristrutturati locali di via Olivastro Spaventola. L’associazione “Imprese Oggi”, attraverso il proprio presidente Antonio Di Ciaccio, aveva chiesto l’intervento del comune (del sindaco Sandro Bartolomeo, del neo assessore al commercio Erasmo Colaruotolo e della dirigente del settore sviluppo economico Tiziana Livornese) per “capire” le modalità amministrative con le quali è stato consentito il rilascio dell’autorizzazione amministrativa per l’apertura di questa struttura di vendita.

“Impresa Oggi” aveva finanche chiesto di verificare il rispetto del “decreto Bersani” e della normativa regionale che lo applicava perché l’apertura di queste medie superfici di vendita (da 250 a 2500 metri quadrati) deve tener conto “di precise procedure, criteri ed indici di disponibilità oltre che il rispetto delle norme urbanistiche e sui parcheggi”.

Il comune di Formia era finito nel tritacarne mediatico di questa polemica estiva perché gli è stato chiesto se “al momento del rilascio di questa autorizzazione si trovasse ancora nella disponibilità di metri quadrati per il rilascio delle autorizzazioni per medie strutture di vendita” come previsto dall’articolo 10 della delibera del consiglio regionale del Lazio numero 131 del 6 novembre 2002. Interrogativi e perplessità legittime sino a quando ha deciso di prendere carta e penna l’avvocato Alberto Barbaro che ha inviato un’analoga e puntuale lettera di risposta agli stessi destinatari della missiva di “Imprese Oggi”.

Barbaro scrive per conto del proprietario e dell’affittuario della struttura di vendita, “Centro arredamenti di Vittorio Marciano C& sas” e “Maxi Cina srls” e esordisce affermando (con un pizzico di ironia) che per “risolvere il ‘misterioso dilemma’ sarebbe stato sufficiente effettuare, presso qualsiasi agenzia per le imprese (insomma la Camera di Commercio di Latina,ndr) una banalissima visura camerale”.

E spiega come: “la società ‘Maxi Cina srls” è affittuaria di un’azienda che è titolare di una licenza commerciale per medie strutture rilasciate dal comune di Formia nel lontano 1982. La società ‘Centro arredamenti di Vittorio Marciano & C sas” con rogito notarile del 24 maggio scorso ha affittato la propria azienda e nel complesso dei beni organizzati dall’imprenditore dell’esercizio dell’impresa vi è anche – spiega concludendo l’avvocato Barbaro nella lettera al comune di Formia – la licenza commerciale per medie strutture numero 876 del 8 marzo 1982”. Fine del mistero cinese? Loro, i cinesi, non c’azzeccano. Almeno questa volta…

Saverio Forte