Sperlonga / Operazione Tiberio, via al processo. Pm chiede i domiciliari per Armando Cusani

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SPERLONGA – A quattro mesi esatti dai clamorosi arresti nell’ambito dell’operazione “Tiberio” il sindaco in carica di Sperlonga e due volte presidente della Provincia Armando Cusani potrebbe beneficiare entro cinque giorni dei “domiciliari” insieme a Isidoro Masi e Nicola Volpe. E’ una delle novità emerse dal vivace avvio del giudizio immediato cautelare chiesto dal Sostituto Procuratore Valerio De Luca nei confronti di sei dei nove componenti di un’organizzazione accusata di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a Sperlonga ma anche a Prossedi e Maenza. A Cusani viene contestata l’accusa di aver esercitato continue pressioni nei confronti dei responsabili dell’ufficio tecnico del comune di Sperlonga perché, a più riprese, evitassero di portare a termine le procedure di ripristino dei luoghi dopo l’accertamento di diversi abusi presso l’albergo di famiglia.

Nelle carte dell’inchiesta il sindaco del borgo saraceno non potevano non mancare gli appalti per il cui svolgimento sarebbe stato creato un un cartello di imprese locali che avrebbe pilotato il loro esito riuscendo ad accordarsi sulla scelta del vincitore, con la compiacenza di tecnici e funzionari dei tre Comuni pontini. La gara d’appalto che sarebbe stata truccata è quella che riguarda la riqualificazione del complesso archeologico di Villa Prato, a Sperlonga, per un importo complessivo di 700mila euro, la ristrutturazione dell’edificio comunale di Prossedi (230mila euro); l’affidamento della pulizia delle strade extraurbane di Priverno (40mila euro); i lavori di restauro dell’istituto scolastico Don Andrea Santoro di Priverno (35mila euro). Su istanza del nutrito collegio difensivo – composto dagli avvocati Panella, Palmieri, Macari, Lauretti, Marino, Conca e Pucci – il magistrato titolare delle indagini ha ora espresso parere favorevole perché Cusani, Masi e Volpe possano ottenere gli arresti domiciliari e venga attenuata quest’ultima misura per Massimo Pacini, Gian Pietro De Biaggio, Andrea Fabrizio e Antonio Avellino. Il collegio giudicate – presidente Francesco Valentini, a latere Fosso e Taglienti – si dovrebbe pronunciare entro cinque giorni, comunque prima del Riesame a cui era stata demandata la decisione dopo l’annullamento da parte della Corte di Cassazione dell’ordinanza di custodia cautelare per Cusani per l’illegittimità nell’acquisizione delle prove d’accuse e per la mancanza dell’esigenza cautelare.

Il via del giudizio immediato c’è stato con un’assenza importante, quella del sindaco di Sperlonga Cusani che, in carcere con le ipotesi di reato di corruzione e turbativa d’asta, alla vigilia aveva preannunciato, invece, la volontà di presenziare al dibattimento presso la Corte d’Assise del Tribunale di Latina. Il dibattimento, “vietato” a cineoperatori e fotografi per decisione del collegio giudicante, è entrato poi nel vivo con la presentazione di alcune eccezioni procedurali della difesa di Cusani circa il divieto di utilizzare parte delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura perché – pare – prive di proroga per la loro realizzazione. Il collegio, a tal riguardo, si è riservata la decisione se accoglierle o meno così come ha ammesso al processo le numerose richieste di costituzione di parte civile: sono delle amministrazioni comunali dei Sperlonga, Prossedi e Maenza, dei quattro consiglieri d’opposizione del gruppo “Sperlonga Cambia” Alfredo Rossi, Marco Toscano, Alessandro Zori e Carla Di Girolamo, dell’associazione nazionale “Caponnetto” e di Carmine Tursi, il confinante dell’hotel Grotta di Tiberio – da qui il nome dell’operazione del 16 gennaio scorso dei Carabinieri – che, denunciando i primi abusi edilizi presso l’albergo di proprietà del sindaco di Sperlonga e del suocero Erasmo Chinappi, aveva consentito l’avvio alle indagini. I consiglieri di minoranza, assistiti dall’avvocato Guglielmo Raso, hanno chiesto un dovuto risarcimento per il danno d’immagine – si legge in una nota – provocato dalle vicende che “hanno gettato nel discredito e nella perdita di prestigio tutto il Consiglio comunale, senza distinzione alcuna, coinvolgendo in tale discredito anche, loro malgrado, i consiglieri di minoranza.

I consiglieri di “Sperlonga Cambia” hanno peraltro dichiarato nel loro atto di costituzione che vincoleranno l’eventuale risarcimento del danno al comune di Sperlonga, per la realizzazione di opere di pubblica utilità”. Per l’ampliamento della struttura ricettiva sulla Flacca nel settembre di due anni la Corte di Cassazione aveva reso definitive le condanne dell’ex presidente della provincia e del suocero Erasmo Chinappi. Se era stata confermata la sentenza di condanna della Corte d’Appello ad un anno e tre mesi per abuso edilizio, quest’ultimo reato è caduto nel frattempo in prescrizione. Resta pendente un secondo processo per lottizzazione abusiva e nei giorni scorsi in quest’ottica la neo responsabile della ripartizione del settore urbanistica del comune di Sperlonga, Tiziana Di Fazio, aveva emesso un’ordinanza di demolizione di alcune pertinenze abusive dell’hotel “Grotte di Tiberio”. Il giudizio immediato entrerà nel vivo a mezzogiorno del prossimo 13 giugno quando, valutate le eccezioni preliminari sollevate nell’udienza inaugurale del processo, cominceranno ad essere sentiti i 13 testimoni del Pm De Luca e i 90 testi proposti dalla difesa di Cusani. Ma soprattutto in quella circostanza tutti gli imputati potranno difendersi in stato di libertà. Un aspetto di non secondaria importanza.

Saverio Forte