Castelforte / Sequestrato l’archivio comunale

Castelforte Cronaca

CASTELFORTE – Gli agenti del gruppo di Formia della Guardia di Finanza erano giunti al Comune di Castelforte per acquisire ulteriore documentazione relativa alla gestione di una discarica, quella in località San Sebastiano, per la quale sono indagati due funzionari comunali. Il compito delle Fiamme Gialle è diventato improvvisamente complicato quando è stato accertato come il comune non fosse dotato, al momento, di un archivio nel senso più tradizionale del termine. O, meglio, il comune di Castelforte un archivio ce l’ha ma, essendo stato “spaghettato”, è stato sequestrato d’ufficio…. Gli inquirenti ipotizzano la violazione dell’articolo 169 del decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004, quello che ha istituito in Italia il Codice dei beni culturali e del paesaggio. La norma prevede che un archivio, definito appunto “bene culturale”, per essere demolito, rimosso, modificato e restaurato ha bisogno dell’autorizzazione della competente Soprintendenza ai beni culturali. E tutto ciò sarebbe avvenuto a Castelforte dove l’archivio comunale, sinora ospitato presso i locali – dichiarati inagibili dai Vigili del Fuoco- dell’ex cinema, è stato diviso in due: parte in un’ex scuola della frazione di Suio alto, parte presso alcuni locali di Spigno Saturnia concessi in comodato d’uso gratuito dalla XVII Comunità Montana dei Monti Aurunci. Le considerazioni investigative della Finanza sono state, intanto, accolte e recepite dal sostituto procuratore di Cassino Marina Marra che ha convalidato il sequestro. Il comune di Castelforte, intanto, sembra avere le mani legate: oltre all’indisponibilità ad avere un proprio archivio, non può proporre alcun ricorso al Tribunale del Riesame avverso il sequestro. Il motivo? Non ci sono indagati, gli unici che ne avrebbero titolo per proporlo sono il dirigente di settore e tantomeno il sindaco Giancarlo Cardillo…. Di certo le disposizioni del decreto legislativo 42/2004 sono assai severe. Così recita…”è punito con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da euro 775 a euro 38.734,50 chiunque senza autorizzazione demolisce, rimuove, modifica, restaura ovvero esegue opere di qualunque genere sui beni culturali indicati nell’articolo 10”. E cosa prevede questa norma, che nono “beni culturali” le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico; gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico. Come quello del comune di Castelforte…