Ventotene / La cricca del voto di scambio: in manette l’ex sindaco Assenso e altri quattro

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VENTOTENE – Un’organizzazione di politici e imprenditori in grado, attraverso un sistema illecito, di pilotare l’affidamento ad aziende ‘preselezionate’ di opere e servizi mediante gare, promosse con il metodo della procedura negoziata, indette solo da un punto di vista documentale, in quanto le imprese risultavano fittiziamente invitate solo per garantire la scelta precedentemente operata a favore di un determinato imprenditore. E’ quella smascherata dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza a Ventotene dove gli agenti del Colonnello Andrea Bello e del Capitano Silverio Papis hanno arrestato cinque persone – finite tutte nel frattempo ai “domiciliari” – con le gravi ipotesi di reato di turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, truffa aggravata, per l’erogazione di pubbliche forniture e abuso d’ufficio finalizzato alla realizzazione del “cosiddetto voto di scambio”.

Geppino Assenso
Geppino Assenso

Le misure cautelari, dopo due anni di indagini e nel vivo della campagna elettorale amministrativa (l’11 giugno prossimo la seconda isola pontina eleggerà il nuovo sindaco e rinnoverà il proprio consiglio comunale) – sono state emesse dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Roberto Bulgarini. Se complessivamente sono indagate tredici persone, di cui una di Cassino, le indagini delle Fiamme Gialle hanno portato alla luce un legame tra due amministratori (l’ex sindaco Giuseppe Assenso e l’ex assessore Daniele Coraggio) ed un dirigente del comune di Ventotene e due imprenditori dell’isola pontina. Un modus operandi perpetrato per 5 anni, dal 2011 all’anno scorso, attraverso bandi di gara costruiti ad hoc dall’ex capo dell’ufficio tecnico del comune di Ventotene Pasquale Romano – con il beneplacito dell’ex assessore all’ambiente e turismo Coraggio – per consentire a due imprenditori isolani, Antonio Langella e Claudio Santomauro, di vincere facile ed intascare finanziamenti regionali per lavori pubblici che, in alcuni casi, non sono nemmeno mai partiti. Un gioco delle parti in cui ognuno riceveva qualcosa in cambio: soldi facili alle ditte private, voti di scambio – ritengono gli inquirenti – utili a Giuseppe Assenso nell’ultima tornata elettorale, quella del 2015, per riconfermarsi sindaco di Ventotene. Sette gli appalti truccati – secondo gli inquirenti – 100 mila euro circa il danno erariale alle casse comunali. Per questo è stata presentata una informativa alla Procura regionale presso la Corte dei conti.

Le indagini dei finanzieri del gruppo di Formia e della Brigata di Ventotene hanno inoltre appurato come l’associazione a delinquere abbia continuato ad operare nonostante fosse ormai nota la posizione degli indagati nel procedimento penale che aveva visto l’allora capo dell’area tecnica del Comune, Romano, già destinatario di una misura di interdizione dai pubblici uffici. Le indagini hanno inoltre permesso di appurare che, nel caso di gare caratterizzate dall’affidamento di servizi, Romano si premuniva, pur di garantire l’impresa affidataria ‘amica’, di non procedere alla stipula di alcun contratto nè, tantomeno, assicurare alla stazione appaltante gli introiti offerti per l’aggiudicazione, arrecando un danno erariale al Comune di Ventotene. Le laboriose indagini della Finanza hanno monitorato, per lo più, un insieme di gare indette nell’area del porto nuovo di Ventotene che hanno visto la realizzazione di opere nonché l’affidamento di servizi legati al turismo, la principale ed unica risorsa economica dell’isola. Le indagini comunque non sono affatto terminate: vogliono accertare se questa presunta ed illegale gestione di alcune opere pubbliche abbia o meno goduto del supporto di altri soggetti anche perché sotto l’occhio del ciclone è finito l’appuntamento elettorale di due anni fa quando il sindaco Assenso fu rieletto per una manciata di voti ai danni di uno dei due attuali aspiranti primo cittadino, il notaio di origini ventotenesi Gerardo Santomauro. Un altro aspetto interessante della delicata riguarda operazione della Procura di Cassino riguarda il “dominus” dell’area tecnica del comune, Pasquale Romano: era stato interdetto dai pubblici ufficiali ma avrebbe continuato a far parte di questa organizzazione per promuovere procedure pubbliche “da realizzare per l’estate 2016 a vantaggio dei soggetti sodali compiacenti.

Le vari fasi di questa ‘operazione sono state illustrate nel corso di una lunga conferenza stampa da parte del Procuratore capo di Cassino Luciano D’Emmanuele e dai Comandanti del gruppo di Formia e della Brigata di Ventotene della Guardia di Finanza, il Colonnello Andrea Bello e dal Maresciallo Antonio Merolla. Poco prima le ordinanze di custodia cautelare erano state materialmente notificate all’ex sindaco Assenso e all’ex dirigente Romano – si trovavano presso le proprie residenze di Formia – agli imprenditori Langella e Santomauro e all’ex assessore Coraggio, raggiunti dai finanzieri a Ventotene. La magistratura, dunque, ha “bussato” alla politica quando quest’ultima si stava mobilitando per dare all’isola una nuova classe dirigente. Uno dei due candidati a sindaco per le amministrative dell’11 giugno, Gerardo Santomauro, ha rilasciato una breve ma efficace dichiarazione: “Sono molto triste per quello che è successo e molto preoccupato – ha detto – per i possibili contraccolpi negativi che potrebbero abbattersi sull’immagine, turistica e non solo, di Ventotene”.

Saverio Forte